È scattata la gara a chi è più di sinistra. L'ideale sfida a chi ce l'ha più lungo: l'antimelonismo, si intende. Sulle pagine de La Stampa e dell'Espresso, Michela Murgia ha strigliato Enrico Letta con una letterina di fuoco a lui idealmente rivolta. "Dicci qualcosa di sinistra". La scrittrice sarda ha chiamato in causa il segretario dem, accusandolo di non rappresentare abbastanza l'opposizione oltranzista da lei auspicata contro il governo. Nel suo articolo, piuttosto, l'attivista queer ha rivendicato per sé e per alcuni intellettuali schierati il ruolo di veri antagonisti del centrodestra. Anzi, del "nuovo fascismo governativo", per usare le parole della stessa autrice.
La lettera di Michela Murgia
Partendo da un titolo di giornale ("Mattarella sconfessa Saviano e la Murgia"), la scrittrice si è scagliata contro il segretario Pd. "È spontaneo chiederle: perché ci sono il mio nome e quello di Saviano, invece che il suo o di qualcun altro dell'opposizione? Perché siamo noi quelli che i capi dell'estrema destra espongono alla rabbia della loro base sui social media? Come mai la destra si comporta come se la sua opposizione fossero gli intellettuali, invece che gli avversari politici seduti in parlamento?", ha incalzato polemicamente, arrivando a emettere una condanna inappellabile nei confronti dei dem italici: "Non state facendo il vostro lavoro e noi ci ritroviamo nostro malgrado a farlo al posto vostro". Una bacchettata non da poco contro gli esponenti di sinistra reduci da una batosta elettorale non ancora metabolizzata del tutto.
"Il nuovo fascismo governativo"
"In questo vi siamo anche comodi", ha deliberato la scrittrice, perché - ha proseguito - "basta l'atto di prendere posizioni pubbliche contro il nuovo fascismo governativo per essere associati a voi, il soggetto politico che per eredità storica dovrebbe essergli antagonista, tanto che ad alcuni sembra persino che siate voi, attraverso le nostre voci, a prendere posizione. Invece non è così". Da qui, l'accusa rivolta al Pd di essere ormai chiuso su se stesso, ostaggio del proprio "Risiko interno". Intanto - ha lamentato l'attivista queer - "il governo Meloni fa una scelta catastrofica e illiberale al giorno e l'urgenza civica impone a chiunque abbia una voce pubblica di usarla".
Il rimprovero a tutto schwa
Poi il micidiale rimprovero a tutto schwa. "Siamo stanchə di fare da supplenti morali a un partito incolore, che tace invece che parlare, che sussurra dove dovrebbe gridare e che cerca mediazione dove dovrebbe innalzare barricate. Siamo stanchə di dire le parole che voi non dite e di vederci arrivare le shitstorm (e talvolta pure le querele) per aver difeso i temi e i valori che voi avete messo in disparte....", ha attaccato Michela Murgia, riservando invece un plauso al parlamentare di Europa Verde Aboubakar Soumahoro. "Siamo confortatə nel vederlo salire su una nave umanitaria". Poi la drammaturga ha esortato i politici di sinistra a battersi sul tema migranti. Chiaramente in favore degli sbarchi. "L'immigrazione non va fermata, e non solo perché ci serve, ma perché riconoscere alle persone il diritto di cercare condizioni di vita migliori è un principio portante dell’idea di mondo che una sinistra degna di questo nome dovrebbe voler costruire.
Se non potete dire nemmeno questo, fate bene a stare zitti".Quindi l'ultimatum: "Smettete di fingervi alternativi a questa destra, che sarà pure radicata nel più rozzo fascismo, ma almeno è coerente nel suo rapporto tra intenzioni e azione".
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