Oltre un milione e mezzo di italiani vivono in case senza acqua

Nel rapporto della Caritas l'emergenza povertà. I senzatetto sono 7mila in più in un anno

Oltre un milione e mezzo di italiani vivono in case senza acqua
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Dormono su materassi marci e umidi nei parcheggi delle stazioni. E di giorno si mettono in fila alle mense per un piatto caldo e ritrovare conforto e dignità. I senza tetto in Italia sono in netto aumento: 34.554 nel 2023, in forte crescita rispetto al 2022 quando erano 27.877. Lo registra il Rapporto Caritas 2024. Aumenta l’incidenza delle persone over 65 (dal 12,1% al 13,4%): in valore assoluto si tratta di 35.875 anziani supportati, a fronte dei 30.692 incontrati nel 2022.

Ma quella in crescita non è solo la povertà assoluta, quella della strada. In Italia un milione e mezzo di famiglie vive in abitazioni sovraffollate, poco luminose e senza servizi come l’acqua corrente in bagno. Il 5% dei nuclei fa fatica a pagare le rate del mutuo o l’affitto e le bollette. Di questi, la maggior parte non ha una casa di proprietà. Le sentenze di sfratto per morosità nel 2023 sono state 30.702 rispetto alle 33.522 del consuntivo 2022.

«Le sentenze per morosità - si legge nel rapporto - restano la principale motivazione di sfratto: sul totale delle nuove sentenze, quelle per morosità sono pari al 78%. L’83% degli edifici residenziali è stato costruito prima del 1990 e il 57% risale a prima degli anni ’70. Gli edifici in classe F e G sono più del 60%. Per adeguarsi alle direttive UE serviranno investimenti tra gli 800 e i mille miliardi di euro. Presso i centri di Ascolto Caritas, la dimensione abitativa risulta il terzo tra i problemi riportati, coinvolgendo il 22,7% dell’utenza in Italia (su un totale di circa 270mila beneficiari dell’azione Caritas). Tale percentuale aumenta al 27% se si considerano solo le persone straniere mentre si riduce al 17,6% se si osservano i nuclei con cittadinanza italiana, segnale di una costante discriminazione nell’accesso alla casa che riguarda ormai qualsiasi ambito territoriale.

Dire che una persona su 10 è povera significa che non riesce ad accedere a un affitto con i canoni privati, che non riesce a curarsi, che riesce a mettere assieme pranzo e cena solo grazie alle associazioni di volontariato. E dopo un po’ che sta in strada o vive senza acqua e riscaldamento, non è nemmeno più in grado di proporsi a un colloqui di lavoro, finendo in un vortice di emarginazione difficilmente immaginabile.

«Le povertà irrompono sulla scena sociale italiana in maniera sempre più evidente, travolgendo certezze e aprendo a nuovi interrogativi.

Non si tratta solo di marginalità economica, ma di una complessa rete di fragilità che coinvolge le famiglie, imprigionandole in una spirale di solitudine, disagio abitativo, precarietà lavorativa e povertà educativa - analizza il fenomeno il direttore Caritas Italiana, don Marco Pagniello - Tra le mura domestiche il lavoro povero e intermittente dilaga, con salari bassi e contratti atipici che soffocano ogni speranza di una vita dignitosa».

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