Mirigliani, le Miss e quelle femministe di potere nemiche di bellezza

Nel braccio di ferro ideologico tra chi reputa che i sessi siano solo due, che i genitori debbano essere un maschio e una femmina, una donna saggiamente all’antica non poteva che soccombere a fronte dell’ortodossia politicamente corretta

Mirigliani, le Miss e quelle femministe di potere nemiche di bellezza
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Patrizia Mirigliani sta al concorso di Miss Italia come Mariele Ventre stava al Piccolo Coro dell’Antoniano. Due «direttrici» appassionate: la prima impegnata nel valorizzare la bellezza femminile; la seconda (scomparsa nel 1995) nel dar voce al talento canoro dei bambini. Nella macchina del tempo targata Rai hanno occupato entrambe un posto d’onore in gloriosi viaggi televisivi: l’appuntamento con Miss Italia - inventato da Enzo Mirigliani, il papà di Patrizia - per decenni non è stato meno atteso di quello con il Festival di Sanremo, mentre lo Zecchino d’oro viveva la sua epopea all’ombra del mantello ceruleo di Mago Zurlì.

Ma il mondo cambia e Miss Italia come lo Zecchino d’Oro divennero gradualmente obsoleti inciampi lungo il - presunto - percorso di un progressismo catodico che doveva svecchiarsi, ma che invece è rimasto più vecchio di prima come dimostra la sopravvivenza (se pur di successo) della liturgia sanremese. Non a caso, quest’anno, officiata da Carlo Conti, uno dei tanti presentatori storici dell’ormai fu Miss Italia. Con Conti gran cerimoniere, nel 2002, il concorso della Mirigliani sparò uno degli ultimi roboanti petardi colorati prima di zittirsi lungo il viale del tramonto.

Oggi Patrizia, 67 anni portati con disinvoltura (ma pure col dolore di chi ha incassato colpi durissimi) guarda a quel periodo con serenità. Però senza rassegnazione, com’è nel carattere volitivo di una regina («Il Giornale», durante i tempi d’oro della sua Miss Italia, la ribattezzò «Nefertiti» per la vistosità di alcuni suoi monili...). Intervistata dal «Corriere della Sera», Mirigliani non rinuncia infatti alla battaglia per un ipotetico ritorno in Rai del concorso, affossato - racconta lei - anche dal femminismo di tre femmine di potere quali «Annamaria Tarantola» (presidente della Rai dal 2012 al 2015 ndr), «Laura Boldrini» (presidente della Camera dei deputati dal 2013 al 2018 ndr) e «Marinella Soldi» (presidente Rai dal 2021 al 2024 ndr): tre figure istituzionali espressione di quella deriva «woke» criminalizza la bellezza femminile ed è nemica della cultura tradizionale. E nel braccio di ferro ideologico tra chi reputa che i sessi siano solo due (e non chissà quanti altri), che i genitori debbano essere un maschio e una femmina (e non un aleatorio «genitore 1» e «genitore 2»), una donna saggiamente all’«antica» come Patrizia Mirigliani non poteva che soccombere a fronte dell’ortodossia politicamente corretta.

Una contrapposizione che emerge chiara nel recente docufilm dedicato alla patron di Miss Italia, ma che purtroppo non le rende onore come donna, madre e manager. Per fortuna chi la conosce davvero, sa che Patrizia Mirigliani non ha fallito in nessuno di questi ruoli.

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