Cosa unisce il caso Sangiuliano con l'esonero di De Rossi? La scarsa qualità dei nostri media, che hanno da tempo abbandonato le basi del giornalismo per assomigliare sempre più ai tabloid scandalistici, che vellicano i pruriti popolari mentre tacciono quei fatti aspri e ruvidi che potrebbero urticare i potenti.
L'editore è felice perché l'audience cresce e il telefonino non squilla.
Nei giorni dell'affaire Sangiuliano/Boccia cosa c'era sulle scrivanie dei direttori? Due elezioni in Germania semi-vinte dall'estrema destra; una controffensiva russa unita alle dimissioni di cinque ministri di Kiev, tra cui Kuleba titolare degli Esteri; la proroga al 2027 delle concessioni balneari e, ben celato sullo sfondo, il Piano Strutturale di Bilancio che fissa i limiti della spasa pubblica fino al 2031, da presentare dopo pochi giorni. Tutte notiziole di poco conto per l'Italia e gli italiani, le cui sorti invece erano seriamente compromesse da una scappatella del Ministro, aggravata però dalle rivelazioni di segreti di Stato in ambito culturale, che più che il Mossad ricordano la Pantera Rosa. Manco si discuteva a chi andassero le prime pagine e le aperture dei TG.
Sempre a Roma (sarà un caso?) la squadra der core ha silurato l'allenatore idolo dei tifosi. Evento di una significativa rilevanza nel mondo del calcio. Sportivi e non avevano il diritto di conoscere le ragioni vere, accertate, da parte di quel nutrito gruppo di giornalisti che ogni giorno spendono fiumi di parole sul modulo di gioco, se il centrale attacca la profondità e se il piede era dentro/fuori. Invece niente. Silenzio. Allora, o non sanno fare il loro mestiere o sono omertosi, che poi è la stessa cosa.
Sangiuliano e De Rossi sono questioni minori, da giornalino rionale, che nulla cambieranno nella vita degli
italiani, i quali invece sono convinti del contrario da media più che modesti. La democrazia funziona se ogni testa non solo vota, ma è pure informata sui fatti importanti. Altrimenti, beh altrimenti è sotto gli occhi di tutti.
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