Rischio fregatura sulle Ong, paradosso Soumahoro e l'Iran: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la polemica sulla fascia da capitano a Qatar 2022,

Rischio fregatura sulle Ong, paradosso Soumahoro e l'Iran: quindi, oggi...

- Pare che Roberto Speranza stia pensando di fondare una “cosa” di sinistra che non si capisce bene quale rapporto dovrebbe avere con il Pd. Penso che la sinistra è allo stesso punto in cui si trovava con Renzi, ma senza un leader forte: diviso tra chi vorrebbe creare qualcosa di riformista (Bonaccini) e chi vorrebbe il ritorno della ditta (Elly Schlein e soci). Chi vincerà, non so. Probabilmente Giuseppe Conte

- La storia della fascia da capitano al Mondiale di Qatar 2022 non mi entusiasma molto. Faccio solo notare due cose. Che di fronte ad un banale cartellino giallo le federazioni si siano infischiate dei diritti Lgbt. Erano disposti a versare il dovuto per una multa (tanto sono pieni di soldi) ma non a pagare davvero la difesa dei diritti con una ammonizione. Sta tutta qui l’ipocrisia imbarazzante di certe manifestazioni: se ci credi davvero, allora cosa può mai essere un cartellino giallo di fronte alla discriminazione dei gay in Qatar? Inginocchiarsi all’Europeo in protesta per un razzismo che in Europa non esiste è troppo facile. Andate a chiedere ai calciatori dell’Iran quanto può costare loro la decisione di non cantare l’inno nazionale. Quello sì è un atto di coraggio. Non l’ipocrisia pelosa dei pallonari europei.

- I Maneskin vincono gli American Music Awards. Bravi loro. Ma mi spiegate per quale motivo devono presentarsi sul palco a ritirare il premio tutti in reggicalze?

- La moglie di un sindacalista si lamenta perché i lavoratori della cooperativa dove lavorava sono “manipolati dai sindacati”. Ma è bellissimo questo paradosso Soumahoro

- Non c’è niente di peggio delle pagliacciate della Fifa in tema di razzismo, rispetto e diritti Lgbt. Se vuoi fare delle campagne serie, allora avresti dovuto esigere rispetto per i lavoratori migranti in Qatar morti per costruire gli stadi. Oppure chiedere a Doha una presa di posizione chiara sui diritti degli omosessuali, ma tempo fa. Inginocchiarsi durante le partite, o indossare la fascia “No discrimination”, è solo un modo per lavarsi la coscienza. Ed è pure patetico. La cosa migliore sarebbe smetterla di vedere lo sport con gli occhi della politica e godersi lo spettacolo. Ecco: fossi in Infantino mi preoccuperei piuttosto del fatto che questo sport sta diventando tremendamente noioso.

- Pare che l’Europa si sia svegliata sul tema migranti. Oggi la Commissione ammette che c’è un problema enorme nel Mediterraneo centrale e afferma di voler inserire il codice di condotta delle Ong, quello chiesto da Piantedosi, nella proposta per affrontare il tema migratorio. Alla faccia dell’Italia isolata in Europa.

- “Sono pienamente d'accordo sulla necessità di maggiore coordinamento tra Stati costieri, Stati di bandiera, Ong e altri attori rilevanti. La mancanza di coordinamento è uno dei problemi. Ed è importante continuare a cercare soluzioni in merito”, dice il commissario europeo agli Affari interni, Ylva Johansson. Che poi tutto questo si trasformi in qualcosa di concreto, ho molti dubbi. Dopo otto anni di migrazioni di massa verso l’Italia, ormai sono come San Tommaso: finché non vedo, non credo. Per ora resta fuffologia applicata. E il rischio fregatura è sempre dietro l'angolo.

- L’Ue scopre che gli accordi di ricollocamento firmati da vari Paesi con l’Italia erano rimasti lettera morta. C’è voluto il casino della Ocean Viking per spiattellarlo in faccia all’Europa. Possibile non si siano mai accorti prima che la “solidarietà” europea verso l’Italia è sempre rimasta lettera morta?

- A leggere il piano in 20 punti che la commissione dovrebbe presentare questa settimana al Consiglio straordinario degli Affari Interni mi sembra che ci sia molto fumo e poco arrosto. Tanto “coordinamento”, “visione comune”, “sforzi unitari”, ma poco di concreto. Manca insomma un'enunciazione fondamentale: chi viene salvato dalle Ong deve andare negli Stati di bandiera. Senza il riconoscimento di questo principio, ci scommetto, non cambierà nulla.

- Vi ricordate l’ultima conferenza stampa di SuperMario Draghi, quando disse che il price cap era cosa fatta perché il Consiglio europeo aveva preso una “decisione”? Ecco. Sono passate delle settimane e di quella “decisione” non c’è neppure l’ombra. Anzi. Giovedì prossimo è previsto un consiglio dei ministri europei dell’Energia ma fonti già fanno sapere che sarà solo uno scambio di vedute senza alcun accordo vero e proprio sul price cap. Le capitali la pensano in maniera molto differente. E la proposta della Commissione non ha scaldato i cuori. Manca, soprattutto, un punto non indifferente: quale sarà il “prezzo” massimo cui fissare il tetto? Mistero. Intanto l’inverno si avvicina…

- L’Iran sarà pure scarso, ma l’Inghilterra ha un grande merito: farci vedere un calcio giocato in verticale, senza passaggini e palleggi vari. Bravi

- Bisogna smontare la bufala mastodontica su questa manovra economica. La storiella del “il centrodestra ha mancato tutte le promesse fatte agli elettori” è una stupidaggine sesquipedale. Sapete perché? Perché i governi sono fatti per durare cinque anni e non esiste esecutivo in grado di rispettare il mandato elettorale tutto nella prima finanziaria, soprattutto se – come in questo caso – gran parte dei soldi (21 miliardi) deve finire per finanziare le bollette causa guerra in Ucraina. Meno sciocchezze, grazie.

- I principini del polically correct che fuggono da Twitter perché il despota Elon Musk ha riammesso il puzzone Trump, sono gli stessi che stanno coprendo di insulti il "povero" Elon. Il free speach piace solo quando sono loro a goderne.

- Repubblica ha scelto Conte come suo prossimo leader. Ce ne rallegriamo perché, visti i precedenti, è facile che questo significhi la sua fine politica.

- Beh ma il dibattito sorto sulla Stampa è meraviglioso. Vi spiego. Ieri il quotidiano di Massimo Giannini, patrono del politicamente corretto e da sempre house organ del femminismo stile Michela Murgia, ha pubblicato il racconto di tal Patrizio Bati sulle sue 20 volte in cui è andato a fare sesso con una delle prostitute uccise a Roma. Lo racconta come se fosse una cosa normale. La Stampa ci vede forse una mezza notizia, ma non tiene conto dell’indignazione che scatenerà. Infatti le femministe e le reti anti violenza scrivono a Giannini scandalizzate per aver scelto di pubblicare l’autodenuncia di un puttaniere (nel senso tecnico di uno che va abitualmente a prostitute).

Ma la cosa migliore è l’editoriale di auto-giustificazione che scrive Annalisa Cuzzocrea, intelligente per carità, ma con una sola pecca: andava scritto ieri, di fianco al racconto del puttaniere, non oggi a frittata ormai fatta.

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