Giusto così. Del resto, un'uscita definitiva dalla Rai dopo appena 63 anni di carriera poteva dare adito a sospetti. Ma si sa: la Rai, come la Chiesa, è una grande madre che ha a cuore i propri figli. Una volta in Rai, sarai sempre un uomo Rai. Da cui il detto Semel Augias, semper Augias.
E così, dopo giorni, settimane, mesi in cui Corrado Augias (88 anni, decine di programmi, collaborazioni, consulenze, e contratti editoriali, tutti con l'Einaudi e la Mondadori di Berlusconi) ci ha sfracassato i palinsesti con la storia della cacciata dalla Rai, eccolo tornare - andata col biglietto aperto di ritorno - su Rai3. Nonostante il plateale passaggio a La7.
Ieri l'amministratore delegato Rai ha confermato a Corrado Augias la terza edizione del programma La gioia della musica: 20 puntate, giusto una cosina. Il giornalista si è così tanto lamentato dei favoritismi nella tv di Stato, dell'inadeguatezza del management Rai, dei fascisti al potere, di Tele-Meloni, che alla fine sono stati costretti a riconfermarlo.
Insomma, chi metterebbe alla porta un giornalista di 88 anni, punta di diamante di un'egemonia intellettuale che, al contrario di quelle vecchie cariatidi di destra, sa parlare ai giovani,
ma guai a lasciargli il posto? Certi ottuagenari saranno anche ego-compiaciuti e capricciosi, ma se c'è da andare in onda restano una sicurezza.Per il resto, il contratto Rai è d'oro. La faccia, beh... quella è di bronzo.
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