Chiara Corbella Petrillo ha 28 anni quando, il 13 giugno del 2012, muore a causa delle complicazioni di un carcinoma alla lingua. Qualche giorno prima, è il 30 maggio 2011, riesce però a dare alla luce il suo terzo bambino, Francesco. Prima di lui ha avuto altre due gravidanze, entrambe terminate con la morte, subito dopo il parto, dei piccoli a causa di gravi malformazioni. Francesco, invece, nasce sano grazie alla scelta della madre di rinunciare alla chemio per non danneggiare il feto. Acconsente solo a sottoporsi a un primo intervento durante la gravidanza e rimanda il secondo a dopo la nascita del bambino. Nel frattempo, però, non si sottopone ad alcuna terapia. Quattro giorni dopo il parto inizia chemioterapia e radioterapia, ma ormai il tumore è troppo diffuso. E lei muore da lì a un anno.
La storia incredibile di Chiara ha commosso tutta Italia e non solo, e la sua incrollabile fede ha spinto la Diocesi di Roma a intraprendere nel 2018 il processo di beatificazione e, nello stesso anno, a proclamarla serva di Dio dalla Chiesa cattolica. Chiara è anche una delle sedici donne citate dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel primo discorso alla Camera in occasione del quale ne ha ricordato il coraggio. Ora, a undici anni dalla morte, il Comune di Roma le dedica un luogo cittadino per ricordarne l'enorme sacrificio d'amore. Una via, una piazza o un giardinetto, che raccontino a tutti l'immensa storia di questa giovane mamma romana. Ma sui social si è scatenato un odio indicibile.
La piccolezza di molti rischia di rovinare anche questo commovente momento. I livorosi pieni di odio sono riusciti a strumentalizzare persino una storia che parla d'amore, con il solo meschino obiettivo di dar contro al governo e al centrodestra. I commenti fanno semplicemente rabbrividire. C'è chi dice senza mezzi termini che Chiara dovrebbe vergognarsi per il suo "egoismo". "Questo assurdo egoismo è da far paura... ora che è inutile dall'altro mondo spero possa compiacersi di questa malsana scelta. Questa è follia... non maternità". Chi la accusa addirittura di essere espressione del "patriarcato" e si scaglia contro la scelta di dedicarle una via. "Patriarcali! Senza parole. Mi fa rabbia tutto questo. Al patriarcato non serve un altro monumento". E ancora chi la considera un pessimo esempio: "Non esortate come nel Medioevo le donne a sacrificare la vita per una gravidanza. Quando sarai sotto terra con i vermi, dimenticheranno presto il tuo sacrificio. Se devi curarti, abortisci che per i figli c’è sempre tempo e non è un dovere, e salvi prima la vita tua che hai diritto a vivere".
La maggior parte dei commenti di odio provengono da donne: insomma, accusano Chiara di aver compiuto una scelta spinta da non si bene quale pressione patriarcale, maschile. Al tempo stesso però pretendono di essere loro a scegliere la cosa giusta per lei, cioè l'aborto, che "tanto per i figli c'è tempo". C'è chi poi con un triplo salto carpiato riesce a tirare dentro il governo anche in questa storia. Ricordiamo, solo per la cronaca, che quando Chiara è morta era il 2012 e all'epoca a Palazzo Chigi non c'era di certo Giorgia Meloni. E non servirà nemmeno ricordare che la procedura di beatificazione (che non c'entra nulla con il governo italiano, essendo una scelta della Chiesa cattolica) è iniziata nel 2017 quando addirittura c'era un governo di sinistra. Eppure, a molti non serve sapere i fatti, quando l'unico obiettivo è spargere odio. E così c'è chi scrive: "Per questo governo le donne meritano rispetto solo se fanno da incubatrici con i loro uteri per sfornare prole. Poi per fortuna tirano pure le cuoia così stanno pure zitte e non si lamentano, non rivendicano diritti".
La libertà di una donna dovrebbe essere quella di scegliere per sé, come ha fatto Chiara, e non quella che indicano gli altri solo perché per la maggior parte delle persone "è la cosa giusta". È una scelta facile da giudicare, per quanto il buon senso imporrebbe il silenzio, perché incomprensibile a molti. È facile dire a parole: "Ti amo da morire". Ma ci porta sull'orlo dell'abisso pensare di dare davvero la nostra vita per qualcuno che amiamo. Chiara invece non ha avuto tentennamenti, e ha scelto.
"L’amore ti consuma ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo", ha scritto nella lettera al figlio prima di morire. Per questo è giusto ricordarla. E sarebbe giusto stare in silenzio e non infangare la sua memoria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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