"Verità per Eduardo". Il mistero del pizzaiolo, la ricerca degli scomparsi e la spinta alla legalità

Un corso di pizzeria in memoria di Eduardo Granato. Si indaga per istigazione al suicidio e molto non torna

Screen "Le Iene"
Screen "Le Iene"

Finché c’è pizza c’è speranza”. Si chiama così il progetto dell’associazione partenopea Scugnizzi, che coinvolge i giovani provenienti dall’area penale - come gli ospiti dell’Ipm di Nisida, che ha ispirato la fiction Mare Fuori - e li coinvolge al fine dell’inserimento professionale.

L’associazione è al 32esimo corso ma questo è speciale poiché è dedicato alla memoria di Eduardo Granato, pizzaiolo deceduto nel 2023 in circostanze misteriose. Questo ha unito Scugnizzi, la famiglia Granato e Manisco World, che ieri hanno presentato il corso a Napoli, nella Pizzeria dell’Impossibile, “base” di quest’attività di istruzione e avviamento al mondo del lavoro, di concerto con professionisti del territorio.

“È una giornata di riflessione su quello che è successo a Eduardo, mentre si prepara una battaglia per la ricerca della verità che dovrà passare per le aule di giustizia”, ha esordito la legale Giorgia Bagnasco di Manisco World. La professionista è entrata in contatto con la famiglia Granato attraverso la rubrica legale settimanale dell’associazione che va in onda su TikTok.

Chi era Eduardo Granato

Antonio Franco, Virginia Melissa Adamo, Giorgia Bagnasco, Luigi Ferrandino e Stefania Granato
Antonio Franco, Virginia Melissa Adamo, Giorgia Bagnasco, Luigi Ferrandino e Stefania Granato

Eduardo Granato aveva 28 anni ed era pizzaiolo in una notissima pizzeria in via dei Tribunali. Nella notte del 25 gennaio 2023 venne trovato morto nel cortile di un palazzo in zona Duomo a Napoli a circa due chilometri e mezzo dal punto in cui aveva preso commiato da un amico, dicendo che sarebbe tornato a casa.

Tuttavia Eduardo quella sera non ha fatto rientro, ma appunto si è avventurato in un quartiere apparentemente poco conosciuto: in una messa in onda Le Iene invece hanno scoperto, interrogando vari abitanti ed esercenti, che molti avevano incontrato il giovane pizzaiolo in passato. Il quale tra l’altro, in base all’autopsia, risulta che abbia mangiato e bevuto tanto da avere un’intossicazione alcolica in corso: con il suo amico però Eduardo aveva mangiato solo un panino con l’hamburger, patatine, bevuto alcune birre e un amaro ma non in quantità tale da giustificare quel tasso alcolemico, tanto che il giovane era apparso all’amico sufficientemente lucido da camminare e parlare coerentemente.

Nell’immediato si è pensato a un suicidio - e ora si indaga per istigazione nell’inchiesta condotta dalla pm Vincenza Marra - ma i parenti non credono possibile. Quello che più colpisce è la scena del crimine: il condominio nel cui cortile c’era il corpo di Eduardo non solo era stato oggetto quella notte, nelle vicinanze, di grande attenzione di residenti e forze dell’ordine per via di un altro fatto - un tentato furto - ma il corpo, che qualcuno ha ipotizzato essersi lanciato dal quarto o quinto piano, aveva i pantaloni slacciati e una scarpa mancante. La scarpa è stata ritrovata su un ballatoio ed è in una posizione insolita, incompatibile con l’orientamento e la posizione del corpo stesso. Sotto il cadavere poi c’erano delle foglie di una pianta che invece si vede sul balcone del secondo piano. “Questo elemento è il segno - ha raccontato l’avvocato Luigi Ferrandino del team legale di Manisco World - che Eduardo abbia cercato di aggrapparsi. Un aspirante suicida si lancia, non cerca di salvarsi”. C'era anche una sciarpa, vecchia di 20 anni e sicuramente non appartenente al giovane.

Mancano alcuni altri elementi all’appello però. Gli abiti del giovane non sono stati repertati. E c’era uno smartphone in uso, che si era rotto - tanto che quel giorno Eduardo stava usando il cellulare del suocero con giusto i numeri più frequenti e poco altro - che è stato trovato recentemente e acquisito dalla procura. “Ci auguriamo che questo secondo telefono contenga elementi utili”, ha chiosato Ferrandino.

“Vogliamo sapere cosa è successo - ha spiegato la sorella del pizzaiolo Stefania Granato - Non si è trattato di suicidio. Mio fratello era speciale: ultimo di tre figli, è maturato in fretta, arrivando a lavorare già da giovanissimo. Era generoso, altruista, educato, serio, onesto, gentile e gran lavoratore. Non smetteremo di cercare la verità”.

Cosa lega Scugnizzi a Manisco World

La pizza dell'associazione Scugnizzi

Gli esseri umani sono legati tra loro in mille fili. Ma ciò che lega queste due associazioni attive e battagliere è molto profondo. “Il corso di pizzeria - ha raccontato il presidente di Scugnizzi Antonio Franco, che con Manisco World cerca il figlio Nardo Franco scomparso in Messico - nasce per diffondere il valore della legalità. Questo in particolare vuole accendere un faro su Eduardo, non dimenticarlo, sensibilizzare alla ricerca della verità”.

Proprio ieri sarebbe giunta in procura una segnalazione su Eduardo che potrebbe rivelarsi importante. “Ci crediamo - ha commentato la presidente di Manisco World Virginia Melissa Adamo. L’avvocato Ferrandino una volta ha detto: ‘Se c’è un colpevole lo troverò’. Quello che ci lega, tutti noi che siamo oggi qui, molto uniti, è cercare di trasformare il dolore in forza e speranza”.

Adamo e il team di Manisco World sono contemporaneamente al lavoro su molti altri casi - i più noti forse quelli di Angela Celentano e Santina Renda - e per quanto riguarda Nardo Franco operano in stretto e continuo contatto con la Fiscalia, la polizia messicana. L’associazione è riuscita a portare in Italia la figlia di Nardo.

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