Perché ci svegliamo alle 3 di notte: la spiegazione degli scienziati

Si tratta di un'esperienza che accomuna milioni di persone: niente di soprannaturale, c'è una spiegazione scientifica

Perché ci svegliamo alle 3 di notte: la spiegazione degli scienziati
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Si tratta di un'esperienza che accomuna milioni di persone in tutto il mondo e che da sempre viene associata alle tradizioni, alla superstizione e in generale ai fenomeni soprannaturali: ciò nonostante, svegliarsi alle 3 del mattino è un evento assolutamente comune, e alla sua base c'è una spiegazione scientifica.

Per quanto concerne il mondo occidentale si parla di "ora delle streghe" nella tradizione anglosassone o di "ora del diavolo" in quella cristiana, considerando il fatto che secondo le credenze popolari tra le 3 e le 4 del mattino si concentra la massima attività soprannaturale. Secondo la scienza, invece, risvegliarsi nel cuore della notte è un fenomeno connesso ai cicli del sonno.

In genere la prima parte della notte è contraddistinta dal cosiddetto "sonno non-Rem": si tratta di un sonno leggero, che prelude quello più profondo della "fase Rem", così detta perché durante quest'ultima avvengono i sogni e gli occhi si muovono molto rapidamente sotto le palpebre (Rapid Eye Movement). Proprio durante la Rem, nella quale il cervello raggiunge un livello di attività molto elevato, siamo più vulnerabili ai risvegli improvvisi, che in genere si associano a una sensazione di frastornamento. In un ciclo di sonno normale, generalmente le 3 del mattino sono un'ora in cui ci troviamo nella Rem, per cui non è inusuale subire questi risvegli improvvisi, anche se è bene sottolineare che l'alternanza tra le due fasi avviene più volte nel corso della notte.

Ciò appurato, c'è un altro elemento da considerare, a parte quello legato ai cicli del sonno, ovvero i livelli di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress: solitamente tra le 2 e le 3 del mattino si subisce un leggero incremento, che può contribuire a ridestarci dal sonno."Il risveglio centrale nella notte in realtà è parte del nostro Dna", spiega il direttore del Centro del Sonno dell’Irccs di Bologna Giuseppe Plazzi: potrebbe quindi trattarsi di un retaggio legato al remoto passato dell'uomo, che si svegliava nel cuore della notte per andare a caccia o per proteggere il suo gruppo dall'attacco dei predatori.

Ma più di tutte sono la tecnologia e le cattive abitudini moderne a finire sul banco degli imputati, con un brusco ritorno, quindi, ai giorni nostri. L'uso del cellulare prima di addormantarsi è un fattore importante:"la stimolazione delle luci artificiali inibisce la produzione di melatonina", spiega l'esperto. Non aiuta neppure bere alcolici o mangiare prima di coricarsi, men che meno praticare attività fisica di qualunque genere: sono tutte abitudini che non consentono di beneficiare di un riposo continuo e ristoratore e che favoriscono quindi dei bruschi risvegli a poche ore dall'inizio del sonno.

Ecco perché non è assolutamente inusuale risvegliarsi proprio nella fascia compresa tra le 3 e le 4 del mattino: di certo mantenere delle buone abitudini e seguire una routine contribuisce a limitare il fenomeno. Quindi evitare l'uso di dispositivi elettronici, non mangiare in modo eccessivo né bere alcolici prima di andare a letto aiuta di sicuro."I fattori principali sono legati ai disturbi dell’umore, come disturbi di ansia e della sfera depressiva. Poi ci sono i disturbi più prettamente organici tra cui quelli gastrointestinali. Per esempio, il reflusso gastroesofageo è tra i primi", precisa il dottor Plazzi.

"E ancora, consumo di alcol, o bere troppa acqua la sera prima di andare a letto: dopo tre ore di sonno causa l’impulso a svegliarsi per svuotare la vescica".

"Inoltre, ci sono altri fattori legati a meccanismi endocrinologici", aggiunge, "per esempio, mangiare troppo la sera produce una stimolazione dell’insulina con un aumento dell’appetito notturno. E poi, fare attività fisica la sera tardi non favorisce un sonno duraturo e ristoratore".

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