Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcune della parole che hanno risuonato in questo anno viste attraverso un filtro a colori
Woke
La parola di quest’anno è stata proprio questa: woke. Anche in Italia abbiamo scoperto che esiste, anche in Italia c’è stata l’Apocalisse di questa ideologia anglosassone che divide l’umanità in categorie e le mette tutte le une contro le altre. E tutto il resto lo vuole triturare nel buio della cancel culture. Il woke è così: vuole cancellare tutto, fare tabula rasa di tradizioni e convinzioni per sostituirle con il verbo della sua ideologia totalitaria. Il woke è il pensiero totalitario dei nostri giorni. Ed è dappertutto. L'effetto di una propaganda woke costante, perenne e pervasiva è anche e soprattutto estremizzare le posizioni. È bello continuare a sognare un mondo utopico in cui ciascuno è libero di essere e fare ciò che vuole, nel rispetto degli altri e senza voler a tutti i costi imporre la propria visione sul resto del mondo. Utopia. Il luogo migliore in cui scappare dall’ideologia woke. Intanto quest’anno abbiamo scoperto che esiste.
Patriarcato
E anche quest’anno si è parlato sin troppo di qualcosa che esiste solo nelle menti di chi lo vede dappertutto, il patriarcato. Questo è emerso per esempio quando si è celebrato il rito della giornata contro la violenza sulle donne. Ed è un gran peccato che un momento che potrebbe farci riflettere seriamente su un tema così delicato come la violenza contro le donne si sia ancora una volta trasformato in un rito stanco e ipocrita. Teatrini mediatici con orfani di ideologie perdute che si aggrappano alla nuova ideologia woke. Al centro sta sempre l’imputato, per il quale è già emessa la condanna: il patriarcato. Poco importa che basti una voce come quella di Ricolfi per ricordare che in Italia il patriarcato non esista, serve un nome dietro a cui nascondere il vero nemico: il maschio bianco. Benvenuti nell’era del patriarcato.
America
È eruttata come un vulcano, l'America, in faccia a tutti quelli convinti di conoscerla ed è stata molto dolorosa per i proconsoli italiani del debole pensiero woke, che ora balbettano stancamente le loro litanie fatte di “misogino”, “omofobo”, “razzista”. Non possono accettare, questi fedeli sudditi della logica coloniale democratica, che i loro piani transnazionali si sono scontrati contro un muro solido come le Montagne Rocciose, Trump ha vinto, ma soprattutto loro hanno perso. Cosa succederà alla loro ideologia artificiale, tenuta in vita da fondi pubblici e politiche mirate, lo scopriremo presto. Prepariamo i popcorn.
Orso
A proposito dei frutti della propaganda woke, quest’anno ha spopolato sui social, in particolare su TikTok, la domanda: “Se tu fossi da sola in un bosco, preferiresti imbatterti in un uomo o in un orso?”. Moltissime ragazzine e celebrità rispondono convintamente che preferirebbero incontrare un orso. È una enorme operazione di lavaggio del cervello per sostenere la tesi nazifemminista secondo cui tutti gli uomini sono stupratori. È questa, l'estremizzazione del femminismo, la strada per attenuare lo scontro di civiltà?
Olimpiadi
Quelle di Parigi 2024 non verranno ricordate come le Olimpiadi che hanno messo al centro lo sport. Dal primo all’ultimo momento questa kermesse sportiva è stata terreno di uno scontro non proprio sottile fra la visione del mondo woke, che come al solito vuole imporsi come pensiero unico globale e chi a questa nuova visione non vuole sottostare. Tra drag queen, riti esoterici, intersessuali o transessuali e ovviamente femministe arrabbiate di sport si è parlato poco, del resto si è parlato sin troppo.
Genocidio
I morti ammazzati non piacciono a nessuno, qualunque colore, religione o convinzione abbiano. Ma ora sembra di essere emigrati in un pianeta dell'assurdo, nel momento in cui Israele per tutto l’anno ha dovuto difendersi dall'accusa di “genocidio”, fuoco acceso dal Sudafrica e alimentato dall'ex leader laburista inglese Jeremy Corbin. Lo stesso Corbin che chiamava Hamas e Hezbollah “nostri amici” e che si rifiutava di definire Hamas un'organizzazione terroristica.
Sarebbe interessante chiedere a tutti i Corbin di cui l'Occidente sembra essere pieno quale sarebbe stata la sua soluzione dopo i massacri del 7 ottobre. Loro avrebbero reagito. Israele doveva stare fermo. Purtroppo l'antisemitismo non morirà mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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