Abbiamo avuto la fortuna di provare il fiore all’occhiello delle motorizzazioni diesel della nota Audi A3 Sportback, con sigla 40 TDI Quattro. Si tratta del celebre 2.0 TDI da ben 200 CV, abbinato alla trazione integrale e al cambio automatico S-Tronic, con prestazioni notevoli e, a sorpresa, dei consumi equiparabili ad una citycar o ad una compatta full-hybrid, ma con tutto il piacere di poter disporre della coppia e della progressione di un turbo diesel. Alimentazione che, tra le altre cose, è ormai in via di estinzione da questa categoria di auto e, più in generale, dal mercato. Un peccato considerando consumi ed emissioni – che analizzeremo in seguito – ma soprattutto considerando il comfort che questa tipologia di meccaniche assicura a chi, per necessità o per piacere, si trova a dover percorrere svariate centinaia di chilometri al mese.
Audi A3 Sportback, universalmente azzeccata
L’ultima generazione di Audi A3 (la quarta, per la precisione) è stata introdotta in commercio nel 2020, rappresentando la versione più innovativa, tecnologica e polivalente mai vista per questo modello, fin dal debutto nel lontano 1996. 27 anni di storia che hanno visto l’evoluzione di A3 da semplice e tondeggiante 3 porte ad affilata e accogliente berlina due volumi compatta, alle volte può essere anche una degna sostituta anche della tradizionale A4 Avant. Sono cresciute le dotazioni e la tecnologia, così come le dimensioni e la ricercatezza estetica. Ad oggi, l’Audi A3 Sportback vanta ben 4,35 m di lunghezza, per 1,82 m di larghezza e 1,45 m di altezza, da pieno segmento C. Dimensioni che, alle volte, anche in città come Milano e Roma possono sembrare già generose, ma che coniugano un vitale spazio a bordo e una stazza tale da assicurare buone performance e comfort su strada. Anche il design ha fatto un notevole salto avanti, sposando al meglio lo stile spigoloso e futuristico della casa degli anelli, con gruppi ottici dalla firma luminosa a led iconica, tecnologia a matrice di led per i proiettori e forme scolpite, specialmente per l’allestimento S-Line, da noi provato, al vertice della gamma.
Interno minimal, sportivo e curato
All’interno si percepisce tutto il nuovo corso di design di Audi, nuovamente contraddistinto da linee nette, tagli, spigoli vivi e una sapiente alternanza di textures per non rendere mai banale l’abitacolo ma anzi, colpire l’occhio con particolari dettagli, ricami e materiali impiegati. Le forme di plancia e pannelli portiera sembrano quasi avvolgere gli occupanti, con le bocchette d’aerazione che assumono una forma dinamica, di stampo aeronautico. Le plastiche risultano tutte di buona fattura, con materiali soffici nella zona alta del cruscotto, impreziositi anche dalle doppie impunture, così come nella zona bassa, dove però si cela qualche materiale più rigido. Il tunnel centrale è solido e robusto, mentre sul pannello portiera si ritrova tessuto scamosciato, simil alluminio e tanta sostanza. Fulcro dell’abitacolo è il volante che, nelle versioni S-Line, è realizzato in pelle traforata, sagomato in basso e con cuciture a contrasto rosse. Ultimi ma non meno importanti i sedili sportivi con poggiatesta integrato, anch’essi con cuciture rosse che interrompono la trama trapuntata in pelle o il tessuto scamosciato centrale.
Tecnologia ai vertici
Lato tecnologico, A3 Sportback non fa sconti, con doppio display da 12,3 e 10 pollici, rispettivamente per il Virtual Cockpit e per l’infotainment MMI di terza generazione. Rapido, semplice da utilizzare e completo di tutto, condisce l’esperienza di bordo in maniera impeccabile, potendo vantare la connettività LTE, hotspot wi-fi, connettività wireless con dispositivi Android o Apple, radio DAB+, traffico in tempo reale e connettività Car-to-X. Le immagini della cartografia del navigatore provengono da Google Earth e vantano anche la grafica in 3D, con punti di interesse, distributori e molto altro. Lato sicurezza, oltre ad elevati livelli in ambito “passivo”, A3 Sportback a richiesta raggiunge a pieno il secondo step di sicurezza attiva, con ADAS di secondo livello, perfettamente calibrati e dall’elevata intelligenza. L’auto rimane perfettamente centrata in corsia, anticipando curve e svolte, supportando al meglio durante i lunghi viaggi.
2.0 TDI, che motore!
Ormai abituato ai nuovi motori elettrificati, ibridi e/o elettrici, tornare a provare un caro e “vecchio” 2.0 turbo diesel a quattro cilindri ha rappresentato una bella ventata d’aria fresca. Ancor di più se si pensa alla tipologia di auto, dal momento che al giorno d’oggi, questa alimentazione è sempre più spesso limitata a SUV di grosso taglio, berline di segmento D a salire e simili. L’unione di diversi fattori come la forma dell’auto, il peso relativamente contenuto (1.555 kg) e l’elevata coppia del propulsore (400 Nm) non possono che tramutarsi in una piacevole esperienza di guida. L’auto sembra quasi non avere inerzia, con la coppia che sopraggiunge già intorno ai 1.250 giri, spostando agevolmente la massa dell’auto, con l’automatico S-Tronic a sette marce in grado di snocciolare dolcemente e rapidamente tutti i rapporti. Il doppia frizione del Gruppo Volkswagen, perfezionato da Audi non può che essere quasi un’eccellenza in tale segmento, abbinandosi alla perfezione con le logiche di funzionamento di questo diesel e anche della trazione integrale.
Prova su strada e comfort
Premendo a fondo sul gas, le prestazioni ci sono tutte, come testimoniano i 243 km/h di velocità massima o i 6,8 secondi necessari per toccare i 100 km/h da fermi. Tuttavia è la naturale scorrevolezza dell’auto a convincere, capace di macinare moltissimi chilometri in totale semplicità. Andando a metà gas non si percepisce alcuno strattone da parte del cambio, trasformando l’accelerazione in un normale flusso di spinta senza soluzioni di continuità. Questo permette di mantenere alto a bordo il livello del comfort, coccolati dalle sospensioni a controllo elettronico adattive e dalla buona insonorizzazione.
Purtroppo con l’assetto sportivo S Line e gli pneumatici invernali, si percepiva forse un po’ troppo rumore dall’esterno soprattutto a velocità più sostenute, in autostrada e statali dal manto particolarmente rovinato. Nonostante ciò, l’eccelsa piattaforma MQB, unita alle sospensioni a controllo elettronico e alla trazione Quattro è in grado di assicurare altissimi livelli di grip e di handling. Nonostante le proverbiali dicerie sulle auto del costruttore di Ingolstadt (che lasciamo ai popolatori dei gruppi social, o alle chiacchere da bar), l’A3 Sportback è un piacere da guidare, con l’avantreno preciso e infallibile in inserimento e il retrotreno pronto a spingere non appena la centralina trasferisce la coppia sulle ruote posteriori.
Si può avvertire l’esatto istante in cui il giunto centrale si collega al pacco lamellare posteriore, avvertendo la spinta provenire proprio dal retro. Oltre ad infondere notevole sicurezza, aiuta a districarsi in caso di strada scivolosa o dissestata, come successo nei pressi di una nota località sciistica lombarda: le strade parzialmente ghiacciate e scivolose non hanno impensierito l’A3 Sportback, nemmeno in occasione dei tipici parcheggi innevati a ridosso degli impianti di risalita. Da lode poi la direzionalità dello sterzo progressivo di Audi, un accessorio al quale – personalmente – non rinuncerei mai su una vettura del costruttore tedesco. Il feeling in fase di impostazione della curva non è equiparabile a quello di sistema di sterzo convenzionale, così come la sensibilità sul pedale del freno: pronto, diretto, non spugnoso e capace di assicurare frenate energiche sin da subito, grazie all’impianto frenante maggiorato, specifico degli allestimenti S Line. Più che positivo anche il comportamento delle sospensioni adattive a controllo elettronico. L’assetto delle vetture con allestimento S Line risulta già più solido rispetto a quello delle altre versioni, ma con gli ammortizzatori elettro-idraulici si raggiungono livelli di regolazioni davvero ottimi. In Comfort l’auto è piuttosto abile nel gestire le vibrazioni del manto stradale (limitata solo dalla sottile spalla degli penumatici, da 18 o 19”), mentre in Dynamic risulta decisamente più “piatta”, riducendo rollio e beccheggio, a favore del piacere di guida soprattutto in inserimento e percorrenza di curva.
2.0 TDI Diesel fa rima con consumi
E si arriva poi al tema forse più “piccante”, ovvero le percorrenze registrate durante la nostra prova. Con un percorso misto città/extraurbano, non è stato impossibile raggiungere un consumo medio di circa 16,5 km al litro, senza risparmiarci con il gas e ingaggiando spesso la modalità Dynamic. Con piede gentile e modalità Eco, anche in città, A3 40 TDI non fatica a stabilizzarsi sui 16 km al litro. Abbandonando però i centri abitati riesce letteralmente a stupire, potendo quasi veleggiare con un filo di gas a circa 19-23 km/l a seconda delle condizioni. Durante una gita in giornata da Milano a Madesimo e ritorno, il consumo medio registrato è sato di 5,4 l/100 km, ovvero 18,5 km/l, con picchi di 4,1 l/100 km (24,3 km/l) scendendo verso il capoluogo lombardo. Tra andata e ritorno non abbiamo neanche raggiunto metà serbatoio (55 litri), arrivando poco sotto ai tre quarti del pieno. In autostrada invece conferma l’ottima aerodinamica ed efficienza del propulsore, con medie di circa 14,5 km/l a velocità di 130 km/h costanti. Ricordiamo che la trazione integrale, unita agli pneumatici invernali, contribuisce a peggiorare, seppur di poco, i consumi.
Il listino di nuova Audi A3 Sportback parte da una base di 29.600 euro, per la versione 30 TFSI con l’1.0 3 cilindri turbo da 110 CV e cambio manuale a sei marce. Per il nostro esemplare in prova, con il 2.0 TDI Quattro da 200 CV e allestimento S Line Edition, il prezzo sale a ben 49.
300 euro, esclusi optional. Un prezzo abbastanza salato, certo, ma che probabilmente è commisurato al livello meccanico e tecnologico messo in campo dalla vettura (oltre che essere in linea con i prezzi raggiunti dal mercato auto attuale).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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