Claus Luthe, la tragica storia di un designer di successo

Claus Luthe è stato il progettista di alcune memorabili vetture, ma la sua fama è inevitabilmente cambiata quando uccise suo figlio a coltellate

Claus Luthe, la tragica storia di un designer di successo
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Uno dei più grandi film di Woody Allen, "Match Point", ruota intorno al quesito: "È meglio essere fortunati o talentuosi?". Per Claus Luthe la domanda non aveva alcun senso, perché la vita gli aveva riservato in egual misura doti straordinarie e un bel quantitativo di fortuna. Peccato che il famoso designer tedesco, mosso da sentimenti intestini e incontrollabili, abbia spento la sua stella in un banale giorno di aprile del 1990, quando accoltellò a morte il figlio tossicodipendente di 33 anni, dopo un ennesimo alterco, nel salone della sua villa bavarese. Fu condannato dal giudice a due anni e nove mesi di reclusione, ma la perizia di uno psichiatra lo dichiarò incapace di intendere e di volere e, per questo motivo, non scontò la pena per intero. Una volta tornato in libertà, la BMW gli propose di tornare a disegnare auto, come aveva sempre fatto, ma l'ombra dell'orrore di ciò che aveva commesso lo perseguitò fino alla fine dei suoi giorni, impedendogli qualunque tipo di incarico lavorativo costante. Eppure, il suo nome è uno dei più grandi nella storia dell'automobilismo mondiale.

L'uomo del musetto della Fiat 500

Wuppertal è famosa nel mondo per la sua monorotaia sospesa, entrata in funzione nei primi del '900, dove i convogli sfilano in aria, in posizione sopraelevata rispetto alla strada. Circa trent'anni dopo l'inaugurazione di quest'opera magnifica, nel 1932 la cittadina tedesca diede in natali a Claus Luthe, secondogenito di una famiglia forgiata sui principi cattolici. Di lì a poco il partito nazista avrebbe preso il potere su tutta la Germania, instaurando una dittatura sanguinosa con mire espansionistiche. La guerra non avrebbe tardato ad arrivare, lasciando dietro di sé una lunga scia di morti che non escluse la famiglia Luthe. Nel 1944, infatti, il padre di Claus morì sul fronte.

Fiat 500
Fiat 500

Sopravvissuto alla guerra, l'ormai adolescente Luthe non seguì le orme del fratello maggiore, disertando la facoltà di architettura, inseguendo invece il sogno delle automobili. Tra il 1948 e 1954, Claus Luthe compì un formativo apprendistato presso la carrozzeria Voll di Wurzburg, in Baviera, dimostrando un'eccellente predisposizione in questo campo. I suoi disegni non sfuggirono agli attenti osservatori di Fiat, che lo misero sotto contratto per mandarlo a lavorare immediatamente nella sede tedesca di Heilbronn. La sua mano fu fondamentale per tracciare i lineamenti della Fiat 500, la piccola utilitaria simbolo del boom economico italiano, dal viso simpatico e aggrazziato. Soltanto per questo il suo contributo alle quattro ruote non andrebbe dimenticato.

NSU e Audi

Dopo il periodo trascorso nelle file dello storico brand italiano, Claus Luthe passò alla NSU in veste di capo progettista. Tra le altre cose, il designer ebbe il merito di creare la leggendaria NSU Ro 80, che stupì gli esperti con il suo stile cuneiforme tremendamente all'avanguardia; non a caso fu nominata Auto dell'Anno nel 1967. La limousine dell'alta borghesia era dotata di un motore Wankel che ancora oggi entusiasma gli appassionati di auto.

NSU Ro 80
NSU Ro 80

I guai finanziari dell'azienda, portarono a una cessione del marchio al Gruppo Volkswagen, che nel frattempo aveva rilevato anche i diritti di Audi. In questa fase di transizione Luthe aveva sviluppato una berlina di classe media chiamata K70 che, una volta sparita di scena la NSU, divenne realtà con il marchio di Wolfsburg. Quel progetto uscito dal cassetto con somma felicità fu un eccellente biglietto da visita per convincere la dirigenza della galassia tedesca ad affidargli le chiavi di Audi, ancora in cerca di una dimensione di prestigio. Tra il 1971 e 1976, Luthe si occupò della piccola Audi 50, carta carbone della prima generazione di VW Polo, e degli interni della più lussuosa Audi 100.

Luthe e il legame con BMW

Nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso, Luthe accettò ben volentieri di trasferirsi a Monaco di Baviera, per sedersi sul trono che fu di Paul Bracq. La bravura del designer di Wuppertal fu di capire che il sentiero stilistico tracciato dai suoi predecessori era vincente, e lui riuscì a perfezionarlo senza stravolgerlo. Dal suo ufficio uscirono le forme definitive di modelli dal fascino intramontabile, come la Serie 5 E28 e la Serie 3 E30, che ancora adesso riscuotono apprezzamenti per la loro spiccata energia. Quelle vetture avevano una personalità fuori dal comune, un'anima che Luthe seppe raccogliere intorno ad alcuni elementi distintivi come lo "shark nose", i doppi fari circolari all'anteriore e quelli a "L" al posteriore.

BMW Serie 7
BMW Serie 7 E32

I suoi capolavori - forse - sono la Serie 7 E32, una mastodontica ammiraglia dotata di ogni comfort, e la Serie 8, una granturismo che ancora oggi fa girare la testa.

Grazie a questi pezzi d'arte, nel 1990 gli venne conferito il ruolo cardine di capo del desing. Uno dei suoi ultimi guizzi, prima del buio, furono le linee della Serie 3 E36. Si è spento in gran silenzio il 17 marzo del 2008, all'età di 75 anni a Monaco di Baviera.

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