Macché apocalisse, in Calabria è solo colpa dei piromani

La Calabria devastata dagli incendi come l’intero mezzogiorno non per il cambiamento climatico ma per la mano criminale dei piromani, per questo il governatore Occhiuto ha creato la task force "tolleranza zero" per contrastare il flagello che ogni anno si abbatte sulla regione

Macché apocalisse, in Calabria è solo colpa dei piromani
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Scorrendo i principali quotidiani e ascoltando le principali notizie sui social il grande dramma degli incendi che devastano il sud occupa il cuore del dibattito, giusto sì, ma nella narrazione che ne segue qualcosa stona.

La ragione di questo scollamento fra la realtà e la narrazione è semplice: si è scelto di raccontare gli eventi seguendo il filo conduttore della visione in salsa apocalittica del “ cambiamento climatico", che da settimane domina il dibattito pubblico, anche in questo caso dando più spazio purtroppo al fanatismo ambientalista che alla realtà.

Succede come nel caso degli incendi che devastano in queste ore la Calabria che il “ cambiamento climatico” c’entri ben poco. Certo le temperature elevate non facilitano le operazioni dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, e per aggravare di più la situazione i forti venti registrati nelle scorse notti alimentano il cammino delle fiamme, ma eccetto questo il fulcro del problema è ben lungi dall’essere esemplificato sotto la campagna mediatica che annuncia l’imminente catastrofe.

Ricordiamo tutti le frasi apocalittiche di Greta Thunberg che annunciava cinque anni fa entro proprio un quinquennio l’estinzione dell’umanità. Eppure siamo ancora qui, e come ogni anno alle prese con i roghi, che di apocalittico in senso biblico hanno ben poco, nonostante distruggano le montagne rigogliose di vegetazione e le verdi colline del sud che scendono a picco sul mare.

Non è raro per i bagnanti delle regioni del sud assistere dalla battigia alla devastazione del patrimonio naturalistico del mezzogiorno, così come non di rado, capita che le notti siano illuminate dal bagliore delle fiamme, una cosa a cui a sud ci si abitua, perché accade ogni anno, e non per colpa del “ cambiamento climatico”, ma per qualcosa di meno apocalittico, più umano e criminale che è il fenomeno dei piromani.

Soggetti malati che per gusto e a volte anche per dolo appiccano il fuoco nei boschi, nei campi incolti, persino ai bordi delle strade. Succede sempre, ed è un fenomeno che non può essere fermato né con gli anatemi né con le conferenze sul clima, ma con la prevenzione ed il contrasto ad un fenomeno criminale che è costato negli anni non solo ettari su ettari di vegetazione, ma anche vite umane e animali.

Per affrontare un problema che annualmente - ogni estate - flagella la Calabria, il governatore Roberto Occhiuto ha deciso di intensificare il pugno di ferro contro quelli che sono dei criminali senza scrupolo. Ne è un esempio quanto accaduto il 24 luglio scorso dove i droni approntati dalla regione ( sono trenta in tutto ) hanno immortalato in piena flagranza di reato un piromane intento ad appiccare il fuoco nella pineta antistante la spiaggia di Curinga in provincia di Catanzaro. Il piromane immortalato dalle telecamere, prima ha tentato di colpire lo stesso utilizzando delle pietre e poi di darsi alla fuga.

Sin dal suo insediamento il Presidente Occhiuto ha voluto la costituzione della “task force” regionale del progetto “ Tolleranza Zero” contro gli incendi. Operazioni che hanno coinvolto le forze dell’ordine e in particolare l’Arma dei Carabinieri che ha impegnato nell’attività il prestigioso Squadrone eliportato carabinieri cacciatori, per tutti i “cacciatori di Calabria".

Nei boschi e nelle pinete sono impegnati anche gli operatori di “ Calabria Verde", la Protezione civile e i volontari del servizio antincendio. Si tratta di un problema reale, e ben distante dalle analisi che in questi giorni vengono effettuate sul tema degli incendi devastanti.

Per dirla con parole estremante semplici, non è solo una questione di educazione ambientale, è un problema di educazione civile e in parte sanitaria, perché chi appicca i roghi presenta evidenti squilibri.

Di questo fenomeno grave però non se ne parla, meglio per una certa narrazione consolidata avvolgere tutto sotto il mantello del cambiamento climatico con un bel fiocco alla Greta.

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