Concertone stonato: stavolta spunta Rovelli ad attaccare il governo. Fango contro Crosetto

Piazza San Giovanni sta all'opposizione. E il momento clou arriva quando Carlo Rovelli, uno dei più noti fisici italiani, prende la parola interrompendo la colonna sonora

Concertone stonato: stavolta spunta Rovelli ad attaccare il governo. Fango contro Crosetto

Piazza San Giovanni sta all'opposizione. E il momento clou arriva quando Carlo Rovelli, uno dei più noti fisici italiani, prende la parola interrompendo la colonna sonora. Il suo intervento è un attacco frontale a Guido Crosetto che nemmeno viene citato ma è nel mirino dello scienziato: «Il ministero della Difesa serve per difenderci dalla guerra o per aiutare i piazzisti di strumenti di morte?», é la domanda retorica che dà all'happening una sterzata in chiave pacifista. «Stiamo andando verso una guerra che cresce - afferma Rovelli - e invece di cercare soluzioni i paesi si sfidano, invadono, soffiano sul fuoco della guerra e la tensione internazionale non è mai stata così alta come adesso».

È il messaggio più forte di una serata che offre anche altre sorprese: c'è Piero Pelù che sfoggia una maglietta di Mattarella in versione punk con tanto di cresta: «Mattarella è rock e ci unisce»; poi c'è Luciano Ligabue che attacca la smania di potere: «Di fronte alle overdose di un certo potere, agli abusi di cui è capace, serve un altro potere, quello di far sentire la tua voce e non permettere a nessuno di provare a cancellare la tua storia e riscriverla come gli pare».

Il popolo apprezza e ciascuno è libero di interpretare quelle parole come una difesa dei sacri valori benedetti nel fonte battesimale dell'antifascismo. Insomma, gli astri si allineano come da consuetudine e anche Ambra, che conduce l'happening, si butta nella mischia rilanciando la questione femminile: «Avvocata o ingegnera? Tenetevi pure le vocali ma pagate le donne quanto gli uomini».

E però l'attrice frena quando Rovelli parte in quinta contro Crosetto. L'artista non solo non si unisce alle critiche color arcobaleno, ma assesta con garbo una stoccata al fisico: «Qua non c'è censura. Dispiace che, non essendo un dibattito politico, quando si attacca qualcuno, come nell'intervento del professor Rovelli, dovrebbe esserci un contraddittorio che non c'è stato». E poi, conversando con il Corriere della sera, aggiunge con una punta di autoironia: «L'ho fatto per una questione di umanità, di correttezza. Sono meccanismi base della tv che ormai conosco bene anche se non c'è più Boncompagni che mi parla nell'orecchio». La querelle fra Rovelli e Crosetto è comunque la cifra politica della giornata e il segnale che il pentagramma è il motore della lotta al governo. Insomma, da Sanremo a Piazza San Giovanni, sono musicisti e showmen ad andare contro la Meloni e il suo esecutivo.Qui il pezzo forte arriva con le parole di uno dei massimi studiosi dei buchi neri. «Lo sapete- dice arringando la folla a proposito di Crosetto di cui però non fa il nome esplicitamente - che è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo», Leonardo, «e presidente della Federazione costruttori di armi?»

Un affondo duro, tagliato in modo sartoriale sulla figura del ministro, che poi diventa un inno al pacifismo senza se e senza ma: «Il ministero della Difesa serve per difenderci dalla guerra e non per fare i piazzisti di strumenti di morte. Stiamo andando verso una guerra che cresce e invece di cercare soluzioni i paesi si sfidano come galletti in un pollaio».

Ambra interviene per ricordare che le critiche senza interlocutore non vanno bene, Crosetto non c'è e non può farsi sentire. Poi Crosetto risponde attraverso Repubblica.it: «Rovelli non sa di che parla, gli mando un abbraccio pacifico e lo invito a pranzo per fargli conoscere la persona». E ancora: «La prossima volta che parlerà di me lo farà sapendo cosa faccio ogni giorno per cercare la pace e fermare la guerra».

Non è ancora finita, perché c'è tempo per una controreplica dello stesso Rovelli: «Ringrazio molto la cortesia del ministro della Difesa e il suo gentile invito a cena.

Ma la questione non è personale, fra lui e me. È politica e vorrei se ne discutesse nel Paese, non a cena a due».

Obiettivo raggiunto. Il Concertone come Sanremo è una palestra politica e l'occasione per contestare il pensiero al potere.

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