OpenAi non sarà più un'organizzazione no-profit e diventerà una società a scopo di lucro. Sam Altman si è accorto di aver raddoppiato i ricavi annuali grazie alla versione a pagamento di ChatGpt. Vuol dire che la gente è disposta a pagare. Allora la qualità deve crescere. Quindi servono più fondi per finanziare la ricerca. Costi maggiori implicano, per un'organizzazione no-profit, donazioni maggiori. E tutti sappiamo quale sia la differenza tra regalare dieci e mille. Quindi serve cambiare struttura e far sì che le donazioni, per esempio di Microsoft e altri sostenitori, non siano più un gesto sentimentale, dettato dal buon cuore, ma diventino una decisione razionale. Per essere tale un'azione deve migliorare le nostre condizioni, portarci «da qui a lì», un passo oltre.
Quindi le donazioni devono diventare investimenti che faranno rientrare qualcosa nelle tasche degli investitori. Allo stesso tempo questo dà potere contrattuale a entrambe le parti, chi conduce la ricerca (OpenAi) e chi investe. In particolare, il potere fornito agli investitori consiste nella possibilità di scegliere se OpenAi valga o meno l'investimento. Non si tratta più di donare senza aspettarsi nulla in cambio, ma di scegliere dove piantare i propri talenti.
Questo creerà concorrenza leale, con ricadute positive anche su chi usufruirà del servizio. Aristotele aveva torto, neanche la conoscenza può essere gratuita. Ben venga la trasformazione di OpenAi, che dal regno dell'irrazionale (le cose gratis) entra nel mondo degli adulti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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