"L'odissea di noi genitori. Che fatica trovare una scuola disposta ad accettare i nostri figli"

Qualche preside ha nicchiato. Qualcun altro, non potendo dire di no esplicitamente, ha caldamente consigliato altri istituti, "sa signora, da noi siamo già al numero limite"

"L'odissea di noi genitori. Che fatica trovare una scuola disposta ad accettare i nostri figli"
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Qualche preside ha nicchiato. Qualcun altro, non potendo dire di no esplicitamente, ha caldamente consigliato altri istituti, «sa signora, da noi siamo già al numero limite».

Per le mamme dei ragazzini con disabilità gravi è un'odissea iscrivere i figli a una scuola superiore. E sentirsi rimbalzare non solo è una pugnalata nello stomaco ma è la violazione di un diritto. Eppure, dopo la terza media, non è semplice trovare un posto adatto a chi ha disabilità cognitive e le famiglie si trovano spesso sole. Considerando che non tutte si possono permettere una scuola paritaria, forse è il caso di semplificare i percorsi per accedere agli istituti pubblici. Per un ragazzo con disabilità è fondamentale stare in mezzo a ragazzi della sua età, ed è altrettanto fondamentale avere un insegnante di sostegno che lo aspetti al banco ogni mattina. Non è così, non sempre.

Emblematico è il caso di Roma, per cui si è mosso anche il ministro all'Istruzione Giuseppe Valditara. La mamma di un ragazzo di 15 anni ha contattato 12-13 scuole superiori ma il suo pellegrinaggio è stato vano, tanto da costringerla a iscrivere il figlio in una scuola paritaria. La donna si era rivolta inizialmente a un liceo agrario. Ma a febbraio è arrivato il responso negativo. Da lì, è iniziata l'odissea: «A fronte della legge 104 che prevede che l'alunno disabile abbia il massimo punteggio nelle graduatorie spiega la mamma di un altro ragazzo è stata emessa una circolare ministeriale che delega e dà mandato ad ogni singolo Consiglio di istituto di decidere i criteri per avere la precedenza. Il liceo contattato ha rifiutato tre ragazzi con disabilità perché non appartenenti al bacino di utenza della scuola. E la preside è stata sorda a qualunque appello anche da parte dell'Usr». Tanti i licei della Capitale contattati e che hanno rifiutato l'iscrizione dei ragazzi. Così, le mamme hanno deciso di fare un appello direttamente al ministero dell'Istruzione affinché «questo non accada più e si applichi la precedenza in teoria già data dalla legge 104 per le iscrizioni di questi ragazzi. I nostri figli hanno diritto a studiare sottolinea la mamma -. Per questo, però, servono risorse maggiori per gli insegnanti sostegno. E dei fondi per far sì che le scuole prevedano laboratori e attività idonee».

Sarebbe il minimo. E una lezione di democrazia, oltre che un diritto. «Per il sostegno a scuola spendiamo 6 miliardi di euro - spiega Speziale, presidente Anffas (nella foto)- Non c'è una quota limite per l'istituto nell'accettare le domande di iscrizione di ragazzi con disabilità. C'è un limite solo per la loro distribuzione nelle classi.

Nel passaggio di grado, è giusto che la preside si raccordi con la scuola di provenienza dello studente per avere tutte le informazioni necessarie per accoglierlo: ad esempio per organizzare la domotica. Può inoltre chiedere consulenza ai nostri esperti per formare figure in grado di affiancare i nuovi iscritti. Insomma, bisogna far capire agli istituti che la vera ricchezza è accettare le diversità».

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