È l'aprile del 1979. In Italia tira brutta aria già da tempo, il terrorismo ha fatto sprofondare lo Stivale in un perenne stato di allerta. Sono gli anni di piombo, di attentati violenti, di rappresaglie con scie di sangue che macchiano la stabilità dell'intera nazione. Pochi mesi prima un gruppo di intellettuali, legati all’Autonomia operaia, viene imprigionato con l’accusa di essere i capi delle Brigate Rosse, la massima organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra. Il tema è caldo, discusso. Un groviglio di capi di imputazione porta in prigione Toni Negri e i suoi uomini. All'improvviso, una nuova scossa scuote il Paese. In un'anonima mattina primaverile compaiono tra i tavolini dei bar, sulle panchine dei treni, sui sedili dei tram, delle inquietanti copie di quotidiani nazionali che in prima pagina titolano: "Ugo Tognazzi è il capo delle Br"; "Arrestato Ugo Tognazzi". A corredo ci sono delle nitide foto, in cui il celebre attore e regista viene scortato in manette dai Carabinieri.
La notizia scuote l'Italia per ore
Le testate che si fregiano di questo scoop sono di grido: "Paese Sera", "La Stampa" e "Il Giorno". A riportare la sconvolgente scoperta ci sono anche quotidiani regionali, come il "Giornale di Sicilia". Nell'Italia devastata dalla paura e dalla violenza dei gruppi sovversivi si diffonde, rapida, la notizia che Ugo Tognazzi per anni abbia tessuto i fili del terrorismo rosso. Com'è possibile che quella figura così amichevole, gioviale e divertente, entrata nelle case degli italiani con stima e affetto, sia in realtà una mente criminale?
L'opera del Male
E, infatti, la notizia non è vera. Il Paese per qualche ora finisce sotto scacco di un settimanale satirico: "Il Male". Il giornale più sequestrato del periodo riesce ad architettare una burla mediatica dirompente e tracimante, in grado di mettere in crisi le certezze degli italiani. Spinti dal desiderio di instillare il dubbio sull'assoluta autorevolezza della stampa nazionale, quelli de "Il Male" inscenano un finto arresto con la complicità dello stesso Tognazzi, lettore e ammiratore della rivista. L'inventore della "Supercazzola" è stimolato dall'idea di finire in prima pagina, prendendo in giro tutti quanti. Dunque, con la grande professionalità che lo ha sempre contraddistinto, si fa ritrarre con sguardo torvo e bocca obliqua, mentre incredulo si fa ammanettare dall'Arma dentro alla sua villa di Velletri.
Tognazzi "il brigatista"
Quelle copie false furono un trabocchetto astuto, in grado di far cadere nella rete anche gente scafata e del mestiere. Pare che alcuni direttori dei giornali che riportavano la notizia a caratteri cubitali, si infuriarono per non essere stati avvertiti di ciò che era stato posto sulla (finta) prima pagina del loro quotidiano. Il Male raggiunse il suo scopo, grazie a quello scoop riuscì a fare numeri da capogiro, ma lo pagò a caro prezzo.
Il direttore responsabile venne denunciato e il numero sequestrato. Lo stesso Ugo Tognazzi ebbe delle ritorsioni, tanto che la Rai lo ostracizzò per anni dai suoi schermi. In ogni caso, quella beffa clamorosa in anni di sangue riuscì a strappare un sorriso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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