
In Italia sono 900 i fascicoli aperti dalla Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie fra avvertimenti, censure, sospensioni e radiazioni - mentre sono 200 medici radiati dal proprio Ordine di appartenenza.
Eppure questi professionisti continuano a lavorare perché aspettano ancora il giudizio definitivo proprio da parte del Ceeps, ovvero la commissione preposta al giudizio. Solo nella provincia di Roma le sanzioni irrogate dall'Ordine sono circa cento, ma non sono ancora diventate esecutive a causa dei ricorsi. Che hanno tempi lunghissimi, visto che alcuni procedimenti vanno avanti da più di otto anni, come conferma il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi. Dai dati resi noti dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, la maggior parte delle procedure bloccate riguarda le sanzioni più gravi, ovvero sospensioni e radiazioni, con l'aggravante che l'Ordine non può neanche comunicare le sanzioni disciplinari comminate ai propri iscritti finché non diventano definitive, per ragioni di privacy. Il risultato è che un paziente potrebbe trovarsi a essere seguito da un professionista radiato senza esserne a conoscenza. Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, si augura «che vengano presi subito provvedimenti per smaltire gli arretrati e fluidificare il lavoro della Commissione, a tutela in primo luogo dei cittadini e anche dei medici in attesa di giudizio, che aspettano una decisione certa». Quanto all'entità del fenomeno, Anelli evidenzia che «non abbiamo numeri precisi ma, considerando che sono in media uno all'anno per Ordine, che gli Ordini sono 106 e che la Cceps è sostanzialmente ferma del 2022, potrebbero essere circa 200. Si tratta di 200 medici che, nelle more del giudizio, visto che il ricorso sospende l'efficacia della sanzione, continuano a fare i medici, anche se avessero commesso fatti gravi». Proprio per questo la Fnomceo ha proposto l'istituzione, in seno alla Cceps, di una sezione stralcio che possa esaminare i ricorsi in sospeso al 31 dicembre 2024 relativamente alle sanzioni meno gravi. «È l'obiettivo di un emendamento presentato dall'onorevole Annarita Patriarca - prosegue Anelli -. Ci auguriamo che il Parlamento accolga la proposta in modo che si ripristini l'ordinaria attività della Commissione evitando che i professionisti sospesi o radiati continuino a esercitare».
La situazione è complicata anche nell'Ordine di Milano dove, dice il presidente Roberto Carlo Rossi, i casi sono tanti e alcuni risalgono anche al 2016. «È una situazione disarmante. Abbiamo persone che si sono macchiate anche di reati gravissimi a cui sono state comminate sanzioni disciplinari severe, come la sospensione e la radiazione. Queste sanzioni, però, non vanno a segno perché il ricorso sospende il provvedimento». Rossi chiarisce anche che «non c'è nulla di negativo nella possibilità di opporre ricorso a un provvedimento dell'Ordine di appartenenza. Anzi, è un fatto di civiltà giuridica, ma il procedimento deve funzionare». La crescita esponenziale degli esposti all'Ordine è anche il frutto della crescente «conflittualità del rapporto fra medici e pazienti», evidenzia Rossi.
Ma ieri, in serata, è arrivato l'annuncio del Ministero della Salute di una riforma della Commissione Centrale per gli esercenti le professioni sanitarie (CEEPS) che garantirà procedure più snelle e immediata esecutività delle sanzioni comminate dagli ordini professionali. L'obiettivo è di «rendere più spedita la trattazione e decisione del giudizio» per i medici e le professioni sanitarie.
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