L'odio islamico sui social

Il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi da Francesco e dal Grande Imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyib è rimasto lettera morta

L'odio islamico sui social
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«Miscredente» è la parola più carina che sui social i principali influencer dell'Islam più radicale hanno riservato alla morte di Papa Francesco. C'era da immaginarselo. Nonostante gli sforzi del suo pontificato per cercare la pace e il dialogo con i musulmani, fino a ipotizzare quasi «uno stesso Dio misericordioso in cui credere», come nella Evangelii Gaudium, la visita in Arabia Saudita, il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi da Francesco e dal Grande Imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyib (nella foto) è rimasto lettera morta. Al di là delle frasi di circostanza riservate al Pontefice da qualche autorità islamica, il mantra che circola sui principali canali di reclutamento islamici è più o meno lo stesso, si rifà ad alcuni versetti del Corano ed è impietoso, anche di fronte al cadavere di un nemico. «Nessun perdono, nessuna pietà, nessun Janna», ovvero il paradiso islamico. «L'Islam non crede nelle emozioni ma nelle rivelazioni. Pregare per lui significa disobbedire ad Allah», scrive Islamicize, che definisce il Pontefice un mushrikeen, un idolatra. «E non c'è pietà né perdono per loro, dice il Profeta, che non ne ebbe neanche per suo zio Abu Talib», perché il caposaldo dell'Islam è walaa' & baraa', vale a dire amare chi crede in Maometto e odiare gli altri. «Qualche parolina sulla Palestina non cambia: all'inferno, nella misera eterna», si legge tra i commenti.

Certi professori di matematica ripetono sempre: «Qualsiasi numero, anche il più alto possibile, moltiplicato per zero dà sempre zero». Con l'Islam, a quanto pare, vale la stessa regola. Per quanti sforzi la Chiesa faccia per costruire dialoghi e ponti, persino strappando con i fratelli israeliani con il disinvolto uso della parola genocidio, i musulmani ci vedono come il nemico. A nulla serve strapparsi le vesti, predicando la necessità di accogliere tutti i migranti, per la stragrande maggioranza di religione islamica, nella speranza che si convertano o che vogliano vivere pacificamente.

Lo abbiamo visto anche di recente, coi due ragazzini italiani di seconda generazione a Trento e a Bolzano che si sono imbevuti di radicalismo ed erano pronti a morire pur di distruggere l'Occidente che ha dato loro un'opportunità. Giusto riaccogliere il figliol prodigo, necessario cercare l'ultima pecorella smarrita, fino alla fine. Ma oggi si rischia di perdere tutto il gregge, già confuso e oggi persino senza il pastore.

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