“Libertà o morte”: chi è Harriet Tubman, la donna che visse per aiutare gli altri

Harriet Tubman è stata un'eroina dei diritti civili negli Stati Uniti, liberando molti schiavi e combattendo nella Guerra Civile. È stata inoltre una suffragetta

“Libertà o morte”: chi è Harriet Tubman, la donna che visse per aiutare gli altri

A Washington, nel Lincoln Memorial, c’è una grande, enorme statua di Abraham Lincoln: nell’immaginario collettivo il presidente dell’uguaglianza tra le persone e la liberazione dalla schiavitù (sebbene molte promesse che erano state fatte durante la Guerra Civile statunitense non furono rispettate). Ma la liberazione degli schiavi afroamericani poggia le basi anche e soprattutto su altre figure meno celebrate: una di queste è Harriet Tubman.

Negli anni ’10 del 2000 si è tornati a parlare di questa figura storica lontana, sia per il biopic Harriet del 2019, sia per la proposta di portare il suo volto sulle banconote da 20 dollari - che recano il volto del settimo presidente Andrew Jackson, noto schiavista. Analfabeta e piccola di statura ma coraggiosissima, Harriet Tubman è stato un faro nella storia degli afroamericani, e successivamente è stata una protofemminista, battendosi per il suffragio universale.

La schiavitù

Classe 1822, il nome che le fu dato dai suoi genitori era Araminta (detta Minty) Ross: solo più tardi avrebbe scelto, da libera, il nome di sua madre, Harriet, e il cognome del primo marito, Tubman. La donna, nata e cresciuta nella contea di Dorchester, nel Maryland, era figlia di un falegname, Benjamin Ross, e di una schiava di casa, Harriet Green. Sviluppò diverse abilità come cacciatrice e taglialegna fin dall’infanzia, in aggiunta ai compiti domestici e di cura della piantagione che doveva svolgere.

Nel 1834 cercò di opporsi, come riporta Debra Michals sul sito del National Women’s History Museum, alla violenza dei padroni, la famiglia Brodess, contro uno schiavo fuggitivo: fu lei stessa oggetto di violenza, perché venne colpita alla testa con un peso di 2 libbre (quasi un chilo), evento che le avrebbe causato per tutta la vita dolori, convulsioni e visioni.

La libertà per sé e i propri cari

Taglia su Harriet Tubman

Nel 1844 i padroni della piantagione le permisero di sposare un africano libero, John Tubman, ma non allentarono il giogo sulla sua vita. Così nel 1849 fuggì sfruttando la Underground Railroad, ovvero un percorso segreto che consentiva agli schiavi di raggiungere Philadelphia, città dei liberi, città della fratellanza, mentre i Brodess mettevano una taglia di 100 dollari sulla sua testa, e altri 100 su ognuno dei due fratelli fuggiti con lei. La citazione più celebre di Harriet Tubman è: “C'era una delle due cose di cui avevo il diritto: libertà o morte. Se non potevo averne una, avrei avuto l'altra; perché nessun uomo mi avrebbe presa viva”.

Harriet Tubman con la famiglia

Negli anni che precedettero la Guerra Civile, Harriet Tubman percorse la Underground Railroad più volte per liberare delle persone (circa 70), in primis i propri famigliari. Quest’attività le valse successivamente l’ammirazione degli abolizionisti. Il marito non la volle seguire e nel 1851 lui si risposò con una donna libera. Nei suoi viaggi Tubman si avvaleva di numerosi travestimenti, anche maschili o da anziana signora, e portava con sé una pistola: venne denominata “Moses”, ovvero “Mosè”, perché come il personaggio biblico aveva liberato gli ebrei dal giogo dei faraoni, così Tubman aveva liberato il proprio popolo dalla schiavitù prima che gli americani si scontrassero per questo sui campi di battaglia. Usava un paio di spiritual per comunicare in codice: Go Down Moses e Bound For the Promised Land.

La Guerra Civile

Il fatto di percorrere più volte la Underground Railroad - anche se non tante quante ne riporta la mitologia sul personaggio, poiché si stima che i “viaggi” siano stati 13 in tutto in un periodo di 10 anni, come riporta Harriet Tubman By Way - le permise di conoscere i luoghi che attraversavano i suoi spostamenti. Le sarebbe tornato utile quando, dal 1861 al 1865, prese parte attiva alla Guerra Civile con diversi incarichi, dall’infermiera (per i soldati feriti indipendentemente dal colore della loro pelle) alla spia, fino alle azioni di guerriglia: in questo periodo riuscì a liberare altri 700 schiavi. Per questo è considerata la prima soldatessa statunitense della storia.

Il protofemminismo

Harriet Tubman

Dopo la guerra Harriet Tubman continuò a occuparsi degli altri, curando gli anziani soli nella propria casa, fondando nel 1896 la Harriet Tubman Home for the Aged. Sul campo di battaglia conobbe un soldato molto più giovane di lei, Nelson Davis, e lo sposò: poi nel 1884 adottarono una bambina.

Si impegnò inoltre per ottenere una pensione per i militari che avevano prestato servizio, lei in primis, cosa che ottenne nel 1899: da quel momento ricevette una pensione di 20 dollari al mese, che si cumulavano agli 8 dollari per la reversibilità del Davis a quel tempo defunto.

Si batté inoltre per i diritti dei disabili e affinché anche le donne potessero ottenere il diritto di voto, ma non fece in tempo a vedere il suo

sogno realizzato: il suffragio universale fu introdotto negli Stati Uniti nel 1920. Tubman morì 7 anni prima e venne sepolta con gli onori militari a Auburn, località in cui aveva vissuto dopo la guerra.

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