"Quel tramonto pulviscolare giallo, arancio, viola e azzurro che cheta le acque, che rassicura l’animo, che avvolge ogni cosa di una sublime e ipnotica bellezza", così descriveva Saint-Tropez il pittore, Paul Signac, sul finire dell'Ottocento. Il periodo di massimo fulgore, però, è quello degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, quando la località della Costa Azzurra si apre al glamour e al jet-set internazionale, che di giorno vuole poggiare i piedi sulla candida sabbia baciata dal sole, per scatenarsi, poi, in frenetici balli quando la penombra prende il sopravvento. È il periodo in cui gli amanti della bella vita si tuffano nella bolgia infernale dell'"Esquinade", o a spendere le interminabili notti tra l'"Escale" e il "Papagayo". Più di ogni altra persona, il simbolo e incarnazione di quella dolce esistenza nel sud della Francia è Brigitte Bardot, diva per eccellenza, attrice e modella, in seguito attivista per i diritti degli animali. Bibi incantava chiunque la osservasse per il suo straordinario splendore, fuori dal comune, come se fosse precipitata da Marte sulla Terra per mostrare una nuova concezione di meraviglia. Sul finire degli anni Sessanta, in Ferrari sono vogliosi di donare al mondo una nuova creatura, che fosse sconvolgente per tecnica e raffinata bellezza. Lo stile viene affidato come di consueto alla Pininfarina, con l'ingegnere Leonardo Fioravanti che si interfaccia con gli uomini di Maranello, Angelo Bellei e Sergio Scaglietti. Tra di loro nasce l'idea di chiamare questa speciale supercar "BB", in omaggio a Brigitte Bardot, dea della bellezza.
Causa innamoramento folle
Quell'auto non è un mezzo qualsiasi, ma rappresenta una novità nel mondo del Cavallino Rampante. La 365 GT/4 BB è una supercar a motore centrale, un inedito assoluto nello spartito modenese. Per lei, quindi, viene posta una cura maggiore, un'attenzione maniacale verso ogni aspetto possibile. La sua linea deve essere ammaliante, seducente e stordente. Al suo cospetto bisogna cadere in uno stato di innamoramento folle, tanto da lasciarsi andare a una pura "Sindrome di Stendhal". Che è esattamente quello che accade a tutti coloro che lavorano a stretto contatto con questa macchina. Piano piano, ogni reparto coinvolto nel suo sviluppo inizia a chiamarla BB, consapevole che lei - come Brigitte Bardot - è una porta bandiera mondiale della bellezza. La dicitura BB, rappresentativa del progetto, confluisce anche nel nome ufficiale del modello. Di solito, in Ferrari, la scelta ricade su una fredda sequenza di numeri, mentre a lei si permette una romantica eccezione. Al grande pubblico, però, non viene confessato l'arcano riguardante le due lettere "BB", tanto che Ferrari la battezzerà come "Berlinetta Boxer". Un falso storico, per due motivi: in primis, questa supercar non è una berlinetta perché ha il motore centrale e non anteriore (come una berlina), in secondo luogo perché un motore V12 da 180 gradi, non può essere un Boxer. A rivelare il segreto fu lo stesso Fioravanti, anni dopo.
La prima Ferrari a motore centrale
Enzo Ferrari era uno strenuo difensore dell'architettura classica delle supercar, nelle quali il motore andava posto anteriormente. Il commendatore soleva dire: "Mai mettere il carro davanti ai buoi". Ovviamente i buoi erano i suoi ruggenti motori. Con la BB si apre una nuova strada, si traccia un sentiero che porterà grande fortuna e prosperità alle vetture del Cavallino Rampante. La presentazione ufficiale avviene al Salone dell'Automobile di Torino del 1971 e in quei padiglioni si diffonde, come per magia, un incantesimo di persuasione una volta incrociato lo sguardo con la nuova potente macchina di Maranello. La sua estetica è ammiccante, sinuosa ed elegante. Come una diva del cinema. Tutti gli astanti ne rimangono stregati. In più ha i fari a scomparsa, che sembrano fare l'occhiolino, oltre a una copertura in plastica bianca che nasconde luci di posizione e gli indicatori di direzione anteriori. Il propulsore sotto al cofano deriva da quello della Formula 1, in particolare dalla 312B, che si imponeva nelle corse in tutto il globo. Tutti sono pronti a vederla sfrecciare sulle strade, come una modella su una passerella di alta moda. Attenzione però, perché i suoi 380 CV facevano schizzare la Rossa a oltre 300 km/h.
Divina a Saint-Tropez
Nel 1973 la crisi petrolifera mette il bastone tra le ruote alla Ferrari BB, che insieme alle sportive di razza entra nel mirino di coloro che reputano immorale questo genere di autovetture. L'aumento del costo del carburante, insieme all'inasprimento delle normative antinquinamento previste negli Stati Uniti (mercato di punta del Cavallino), portano all'esordio della sua evoluzione, chiamata 512 BB, che per forza di cosa riduce sensibilmente la potenza al suo maestoso V12. La sua bellezza e il suo charme non vengono, però, intaccati. La produzione dura fino al 1984, quando la terza versione (512 BBi) lascia il posto alla più grande icona degli Ottanta, la Testarossa.
Se per quest'ultima l'immaginazione scorre rapida sulle strade di Miami, per la BB il suo luogo ideale è l'armonica ed elegante Costa Azzurra, dove può ormeggiare sul suo placido lungomare, in compagnia di romantici ristoranti ed esclusive imbarcazioni di lusso. Come una diva degli anni Sessanta, proprio come Brigitte Bardot.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.