Dopo Fiat Chrysler Automobiles con Peugeot-Citroën, che a gennaio 2021 hanno dato vita a Stellantis, è tempo di fusioni tra le big giapponesi. Honda e Nissan si scambieranno gli anelli entro giugno 2025 per integrare quindi Mitsubishi, di cui Nissan è il principale azionista, nella nuova grande alleanza industriale. Mitsubishi avrà comunque tempo fino al 31 gennaio prossimo per aderire all’iniziativa.
L’unione, che porterà la futura realtà a quotarsi ad agosto 2026, darebbe vita al terzo gruppo mondiale del settore (valore 50 miliardi di dollari), dietro a Toyota e Volkswagen. Honda è valutata in Borsa circa 41,6 miliardi di dollari rispetto ai 10,6 miliardi di Nissan, il cui vertice solo poche settimane fa aveva lanciato un vero allarme rosso: «Abbiamo davanti tra i 12 e i 14 mesi per tentare di sopravvivere; sarà molto dura se il mercato giapponese e quello americano non genereranno cassa sufficiente». Da qui la ricerca di un investitore a lungo termine, visto anche il graduale venir meno della lunga e travagliata alleanza con Renault.
Non a caso, proprio in concomitanza con l’avvio delle operazioni di fusione, il numero uno di Honda, Toshihiro Mibe, ha affermato che «da parte nostra non si tratta di fornire assistenza a Nissan», che a questo punto, essendo fortemente indebitata, dovrà attuale un efficace piano di riduzione di costi e soprattutto di rilancio delle vendite. Insieme, le tre Case automobilistiche giapponesi sfornerebbero intorno a 8 milioni di veicoli l’anno. Honda, nel 2023, ha prodotto 4 milioni di vetture, Nissan 3,4 milioni e Mitsubishi poco più di 1 milione. Dalle tre società, solo nello scorso agosto, era arrivato l’annuncio che avrebbero condiviso componenti per veicoli elettrici, come le batterie, e portato avanti la ricerca in modo congiunto per la guida autonoma allo scopo di adattarsi meglio ai cambiamenti radicali incentrati sull’elettrificazione.
Obiettivo delle nozze è quello di rafforzare la posizione dell’azienda nel campo dell’elettrico, dove a dominare sono Tesla e i numerosi concorrenti cinesi. Questa unione, infatti, permetterebbe di condividere gli alti costi e i rischi dello sviluppo di modelli elettrici e delle batterie, assicurando le catene di fornitura e guadagnando in competitività grazie alle economie di scala.
A questo punto, quale sarà l’atteggiamento di Renault che, ricordiamo, è partecipata (10%) dallo Stato francese? A Parigi l’ad Luca De Meo sta dialogando con molti soggetti, tra cui i cinesi di Geely (già controllano Volvo e Lotus, sono azionisti di Mercedes-Benz e hanno il 50% della joint venture Smart), e Volkswagen allo scopo di creare nuove e proficue sinergie. Non viene del tutto accantonato, nonostante smentite e commenti vari, il tormentone della mega e complicata fusione con Stellantis, pure partecipata dall’Eliseo.
A seguire con interesse gli sviluppi della fusione tra Honda e Nissan (con Mitsubishi) sarebbe anche il colosso taiwanese Foxconn, leader nei componenti elettrici ed elettronici. Trattative esplorative sarebbero in corso da mesi con Renault, azionista con il 15% di Nissan.
La controllata Foxtron Vehicle Technologies mira infatti a ritagliarsi un importante spazio, entro il 2025, nella produzione di auto elettriche. E le nozze tra giapponesi in itinere potrebbero rappresentare un’importante opportunità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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