"Vieni, ti do la mia parola". Quando Pippo Baudo sventò un presunto suicidio a Sanremo

Il 23 febbraio 1995 il signor Pino Pagano irrompe al festival minacciando di gettarsi da una balconata: il salvifico intervento del conduttore sbroglierà la matassa e farà impennare gli ascolti

Baudo salva il signor Pagano (screen)
Baudo salva il signor Pagano (screen)
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Scende la sera del 23 febbraio ovunque, anche in Italia. Fuori è rintoccato da poco il 1995 ed è quel momento dell'anno in cui o sei sintonizzato, oppure ti perdi l'epicentro di tutto. Le generose frequenze sono quelle di mamma Rai. La quarantacinquesima edizione del Festival di Sanremo erompe placida nelle case di tutto il paese. Ispeziona le cucine, rimbalza nei salotti, strappa sorrisi e karaoke discutibili.

Se ne stanno tutti quanti aggrappati a lui. Al mitologico conduttore: Pippo Baudo. Un fabbricatore compulsivo di share, capace di sfilarsi dalla mediocrità della colleganza per incassare consensi generalizzati con quell'aplomb, quel suo modo di stare alla televisione come alla vita, impassibile, sicuro, sereno. Pippo nazionale è una carezza stretta nell'impugnatura del telecomando. In quella edizione, si calcolerà in seguito, il Festival tocca il record assoluto di ascolti. Ma non solo grazie alle prodezze di Baudo o agli acuti di Giorgia, che strappa il successo con il brano "Come saprei". Succede qualcos'altro che contribuisce a fare impennare tutto.

Il 23 febbraio, appunto, un uomo irrompe in diretta fermando tutto. Si chiama Giuseppe Pagano, per gli amici Pino, è bolognese, ha 38 anni. E soprattutto è disoccupato, motivo che lo starebbe inducendo ad un folle gesto. Si trova infatti, Pagano - che indossa un maglione a losanghe e motivi artici - pericolosamente oscillante sulla balustra che dà sul palco. Minaccia di tirarsi di sotto. Dalla platea si leva una coltre di strilla disperate. Dalla galleria sussultano. A casa è tutto un trillare di telefoni: "Ma stai vedendo? Sì, metti il Festival".

Baudo Pino
Baudo convince il signor Pagano a non gettarsi

E qui entra in gioco il nostro. Baudo inizia un dialogo con l'aspirante suicida, dapprima a distanza, poi avvicinandosi con cautela. "Qual è il motivo?", chiede andando verso di lui. "Sono disperato", replica Pino. Nel frattempo Pippo ha raggiunto il palco e chiede ai carabinieri di indietreggiare. Poi rassicura l'uomo: "Ti aiuterò, te lo prometto. Vieni qui, non ti faccio arrestare. Vieni, ti do la mia parola". Diciassette milioni di telespettatori se ne stanno incollati ai tubi catodici, con il fiato spezzato. Poi Pagano cede, torna sui suoi passi e abbraccia Baudo. L'Ariston sfocia in un fragorso applauso. Anche da casa esultano.

In seguito verranno avanzati notevoli dubbi sul fatto. L'ipotesi di una irriverente messa in scena per fare audience, infatti, deflagra inarrestabile. Baudo smentisce sempre, ma una successiva lettera pubblica di Pagano - che pure scagiona il conduttore - lascerebbe pensare ad una combine. "Pippo mi perdoni, sono stato consigliato male. Mi sono molto pentito delle cretinate che ho fatto, solo per guadagnare una manciata di milioni e un po’ di pubblicità in più. Ora vedo tutto sotto un’altra luce, provo altre emozioni".

A distanza di quasi trent'anni ristabilire la

verità esatta dei fatti resta una missione intricata. Quel che invece rimane per certo è il clamoroso successo del Festival baudiano, trascinato dal Pippo conduttore, amico fraterno e pure formidabile salvatore di vite umane.

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