Proviamo a dare un po' di colore poetico alle notizie in bianco e nero che circolano sul web, di seguito alcune della parole che hanno risuonato in questa settimana viste attraverso un filtro a colori
Cecilia Sala
Una giovane giornalista italiana è finita nelle carceri del regime iraniano e si trova ora in isolamento. Mentre il governo lavora per la sua liberazione stupisce il modo in cui reagiscono i social. Seminatori d’odio la dipingono come spia americana e sionista e non solo non auspicano la sua liberazione ma già la condannano per le sue posizioni, vere o presunte. Molti nel popolo del web le rimproverano un tweet emerso da quando era poco più che maggiorenne in cui non difendeva l’intervento per la liberazione dei marò e per questo le augurano di rimanere in carcere. Fortunatamente uno dei due, Massimiliano Latorre, è intervenuto, dicendo tra l’altro: “Se potessi, oggi vorrei essere al posto suo in cella per toglierle questo peso”. Ha dimostrato molta più umanità un militare di carriera di quanta ne abbiano tanti italiani sui social.
Il silenzio delle femministe
Nel caso di Cecilia Sala c’è però un silenzio che è divenuto più rumoroso di ogni voce che si è alzata. È il silenzio delle femministe. I gruppi del cosiddetto “transfemminismo” sono sempre pronti a denunciare il “patriarcato” occidentale se un uomo fischia vedendo una bella donna, ma di fronte al regime più maschilista del mondo che arresta una donna tacciono. Da quello che sappiamo Cecilia Sala non ha dato modo di pensare di essere femminista, allo stato delle cose non saprei neanche se si definisce tale, eppure è andata a fare il suo mestiere di giornalista in un Paese in cui le donne vengono condannate se solo non tengono il velo in ordine. Eppure le “transfemministe”, i gruppi come “Non una di meno” non stanno facendo nessuna battaglia per Cecilia Sala. Chissà perché...
Femen
Ecco invece come piace manifestare oggi alle femministe. Una del gruppo “femen” si è messa con i seni scoperti e ha provato a rubare il bambinello dal presepe del Vaticano. Secondo quanto si legge sarebbe stata una manifestazione contro Putin, che avrebbe rapito 700.000 bambini ucraini. Nulla da dire sulla causa della manifestazione, ma che c’entra il bambinello del presepe, che nel mondo ortodosso non si fa neanche, con Putin, e che c’entra il Vaticano? Sembra una psicosi. Gesti sconnessi dalla realtà e soprattutto rivolti lontano dall’obiettivo per cui si manifesta, questi sembrano essere gli elementi essenziali delle modalità di manifestazione delle femministe di oggi.
Politicamente Verdone
Carlo Verdone torna a prendersela con quello che lui chiama “politicamente corretto”. Alcune sue parole: "Su alcune cose si può capire, ma è sbagliato non contestualizzare le situazioni. Via col vento dovrebbe essere bruciato perché la mami è nera? Suvvia. Il Sorpasso è maschilista, ma è un capolavoro. Con i criteri di oggi, quanti film di Alberto Sordi, Ugo Tognazzi o Vittorio Gassman dovrebbero andare al rogo? E i miei? In Acqua e sapone vado a letto con una ragazzina che non ha ancora 18 anni, ma è una fiaba. Sette otto miei film dovrebbero essere eliminati. È una moda fastidiosa, diffusa sempre dai soliti salotti intellettuali, il popolo non si pone questi problemi". Grazie, Maestro
Saldi
Iniziano i saldi, ciò che ieri costava 100 oggi potrebbe costare 30, mistero affascinante quello del valore delle cose, strumento intrigante il danaro, che dovrebbe tradurre in misura concreta quel valore. Ma non è solo il danaro a determinare i saldi. Ciò per cui ieri facevamo guerre oggi è a malapena argomento di dibattito, ciò di cui ieri ci disinteressavamo è oggi motivo di scontri ideologici. Chi oggi farebbe battaglie per la “omousia” per cui i cristiani dei primi secoli si scannavano? E per converso che ne avrebbero detto i nostri nonni delle manifestazioni contro il “catcalling”? L’oscillare del valore che attribuiamo alle cose, alle idee, alle virtù e ai valori è quanto di più misterioso appartenga alla società umana.
L’anno che verrà
Un anno finisce, un nuovo anno inizia. “Ma la televisione ha detto che il nuovo anno / porterà una trasformazione / e tutti quanti stiamo già aspettando” cantava il grande Lucio Dalla. Chissà se davvero questi passaggi possono davvero servire per fare il punto sul passato e per proiettarsi su un futuro di cambiamenti.
Il cambiamento sembra così lento nelle nostre vite, e così veloce nei nostri schermi, fatto che genera un atteggiamento schizofrenico. Forse semplicemente tutto cambia perché nulla cambi. Eppure accogliamo il nuovo anno con occhi di positività. Questo, almeno, è il mio augurio per ciascuno di voi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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