Niqab a scuola e sinistra ipocrita: ora si indigna ma taceva su Monfalcone

Il caso del velo integrale islamico in una scuola di Pordenone sconcerta i dem. Ma sindaco di Monfalcone lamenta: "Qui accade da anni, ma da sinistra mi danno della razzista perché mi oppongo"

Niqab a scuola e sinistra ipocrita: ora si indigna ma taceva su Monfalcone
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"Coprire integralmente con il velo il volto di una bambina è un'inaccettabile forma di imposizione". Di colpo, la sinistra s'è svegliata dal sonno della ragione. Quanto accaduto nei giorni scorsi a Pordenone, dove una bambina di dieci anni si era presentata a scuola indossando il niqab, ha scosso i progressisti, i quali si sono compiaciuti per la decisione di un'insegnate di far scoprire il viso all'alunna. "Ha fatto bene. In Italia la legge vieta di girare a volto coperto e la bimba era evidentemente costretta a portare il velo", ha scritto sui social la parlamentare Pd Alessia Morani. E il consigliere regionale dem, Nicola Conficoni, ha rimarcato: "La libertà di culto riconosciuta dalla Costituzione non ha nulla a che vedere con mortificanti discriminazioni".

Meglio tardi che mai. La sinistra che oggi plaude al divieto del niqab tra i banchi di scuola è infatti la stessa che ha sempre tentennato nel prendere posizione sulle derive integraliste dell'Islam che portano proprio a quelle imposizioni. Ne sa qualcosa il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, finita nel mirino dei progressisti per aver denunciato la crescente radicalizzazione musulmana sul proprio territorio. E in particolare nelle scuole. Proprio su queste pagine, la prima cittadina aveva lamentato l'inquietante fenomeno delle bambine mandate a scuola con il burqa ma in quel caso la sinistra non si era scomodata, né tanto-meno allarmata. Come mai?

Eppure il parallelismo con quanto accaduto nei giorni scorsi a Pordenone appare diretto. "Sono almeno sei anni e mezzo che denuncio questo problema, ma da sinistra mi hanno detto che sono razzista e xenofoba perché sostengo che le donne non possano girare completamente velate, come purtroppo succede qui. Essendo cresciuto molto l'integralismo islamico, a Monfalcone è anche aumentato il numero delle bambine velate da capo a piedi, già nell'età della scuola dell'infanzia", lamenta il sindaco Cisint conversando con ilGiornale.it. L'esponente leghista era peraltro passata dalle parole ai fatti proprio per impedire la diffusione del velo integrale nei luoghi di pertinenza comunale (gli unici sui quali poteva intervenire). Ma anche in quel caso la sinistra si era opposta.

"Quando io ho approvato un regolamento di polizia urbana per vietare il velo integrale negli edifici comunali, il Pd ha votato contro e anche i loro consiglieri regionali mi hanno dato addosso, dicendo che restringevo la libertà. Ma la libertà che vogliamo sono le donne completamente coperte che camminano dietro ai loro mariti? Da anni vedo crescere un'accettazione silenziosa di questo integralismo", ha rimarcato Anna Maria Cisint, tornando a contestare il centrosinistra, a maggior ragione dopo le dichiarazioni di alcuni suoi esponenti sul caso di Pordenone. "Il Pd ora si scopre contro il velo integrale? Benissimo, allora immagino che voteranno la nostra proposta di legge al riguardo. Perché se sei contro questa cosa, crei le condizioni affinché non avvenga e non aspetti di delegare a una maestra o a un sindaco di affrontare il problema".

Per ora i dem si sono limitati alle parole, in questo caso condivisibili. Chissà se e quando arriveranno i fatti.

Su questo fronte, del resto, i compagni devono anche fare i conti con una loro contraddizione: in Europa, infatti, i politici di area progressista hanno sempre presentato il velo come un simbolo di multiculturalismo da accettare, se non addirittura da promuovere.

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