"No vestitevi come al mare". Lo spot del Soccorso Alpino contro la infradito in quota

Geniale campagna di sensibilizzazione da parte del Soccorso Alpino per sottolineare i pericoli di chi affronta la montagna senza adeguata preparazione e abbigliamento

"No vestitevi come al mare". Lo spot del Soccorso Alpino contro la infradito in quota
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Se non andate al mare vestiti da montagna perché andate in montagna vestiti da mare?” è questo il leitmotiv della nuova, e geniale, campagna di sensibilizzazione del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico, realizzato in collaborazione con la Protezione civile.

Può sembrare quasi una cosa scontata il fatto di andare in montagna con l'attrezzatura e l'abbigliamento giusto, ma i casi di avventori sprovveduti o i cosiddetti "alpinisti della domenica", sono stati talmente tanti, da decidere di far riflettere con questo spot, per evitare di trovarsi poi in situazioni spiacevoli e potenzialmente molto pericolose.

"La nostra campagna di sensibilizzazione vuole arrivare a chi, e sono sempre più numerosi, decide di frequentare la montagna senza però essere attrezzato per farlo - spiega Federico Catania, responsabile della comunicazione del Soccorso Alpino e speleologico. - Ci si avvicina alla montagna sempre più spesso anche a causa del caldo aumentato in pianura. Ma chi lo fa non capisce quanto sia pericoloso non avere l'attrezzatura adatta. Ci è capitato a Portofino: un uomo che si è avventurato sui sentieri con i mocassini da passeggio".

Le cose "incredibili" viste in montagna

L'esempio portato da Federico Catania non è l'unico. Qualche giorno fa, proprio sul Terminillo, un gruppo di suore, si sono avventurate, con sandali e tunica, sul sentiero, senza considerare la pericolosità di quel gesto. Qualche settimana prima la stessa scena si era vista sul sentiero attrezzato Matarot, dove quattro turiste hanno ben pensato di affrontare la discesa verso rifugio Bedole, sulle Dolomiti del Trentino, con ai piedi dei sandali o addirittura delle ciabatte. A luglio invece era accaduto sulla ferrata Bepi Zac, sempre in Trentino, dove una mamma e un papà col bimbo in braccio senza protezioni che attraversano la via.

E gli esempi non sono certo finiti: un'escursionista sul Monte Rosa a quattromila metri con scarpe da ginnastica e senza l'abbigliamento adatto e senza attrezzatura come ramponi e corda fondamentali quando si affronta una salita del genere. Risale al 2022 invece il caso della donna fotografata in pantaloncini corti bianchi, borsa bianca e blu abbinata e infradito ai piedi. Mise perfetta per il mare, ma non certo per affrontare la montagna, che presenta difficoltà e pericoli che hanno bisogno di esperienza per essere affrontati ma anche del corretto abbigliamento.

Le parole dei soccorritori

Tante sono le chiamate che arrivano da persone che si trovano in estrema difficoltà e chiedono aiuto al Soccorso Alpino per essersi incautamente avventurati senza adeguata protezione: ”L’ultimo caso è stato 10 giorni fa .Una famiglia straniera era uscita per un’escursione a 2.500 metri, la mattina con il sole. Ma il meteo è cambiato, è scoppiato un temporale e ci hanno chiamato. Stavano scendendo da un sentiero bellissimo del passo Fedaia calzando sandali o al massimo scarpe da ginnastica, non avevano neanche la giacca a vento ma solo le magliette a maniche corte. Noi abbiamo rischiato, per andarli a prendere”, ha raccontato Stefano Coter del Soccorso alpino al quotidiano.net.

Sottolineando anche il fatto che oltre a mettere in pericolo la propria vita, si scherza anche con quella dei soccorritori molto

spesso feriti proprio per la "leggerezza" degli avventori. Si spera quindi che questo spot possa far riflettere soprattutto sull'incoscienza e la stupidità messa in atto quando si affronta la montagna senza essere esperti.

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