- A tutti quelli che “la democrazia delle minoranze” e l’importanza di leggi elettorali che rappresentino il valore degli elettori, anche di quelli che non sono maggioranza: sappiate che Nigel Farage ha incamerato il 14,3% dei voti nel Regno Unito ed è il terzo partito più votato. Solo che, per il sistema uninominale inglese, ha incassato solo 4 deputati contro i 72 dei lib-dem che in percentuale si sono fermati al 12,2%. Vi sembra ingiusto? Forse. Ma dai nostri sinceri democratici che si lamentano per le leggi elettorali, soglie di sbarramento, premi di maggioranza e mancata rappresentatività di minoranze e partitini, mi aspetto che si scandalizzino per questo “sopruso” ai danni di Farage. O no?
- Oggi a leggere i quotidiani progressisti, giustamente, è tutto un giubilo per l’avanzata dei laburisti in Gran Bretagna. Il ritornello è sempre lo stesso, ve lo riassumo: la grande lezione inglese. Ok. Bene. Giusto. Però vorrei farvi notare che Keir Starmer ha ottenuto una maggioranza bulgara, ovvero il 65% dei seggi, ottenendo solo il 33,8% dei voti. I conservatori, arrivati secondi con il 23,7% dei voti nazionali, hanno incassato un terzo dei seggi. Uno scandalo? Per chi scrive, no. Ma chi oggi festeggia per la vittoria laburista sono gli stessi che da sempre si dichiarano contrari ad ogni forma di governi forti e favorevoli al proporzionale. Fatemi capire: se in Italia dobbiamo evitare soglie di sbarramento alte e premier eletti direttamente, mi spiegate perché non vi scandalizzate allo stesso modo per questa sovra-rappresentanza dei laburisti in parlamento?
- Giusto per fare un confronto. Proverò a spiegare bene. In Gran Bretagna vige un sistema elettorale uninominale chiamato “first-pass-the-post”: in ogni collegio, ottiene il seggio il candidato che ottiene un solo voto in più degli avversari. Indipendentemente dall’andamento del partito a livello nazionale e senza alcuna soglia minima. In Francia, Paese in cui i collegi sono sempre di tipo uninominale, vige un sistema simile ma a doppio turno: al primo turno, per ottenere il seggio, il candidato in vantaggio deve ottenere almeno il 50% dei voti validi. Altrimenti si va al ballottaggio, dove - come stiamo notando in queste ore - gli avversari spesso si coalizzano per farlo perdere, mettendo in campo le famose desistenze. Bene. Sapete come sarebbe andata in Francia se i galletti avessero applicato il sistema inglese, oggi tanto decantato dai media progressisti? Ecco: il Rassemblement National avrebbe ottenuto 297 seggi (quelli dove sono risultati in vantaggio al primo turno) e Jordan Bardella oggi sarebbe già premier con la maggioranza assoluta dei seggi. E siamo certi che, in questo caso, i nostri democraticissimi commentatori avrebbero gridato allo scandalo.
- L'unica vera grande lezione inglese, caro Massimo Giannini, è questa: Starmer era il candidato premier, il giorno dopo il voto è andato dal Re ed abbiamo già i nomi dei ministri. In Italia neppure con una elezione chiara come quella di settembre del 2022 siamo riusciti a produrre un esecutivo in così poco tempo. Più che il premierato, avremmo bisogno balamente del sistema inglese. E ciao ciao partitini.
- Non tutti possono fare i politici. E a parlare in pubblico si impara cammino facendo. Tuttavia ho ascoltato il video intervento di Ilaria Salis all’Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana e l’ho trovato decisamente imbarazzante. Dei contenuti parleremo poi, qui a preoccupare è l’eloquio: s’affretti ad andare a lezione oppure a Bruxelles finiranno tutti per addormentarsi
- Giuseppe Cruciani ha mandato in onda alcune interviste realizzate al Gay Pride. Sapete cosa dicono? Che la Meloni deve essere messa "a testa in giù" e "finché lei non dirà di essere antifascista, i fascisti si appendono". A differenza dell’inchiesta di Fanpage, tutto questo non indigna. Come mai?
- A proposito di Fanpage. Tal Cecilia Parodi, attivista pro-Pal e scrittrice, in un video sui social ha affermato pubblicamente di “odiare gli ebrei” e di volerli vedere morti, impiccati e facendoci l’aggiunta di uno sputacchio addosso. L’ha detto non in un contesto goliardico.
Né in una situazione privata. Ma pubblicamente, sui social. Il giovani del Pd in passato l’avevano invitata a parlare ad un loro evento sul “colonialismo” e “l’apartheid in Palestina”. La Commissione Segre si occuperà anche di questo?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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