- Mi dicono ci sia un importante uomo politico del Paese, diciamo molto amato dagli italiani, che pare abbia un difettuccio: parla poco e male l’inglese, oltre a non sentire proprio benissimo quando la gente gli si avvicina per sussurrargli qualcosa all’orecchio. Di chi stiamo parlando? Direbbe Dago: ah, non saperlo…
- Vogliono ammazzare Crosetto? Colpa della Wagner. Spingono i migranti verso l’Italia? Colpa della Wagner. Trovano dei barili di uranio nel deserto? Colpa della Wagner. Rubano lo striscione degli ultras del Fedayn? Colpa della Wagner (giuro, dicono così). Questi sono ovunque: non è che sono stati loro a dissotterare i semi di piselli dal mio orto?
- Un portiere nega un gol a un bambino nel giorno del suo compleanno. Poi becca quattro pere nella stessa partita. Il karma.
- Leggo tutti i commenti sul ponte sullo stretto di Messina. Ora, può piacervi o meno l’idea di unire la Sicilia all’Italia (e il fatto che sogni di farlo un leghista come Salvini dovrebbe far riflettere). Però che ci si affidi ancora ai "no" degli ambientalisti mi fa venire in mente un unico, coltissimo commento: "che due palle". Voglio dire: sulla Manica, anzi sotto la Manica, hanno costruito un tunnel sotterraneo che porta la gente dalla Francia all’Inghilterra e non mi pare che il mondo si sia estinto per questa opera pubblica.
- Giuseppe Conte dice che in prospettiva dobbiamo lavorare solo tre ore al giorno. Più che idea keynesiana mi pare un'idiozia sesquipedale. E come sussurra a questa rubrica un importante manager del settore automotive: “Sta finendo la nostra civiltà. Come la Grecia e più Roma. Stiamo degenerando. Non lamentiamoci quando finiremo a fare “i filippini”… dei “filippini” (si può dire o è politicamente scorretto?).
- Sono andato a cercare su Youtube il video della relazione di Maurizio Landini al congresso Cgil. Volete sapere quante visualizzazioni ha collezionato? 42. Dico: quarantadue. Praticamente neppure i parenti stretti. A queste vanno aggiunte circa 1.200 visualizzazioni sul canale di Collettiva, "la voce della Cgil". Il che mi fa dire due cose: 1) Forse il sindacato è così pieno di pensionati che nessuno fa uso di Youtube; 2) Ormai la Cgil non se la fila più nessuno. E forse sono vere entrambe.
- La presentazione di Maurizio Landini prima del suo intervento dal palco è un elenco delle manifestazioni realizzate: 1) futuro al lavoro; 2) manifestazione antirazzista; 3) corteo antimafia; 4) manifestazione insieme ai movimenti femministi contro il congresso dei pro life; 5) delegazione in visita alle zone colpite dal terremoto; 6) manifestazione con Greta Thunberg; 7) partecipazione agli scioperi globali del Fridays for future; 8) festival Sabir; 9) campagna contro l’autonomia differenziata; 10) Gay Pride; 11) "Ripartiamo dal Sud per unire il Paese"; 12) "non è un Paese per evasori"; e poi alcune residuali iniziative sul lavoro. Ora, ditemi: a che cosa dovrebbe servire un sindacato che si occupa di razzismo, femminismo, che bacia le pantofole a Greta, che protesta per il clima, per i gay, contro l’evasione e l’autonomia differenziata? A nulla. Infatti gli iscritti latitano.
- Ha ragione Mattia Feltri, che poi è un po’ quello che dicevamo ieri: dopo aver criticato Luciana Lamorgese per gli sbarchi, per l’hotspot indegno di Lampedusa e per le devastazioni nelle città da parte dei tifosi europei, ora non si possono fare orecchie da mercante solo perché al Viminale siede Matteo Piantedosi. Ci vuole un po’ di sano realismo. Bisogna dire chiaro e tondo che il ministro dell’Interno non sta dando il meglio di sé, almeno secondo il metro che Salvini e Meloni applicavano con Lamorgese.
- Meloni va nella tana del lupo, la Cgil, se ne infischia delle contestazioni e vince a mani basse. Ma la cosa più bella sono le smorfie che fa mentre aspetta di poter parlare mentre quelli in fondo alla sala cantano “Bella Ciao”. Spettacolo puro.
- “Mi contestate con lo slogan ‘Pensati sgradita’. Non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica”. Abbattuti.
- Il discorso della Meloni alla Cgil è stato denso di contenuti e con sei semplici lezioncine ai rossi sindacalisti. Il premier ha spiegato alla platea che: a) il confronto è sempre importante e non bisogna contestare a priori; b) il lavoro lo creano le aziende e non lo Stato; c) il salario minimo finirebbe con l’abbassare i diritti e le garanzie già ottenuti dai lavoratori; d) il reddito di cittadinanza non ha abolito la povertà ma ha lasciato i percettori nella stessa situazione di prima; e) l’evasione va combattuta, ma lo Stato non deve fare una caccia al gettito; f) le violenze vanno condannate tutte, quelle di destra (assalto alla Cgil) e quelle di sinistra (anarchici). Infine, devo dire che è stato apprezzabile l’appello finale alla Cgil di far valere le sue istanze, anche quando sono distanti da quelle del governo, perché lei ascolta tutti senza pregiudizi. In sintesi: una lezione di democrazia. Applausi.
- L’Agesci abbraccia l’ideologia gender. La cosa, devo dire, non mi stupisce. Anche se mi dispiace.
- Il video di Nardella che scatta verso Palazzo Vecchio col suo chiodo alla Fonzie, placca l’ambientalista imbrattatore e lo piglia a male parole (“Che cazzo fai?”) è una delle cose più belle degli ultimi anni. Eroe vero. I meme che stanno sorgendo in queste ore fanno crepare dal ridere: cercateli.
- Cosa ne pensa del video del karaoke
Meloni-Salvini: “È stato strumentalizzato”. Come al solito Checco Zalone la dice breve e la dice giusta.- Zalone, Elly Schlein come la trova? “Stupenda! Bellissima!”. Avrei voluto essere Aldo Cazzullo per capire il tono di voce.
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