- Abbiamo aspettato tutto il giorno, fino alle 18 circa, per capire se il mondo femminista si sarebbe sollevato a questa tremenda notizia di patriarcato. Aspetta aspetta, nulla. Zero. Silenzio. Dove sono le femministe? Nulla. Eppure la storia è tremenda: un uomo ha abusato della moglie, l’ha percossa, insultata (“stupida, non sai niente”), l’ha costretta ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà, l’ha picchiata con pugni alla testa. La sua colpa? Aver deciso di frequentare un corso di italiano dove c’erano anche altri uomini. In un’occasione è stata anche abbandonata dal marito senza alcun mezzo di sostentamento. Riassumo: una donna, madre di due figli piccoli, stuprata, pestata e posta in stato di soggezione solo perché voleva parlare italiano. In altre occasioni avremmo avuto fiumi di editoriali e prime pagine. Invece niente. Forse perché l’uomo in questione non è bianco e non è occidentale, etero sì, ma viene dal Marocco. In questo caso guai a parlare di patriarcato. O finisci col passare per razzista.
- A qualche giorno di distanza possiamo finalmente dirlo: il piagnisteo napoletano dei vari Saviano e De Magistris sul presunto razzismo territoriale contro Geolier fa a pugni col fatto che la povera Angelina Mango non è nata né a Trento né a Milano. Ma a Maratea, cioè in Basilicata, ed è cresciuta a Potenza, quindi più a sud del rapper. Solo che ha avuto il buon gusto di non portare a Sanremo una canzone incomprensibile.
- Non critico, analizzo. Ma a scuola da bambini ci hanno sempre spiegato che le bombe atomiche americane su Hiroshima e Nagasaki erano “necessarie” per far finire una guerra che altrimenti si sarebbe protratta a lungo. Centinaia di migliaia di morti, civili. Quando Obama nel 2016 andò in Giappone per la prima volta, pur ponendo una corona di fiori al memoriale della pace e abbracciando uno dei sopravvissuti, non chiese scusa per quanto fatto in passato perché ritenne che l’allora presidente Harry Truman prese quella decisione “per motivi giusti” e per “far cessare una guerra terribile”. Oggi gli stessi chiedono a Netanyahu di non esagerare sulla striscia di Gaza. Vero è che dal passato occorre imparare, ma sarebbe anche giusto non risultare ipocriti.
- Interessante analisi di Beppe Sala sulla salute del Pd, lui che nel post Elly Schlein (lo diamo per scontato?) potrebbe anche avere un ruolo se solo lo volesse. Ai dem, sostiene il sindaco meneghino, “manca la scarsa voglia di vincere”. Il Pd non si prende rischi e infatti resta al 20%. Ha ragione da vendere. Ma una cosa manca nella sua intervista: la spiegazione di quali siano questi fantomatici rischi che i dem dovrebbero prendersi. Troppo facile indicare la luna senza spiegare come fare a raggiungerla.
- Renzi stai sereno? Dopo nemmeno un anno l’ex premier lascia guida del Riformista. Ormai Matteo non riesce a stare nello stesso posto per più di qualche mese.
- A Milano va in scena la mostra “Straordinarie”, già presentata al Maxxi, dove sono state raccolte 110 fotografie di donne famose (e non solo) che in un modo o nell’altro hanno fatto la storia d’Italia. Piccolo problema, riporta Libero: sono tutte di sinistra o legate ad ambienti di sinistra. Per dire: ci sono Concita De Gregorio, Laura Boldrini, Michela Murgia e Emma Bonino. Ma non Maria Elisabetta Alberti Casellati, Giorgia Meloni o Giulia Buongiorno. C’è Elodie, ma non Beatrice Venezi. Magari sarà un caso, però cribbio: strano, no?
- In Italia vige questa regola, valida sono per il Belpaese: se prendi un Nobel per la fisica diventi automaticamente voce autorevole per qualsiasi questione, dalla Var al codice della strada. Giorgio Parisi, parlando del limite dei 30 all’ora a Bologna, ha presentato una statistica: in Italia ci sono “400 pedonicidi contro un centinaio di femminicidi; metà dei pedonicidi sono in realtà femminicidi perché i guidatori sono quasi sempre maschi che ammazzano e la metà delle vittime sono donne, quindi ai 100 femminicidi si aggiungo 200 femminicidi di pedoni”. In sintesi: siamo di fronte al patriarcato non solo se un uomo ammazza una donna per gelosia o possesso, ma pure se guidando l’auto un maschietto stende una femminuccia. Basterebbe leggere la frase così come l’abbiamo riportata per spennacchiare Parisi, ma lui è “Nobel” quindi guai a criticarlo. E infatti Diego Bianchi, anziché di scoppiargli a ridere in faccia, annuisce. “Questa è una statistica che mancava”. E te credo: è così sciocca che non ci vuole un Nobel per capire che non ha senso.
- Non è mai bello godere delle disgrazie altrui. Dunque non ha senso gioire per Sarkozy condannato per finanziamento elettorale illecito a un anno di carcere a Parigi. Però si fa fatica a non ricordare quei sorrisi con Angela Merkel per i guai di Berlusconi e dell’Italia. Chi di risatina ferisce, di risatina perisce.
- Sapete perché c’è la “corsa degli autonomi al regime forfettario”? Perché si pagano meno tasse, certo: il 15% fa gola a tanti. Ma anche perché è un sistema di fiscale semplice. Prendo 100, pago 15. Fine. Una manna dal cielo.
- Un'analisi davvero interessante, dopo le parole di Trump sulla Nato, e il mai celato desiderio di tirarsi indietro da parte del leader repubblicano, riguarda la bomba atomica. In Europa. Oggi a difenderci c’è la Nato e ci sono le atomiche americane. Ma se venissero a mancare? Ad momento solo la Francia ha a disposizione il famoso bottone rosso. Come riporta il Corriere, la leader (la Spitzenkandidatin) della Spd alle europee, Katarina Barley, ritiene che le bombe nucleari potrebbero diventare “un tema” europeo e se lo dice lei, forse lo pensa anche Olaf Scholz. Non è un mistero che la Germania desideri una Ue “più forte militarmente” per poter fare da soli e in fondo anche Macron, prima della guerra in Ucraina, considerava l’Alleanza praticamente morta. Quindi? Quindi i potenti riflettono. Parigi potrebbe mettere a disposizione la propria deterrenza nucleare per tutti ma 1) non è detto che basti, 2) non si sa mai chi può salire all’Eliseo e 3) gli altri Paesi Ue potrebbero non gradire di passare dal protezionismo a Usa a quello parigino. L’alternativa? Che l’Ue si doti di un ordigno proprio e comunitario, ma pare un miraggio: significherebbe avere un esercito comune che, ad oggi, è lungi dall’essere creato.
- Rispuntano vecchi tweet un tantino sessisti di Ghali, il rapper ormai leader della nuova sinistra (stai attento che quelli portati in processione dai progressisti di solito finiscono col bruciarsi velocemente). Ovviamente in tanti lo difendono sostenendo che si tratta di post di tanti anni fa, quando era ancora giovane. E qui esplode tutto il doppiopesismo di un certo pensiero progressista: da anni chiedono a Giorgia Meloni di dissociarsi da un fascismo a cui non a mai aderito e invece "perdonano" gli errori di gioventù di Ghali. Il passato in chiaroscuro pesa solo se non sei di destra.
- Mentre la sinistra scambia le manganellate per tortura (poi mi spiegherete: che li forniamo a fare ai poliziotti se poi non possono usarlo?), ecco che il Viminale deve mettere sotto scorta l'Ad della Rai, Roberto Sergio, minacciato da chi fa il tifo per la Palestina.
- Il motivo per cui Giorgia Meloni ieri ha dato il contentino a Elly Schlein lo si capisce solo se lo si legge nella stessa ottica dello scontro tv a cui gli staff stanno
ragionando. Il premier intende "elevare" Elly a sua competitor lasciando da parte Giuseppe Conte. E il motivo è semplice: Giorgia sa che con Schlein ha vita facile. Dunque ha scelto il nemico più facile da sconfiggere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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