Il coraggio di chiedere scusa. Per sé, e pure a nome della figlia. James Senese, 80 anni, il musicista «fratello» di Pino Daniele, ha il coraggio delle persone per bene. Ma l’amore di padre lo ha spinto a due errori di comunicazione, commessi certo in buona fede, ma forse - proprio per questo - meritevoli di analisi. Il primo: aver tentato di difendere la figlia beccata ieri dal deputato Francesco Emilio Borrelli a parcheggiare a Napoli sulle strisce pedonali bloccando lo «scivolo» per i disabili. Il secondo: aver chiesto scusa non solo per una propria mancanza (questo ci sta, e poi spiegheremo il perché) ma addirittura per conto della figlia Anna per una responsabilità che è invece tutta della ragazza.
Il caso nasce da un malcostume che nel capoluogo campano (ma anche in tante altre città italiane, compresa la «civilissima» Milano) è drammaticamente considerato un fatto quasi «normale»: parcheggiare in modo selvaggio sulle strisce pedonali impedendo il transito alle carrozzine dei disabili. Esattamente ciò che ha fatto ieri la signorina Senese; un’infrazione odiosa al pari di chi occupa il posto auto riservato ai portatori di handicap.
Ma andiamo con ordine. Borrelli ha atteso che la figlia di Senese uscisse dal teatro dove era programmato un docufilm per il decennale della morta di Pino Daniele e le ha contestato garbatamente la scorrettezza, ricevendo in cambio una risposta disarmante»: «Ma io sono la figlia di Senese...». Poi, ha atteso l’arrivo del papà James facendogli presente la cosa, ma il musicista ha replicato sostenendo che «fanno tutti così e qui le cose non cambieranno mai...». Al che Borrelli ha fatto giustamente presente che questa tesi è «avvilente», per giunta con l’aggravante di rinnegare i messaggi di civiltà contenuti nei brani più significativi della discografia di Pino Daniele a cui James Senese ha collaborato in modo importante.
James, dopo una notte di riflessione, ha capito l’errore e poche ore dopo ha girato un video di pochi secondi diventato virale: «Sono qui per chiedere scusa per ieri sera. Quello che è successo è stato sbagliato ed è ingiustificabile. Essere mia figlia non vuol dire potersi permettere certe cose, anzi le mie scuse vanno ai napoletani e in particolare a Francesco Borrelli che ha ragione a dire che se è difficile cambiare certe abitudini bisogna almeno provarci». E poi, a mo’ di giustificazione: «Venivo da un momento di grandissima emozione nel vedere al Med il documentario sulla storia di Pino Daniele, la storia nostra. Non è una giustificazione ma uscendo da là ero abbastanza provato.
Ma è giusto chiedere scusa quando si sbaglia. Lo faccio a nome mio e a nome di mia figlia».Mitico James: comportamento encomiabile e di grande onestà intellettuale. Una sola domanda: ma a chiedere scusa perché non è stata direttamente tua figlia?
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