Tutta colpa dell'inconscio

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Tutta colpa dell'inconscio
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Gentilissima signora Braghieri, propongo alla Sua attenzione un tragicomico episodio che mi capitò quando ero un giovane uomo non privo di una certa avvenenza ma piuttosto timido e imbranato con le ragazze, tanto che ero ancora alla più o meno disperata - e infruttuosa - ricerca dell’anima gemella. Primavera 1989, mi trovavo a rientrare in treno da Napoli nella mia città (del centronord), nello scompartimento ero solo ed immerso nei miei pensieri, quando entrò e mi si sedette di fronte una giovane dea, la più bella ragazza in cui mi fossi mai imbattuto, una che ricordava vagamente Ornella Muti, senza avere nulla da invidiarle. Rimasi folgorato e paralizzato da cotanta beltà, ma pensò lei, in men che si dica, a rompere il ghiaccio e nel volgere di un’ora fu come se ci conoscessimo da sempre. Per quanto non mi capacitassi di poterle piacere, il suo modo di porsi nei miei confronti mi obbligò ad arrendermi all’evidenza: in qualche modo dovevo aver fatto colpo su di lei. Era sorta fra noi un’indubbia attrazione, forse fatale. Solo che io stavo per giungere a destinazione (lei abitava in una città 150 km più a nord) e allora, vincendo ritrosie e indecisioni, le dissi che volevo a tutti i costi rivederla; non mi lasciò neanche finire e mi porse un foglietto con scritto «Paola tel. n. xxxxxxxx». Al momento del commiato ci fu tra noi un bacio non strettamente amichevole. Scesi dal treno ebbro di gioia. Ma accadde qualcosa degno di un film di Fantozzi, ossia persi il suo biglietto. Feci pazzie prima per recuperare quel dannato pezzetto di carta e poi per rintracciare Paola, ma fu tutto inutile. Molti anni dopo, parlando dell’episodio con mia cugina psicologa/psicanalista, mi sentii dire che lo smarrimento del foglietto non era da imputare al caso o alla sfortuna, ma al mio inconscio, che lo avrebbe provocato a causa dei miei sensi di inadeguatezza.

Eugenio


Caro Eugenio, intanto devo dire che se sui mezzi facessi tutti gli incontri che fate voi lettori, ne prenderei molti di più. Per il resto, difficile dare una lettura dell’episodio migliore di quella fornita da sua cugina. Che mi trova anche molto d’accordo.

Spesso ci boicottiamo (il nostro inconscio lo fa) per evitare di metterci alla prova, per far sì che la potenza non si trasformi mai in atto. Un po’ come quando da giovani dobbiamo decidere cosa diventare da grandi e a un certo punto scegliamo di aprire «quella» sola porta. Chiudendo però tutte le altre.

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