- Difficile dire se si tratta di un paradosso o della più classica eterogenesi dei fini. O forse è solo sfortuna politica. Fatto sta che questo Pd si sta incartando nella formazione delle liste per le Europee infilandosi in un tubo senza uscita che si è costruito da solo. Chiamale quote rosa, chiamale rappresentanza di genere o quello che vuoi. Il Pd in rosa che più rosa non si può, il Pd che si ritrova Chiara Valerio come ideologa (quando la capiscono) e che ha eletto Michela Murgia a stella polare, non può candidare la sua segretaria come capolista altrimenti rischia di danneggiare le altre candidate. Neppure rifilare Elly Schlein al terzo posto basterà, visto che per uno strambo meccanismo di preferenze (l’elettore deve assegnarle a candidati di sessi opposti), alla fine vuoi o non vuoi a rimetterci sarebbero sempre le signore. Il paradosso è servito: visto che la legge è stata pensata per correggere il tiro di partiti rappresentati da leader maschi, per il Pd il modo migliore per eleggere più donne possibili (candidando comunque il segretario) sarebbe quello di... silurare Elly ed eleggere un leader uomo. Indovinate chi c’era al governo quando è stata approvata la legge che oggi danneggia il Pd? Esatto: il Pd.
- Non è bello quando Marine Le Pen mette nel mirino Giorgia Meloni e l’alleato di governo, ovvero Matteo Salvini, non difende la propria premier. Certo l’idea di ritrovarsi Ursula von der Leyen di nuovo alla guida della Commissione, anche se con i voti spostati più a destra, non è il massimo ed è nella logica delle cose che Identità e democrazia neghi ogni possibile appoggio alla candidata del Ppe (cioè di Forza Italia). E poi ricordiamoci che le europee sono elezioni dove si vota col proporzionale e dove ogni partito va per sé. Però, dico però, non mi preoccuperei di screzi elettorali: mancano tre mesi, poi tutto tornerà in carreggiata. Non credo il Capitano leghista sia così pazzo da voler mandare all’aria un governo di centrodestra per qualche voto in più a Bruxelles dove, comunque, difficilmente la Lega toccherà palla.
- Michele Emiliano ha raccontato un aneddoto talmente grave (in sintesi: avrebbe “raccomandato” Antonio Decaro alla sorella di un boss di Bari Vecchia) che sorprende come non siano ancora arrivati in Puglia i caschi blu dell’antimafia. Intendo quei giornalisti e commentatori che ogni qual volta a destra c’è il solo sentore di profumino di presunta mafia (ripeto: presunta) ci monta sopra una panna montata giornalistica da far impallidire Igino Massari. Stavolta che Emiliano confessa di fatto di essere stato a casa di una famiglia mafiosa, e viene pure smentito dal sindaco Decaro, nessuno - o quasi - che osi crocifiggerlo.
- Ora, il punto non è se Emiliano e Decaro siano davvero andati a casa della sorella del boss. Il problema semmai è che Emiliano ritenga “normale” averlo fatto tanto - nel caso non fosse vero - da inventarselo di sana pianta. A meno che, ma non abbiamo prove in merito, il suo intento non fosse quello di “azzoppare” Decaro anziché aiutarlo…
- Il lascito politico ed ideale di Silvio Berlusconi, consegnato alla figlia Marina e reso pubblico oggi, ci conferma quello che per molti era già una certezza. Ovvero che Berlusconi era unico: l’ultimo politico ad avere in mente un ideale così definito a tutto tondo, ma soprattutto l’unico in grado di spiegarlo alla gente affinché lo capisse, traducendolo in proposte politiche e in spot elettorali. Lo ha dimostrato anche in questo breve scritto, semplice eppure diretto, che farebbe impallidire quei pomposi e inutili malloppi che compongono i documenti politici degli altri partiti.
Berlusconi racchiude in poche righe una vita e un'idea: amore, pace, Dio, cristianesimo, casa, famiglia. Ma soprattutto: libertà. “Sono anch'io di Forza Italia, del partito che ho fondato, che vorrei possa essere così, convincendo tutti i cittadini dell'Italia e del mondo”. Commovente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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