Trump spaventa la Nato. Prove di disimpegno in Ue

Il presidente Usa intende spostare le truppe dalla Germania all'Ungheria. E fermare le esercitazioni congiunte da fine anno

Trump spaventa la Nato. Prove di disimpegno in Ue
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New York. L'incertezza sui piani di Donald Trump per le truppe americane in Europa alimenta le preoccupazioni del Vecchio Continente. Già il mese scorso, durante un incontro con gli alleati Nato, il capo del Pentagono Pete Hegseth ha comunicato alle controparti europee che devono aspettarsi una revisione e un'eventuale riduzione della presenza militare americana, con l'ipotesi che Washington possa ritirare migliaia di soldati nei prossimi anni, secondo quanto riferito da funzionari Usa al Washington Post. E ora, stando al quotidiano svedese Expressen, gli Stati Uniti avrebbero informato gli alleati dell'intenzione di interrompere la partecipazione alla pianificazione di future esercitazioni militari in Europa.

Ogni anno gli Usa svolgono regolarmente operazioni congiunte con i partner Ue per aumentare la cooperazione e testare la prontezza delle truppe, ma ora, come spiegano fonti informate, non vogliono partecipare a ulteriori esercitazioni se non quelle già programmate per il 2025. E allo stesso tempo il britannico The Telegraph fa sapere che il presidente sta considerando l'ipotesi di ritirare 35.000 truppe americane dislocate in ambito Nato in Germania per spostarle in Ungheria. «Trump è arrabbiato perché loro (gli europei) sembrano spingere per la guerra», fa sapere una fonte vicina alla Casa Bianca. Il giornale sottolinea che il ridispiegamento sarebbe dalla Germania all'Ungheria, che mantiene un rapporto positivo con la Russia e nell'ultimo consiglio europeo straordinario si è opposta agli aiuti Ue a Kiev.

Giovedì il tycoon ha ribadito la sua critica ai membri dell'Alleanza Atlantica, sostenendo che non stanno spendendo abbastanza per la loro difesa e suggerendo nuovamente che Washington non avrebbe protetto alcuni Paesi se fossero stati attaccati. Oltre ad esprimere dubbi sul fatto che gli alleati Nato difenderebbero gli Stati Uniti se venissero attaccati (nonostante in passato si siano precipitati ad aiutare l'America quando ha invocato l'articolo 5 in seguito agli attentati terroristici dell'11 settembre).

Intanto, secondo il capo del servizio dell'intelligence esterna tedesca (Bnd), Bruno Kahl, Mosca vuole mettere alla prova l'unità dei Paesi occidentali, in particolare in relazione alla clausola di difesa collettiva della Nato. «Ci auguriamo vivamente che ciò non sia vero e che non ci troveremo nella difficile posizione di essere messi alla prova - afferma con Deutsche Welle - Tuttavia, dobbiamo supporre che Mosca voglia testare l'unità dell'Occidente». Il capo degli 007 tedeschi precisa che la tempistica dipenderà dagli sviluppi della guerra in Ucraina: se dovesse concludersi prima del 2029 o del 2030, ciò consentirebbe a Mosca di utilizzare le sue risorse tecniche, materiali e di personale per rappresentare più rapidamente una minaccia per il Vecchio Continente. «Una fine anticipata del conflitto - dice ancora - permetterebbe ai russi di dirigere la loro energia dove vogliono realmente, vale a dire contro l'Europa». Time, nel frattempo, fa sapere che la decisione degli Stati Uniti di sospendere questa settimana il flusso di intelligence militare a Kiev ha favorito l'avanzata delle truppe di Vladimir Putin lungo una parte critica del fronte, soprattutto nel Kursk, uccidendo molti soldati ucraini negli ultimi giorni.

«Ci sono centinaia di morti», ha detto un ufficiale, e «il problema più grande è il morale», poiché le forze armate ucraine sono lasciate a combattere senza alcuni dei loro migliori sistemi d'arma. Questo non a causa degli attacchi russi, ma della marcia indietro americana, che «sta davvero creando un vantaggio per il nemico in prima linea».

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