A Tavola con gli atleti

Nutrizione e gastronomia rivestono un ruolo di primaria importanza nelle competizioni olimpiche. Così in Grecia millenni fa, così a Parigi 2024

A Tavola con gli atleti
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Le Olimpiadi rappresentano qualcosa che va ben oltre la semplice competizione sportiva e agonistica. Nell'antichità come ai giorni nostri venivano scelti i migliori atleti della loro epoca dando loro l'opportunità di partecipare a gare considerate sacre e, in caso di vittoria, di essere celebrati per l'eternità.
Per gareggiare era necessaria una preparazione straordinaria, frutto di allenamenti prolungati, abnegazione, disciplina e , ovviamente, di una dieta e di una alimentazione adeguate.
Durante le Olimpiadi dell'Evo Antico gli sportivi, provenienti quasi tutti dal vasto mondo ellenico e mediterraneo, seguivano una dieta equilibrata legata alla loro area geografica e alle produzioni agricole del tempo.

Gli atleti cominciavano le giornate con una ricca colazione a base di pane, miele, latte di capra o pecora e farina impastata con olio.
A pranzo frutta secca, fichi, crostoni di pane di farro con verdura ( qualcosa di simile alle nostre friselle), olive nere, uova, formaggio caprino e vino mielato, ben diluito con acqua ( solo i barbari bevevano il vino puro). La cena prevedeva carne alla griglia o allo spiedo insaporita da erbe aromatiche e cipolle, zuppa nera a base di carne di maiale e sangue ( una specialità spartana, molto nutriente ma non apprezzata da tutti), formaggio, verdure cotte o fresche, pesce marinato, garum e frutta. Tutti alimenti in grado di dare energia e la giusta carica per affrontare la fatica delle gare.

Dopo un' interruzione più che millenaria le Olimpiadi vennero ristituite nel 1896 ad Atene, capitale del giovane regno di Grecia.
In quell'occasione i partecipanti e i maratoneti in particolare vennero nutriti con cibi non troppo diversi da quelli dei loro antichi predecessori. Uova, olive, formaggi, latte ma anche arance, sconosciute in Grecia durante l'Antichità.
Ovviamente fondamentale era acqua in abbondanza, anche se durante la maratona di St. Louis del 1904 gli organizzatori sbagliarono i calcoli e misero a disposizione come unica fonte d'acqua un pozzo distante ben 19 km dallo stadio, con risvolti durissimi per i maratoneti.

Oggi, a Parigi 2024, gli olimpionici hanno invece la possibilità di seguire diete personalizzate, a seconda delle loro necessità, desideri e gusti.
Seguiti da nutrizionisti e dietologi professionisti, gli sportivi possono optare per piani alimentari chetogenici e iperproteici, scegliendo gli alimenti più adatti, dalle immancabili uova, ai broccoli, le patate dolci, le verdure fermentate, carne grss-fed ma anche pancetta, hash brown e frullati energetici.

Nel Villaggio Olimpico gli atleti possono poi togliersi ogni sfizio, scegliendo tra oltre 40 piatti diversi al giorno di cucina francese, italiana, asiatica, africana e internazionale,

preparati da chef di altissimo livello.

La nutrizione e la gastronomia occupano quindi una posizione di primaria importanza nel faticoso cammino verso il successo Olimpico, così nell'Antichità come nell'era contemporanea.

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