Jeep Renegade e-Hybrid 2024: in viaggio con il mild-hybrid da Milano a Rosarno

Un viaggio tipicamente estivo, dal capoluogo lombardo fino in Calabria, per conoscere a fondo le qualità del SUV americano che si aggiorna per il 2024: nuovo infotainment, interni migliorati e altri piccoli upgrade a 360 gradi. Quasi 3.000 km tra andata e ritorno, per scoprire il Model year 2024.

Jeep Renegade e-Hybrid 2024: in viaggio con il mild-hybrid da Milano a Rosarno

Jeep Renegade è uno dei B-SUV più amati dagli automobilisti italiani fin dal suo debutto, nel 2014. Un ibrido, e non solo di motore, tra Stati Uniti e Italia. Tutto il DNA a stelle e strisce del brand ma adattato alle esigenze del Bel Paese, costantemente alla ricerca di auto solide, accessibili, dalle dimensioni e consumi ridotti e dalla buona abitabilità interna. Una missione apparentemente impossibile, eppure poche come Renegade possono vantare tutte queste qualità. Ormai agli sgoccioli della carriera – in attesa di una probabile nuova versione negli anni a venire – abbiamo deciso di provare l’ultima motorizzazione giunta in gamma, l’ibrido mild 1.5 da 131 CV, in un lungo viaggio estivo dal capoluogo lombardo fino in Calabria. Un tipico esodo d'agosto, effettuato con una delle auto più popolari lungo tutto lo stivale, per restituirvi la nostra esperienza tra andata e ritorno.

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Compatta fuori, spaziosa dentro

Sebbene le dimensioni suggeriscano l’appartenenza al mondo delle B-SUV – con 4,24 m di lunghezza e 1,81 m di larghezza – Renegade è una delle poche che sfrutta a pieno ogni centimetro a sua disposizione. Grazie alle forme squadrate e alle superfici vetrate verticali (non particolarmente efficienti però fronte aerodinamico) si valorizza lo spazio a bordo, adatto anche per cinque persone e relativi bagagli. E così abbiamo infatti viaggiato, con due adulti, un ragazzo di 17 anni e altri due più piccoli, di 8 e 9 anni. Nulla di più “classico”. Sorprende fin da subito lo spazio per gambe e testa, anche in questo caso grazie ai 167-172 cm di altezza massima a seconda degli allestimenti. Il tunnel centrale per i piedi non è esageratamente voluminoso, così da non vincolare troppo il movimento dei piedi.

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Mancano però le bocchette d’aerazione nel retro, in realtà molto utili in caso di temperature estive e auto piena. È però presente una presa USB-C, utile per caricare a turno i telefoni o i dispositivi di chi siede dietro. Ci sono però delle comode tasche e la visibilità esterna è ottima, anche per chi soffre di più il viaggio in auto. Sorprende anche il bagagliaio, ben 351 litri di partenza: in termini assoluti non sembrano tanti, ma grazie alle forme regolari e sviluppate in verticale, risulta facilmente sfruttabile. Siamo riusciti ad inserire due trolley da cabina, un trolley più grande, due borsoni flessibili, altre due borse da donna, un sacchetto rigido e una borsa frigo. L’immagine – seppur non elegante alla vista – rende bene l’idea del sapiente incastro che siamo riusciti ad ottenere.

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Equipaggiamento ricco

Davanti non mancano un comodo display Uconnect da 10,1 pollici di nuova generazione. Seppur con forma di tablet a sbalzo, si tratta di un notevole upgrade rispetto al passato: è più fluido, facile da utilizzare e ora integra l’assistente Alexa. Inoltre, non manca la connettività anche wireless per Apple Car Play e anche Android Auto: una funzionalità fondamentale per viaggiare proiettando la navigazione del cellulare, o riprodurre brani e podcast tramite applicazioni di streaming audio. È anche presente un App da smartphone per controllare da remoto una serie di informazioni utili della vettura. Di fronte al conducente c’è poi la nuova strumentazione digitale da 10,25", per avere sempre sotto controllo, in maniera chiara, i dati dell’auto in marcia. Nuova anche la retrocamera, dalla migliore qualità alla luce e al buio. Completano l’abitacolo il nuovo volante (ispirato a quello presente su Compass), che restituisce un miglior impatto visivo e anche una miglior qualità percepita. La buona presenza di tasti fisici aiuta anche gli automobilisti meno "smart", spesso alla ricerca del pulsante da premere.

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In viaggio da Milano a Rosarno

C’è chi lo definirebbe il “viaggio della speranza” e chi il “classico” esodo estivo dell’italiano ad agosto. Armati di sana pazienza e tanta forza di volontà, ci siamo avviati verso la destinazione con la proiezione di Google Maps che segnalava oltre 1.300 km e più di 13 ore di viaggio. L’uscita dal capoluogo Lombardo è stata piuttosto agevole, considerato anche l’orario proibitivo strategicamente scelto per la partenza. In poco tempo siamo arrivati a Bologna, potendo sfruttare la calma notturna delle autostrade italiane, per macinare chilometri fin da subito. Renegade si è mostrata confortevole e comoda fin da subito, capace di gestire abbastanza bene fruscii aerodinamici e vibrazioni dell’asfalto, rimanendo sempre sotto ai limiti imposti dal codice. Le forme del parabrezza e gli specchietti voluminosi non premiano particolarmente su questo fronte, ma i rumori son relativamente contenuti. Seppur a pieno carico e con clima accesso, l’1.5 non palesa alcuna criticità nel mantenere velocità di crociera sostenute, aiutato anche dal cruise control adattivo, che ben si adatta alle andature delle altre auto sulla carreggiata.

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La rumorosità del propulsore si accentua solo in presenta di brusche accelerazioni e sorpassi, per poi ritornare contenuta. Seppur con “soli” 130 CV e 240 Nm di coppia, la spinta è buona e non si sente mai troppo l’esigenza di qualche cavallo in più. Il guizzo extra dell’unità elettrica (circa 20 CV) aiuta nei cambi di velocità, supportando anche durante i cambi marcia, annullando il vuoto di coppia. Ottima anche l’illuminazione dei nuovi fari full-led adattivi, capaci di grande profondità e ampiezza luminosa, per poter vigilare sugli spazi circostanti anche a notte fonda. Al sorgere del sole, ci ritroviamo già oltre la metà del viaggio, nei pressi del napoletano. Tutto è filato liscio fin lì, con un po’ di podcast in sottofondo e la (non) compagnia degli altri passeggeri presenti a bordo (come da prassi, ndr). I sistemi ADAS, ormai più che completi, supportano durante la guida, gestendo il mantenimento della corsia e avvisando prontamente quando mutano i limiti di velocità sul tratto di strada. Non risultano particolarmente invadenti i cicalii e i vari “bip” del sistema. Ormai verso la fine del viaggio, la strada ha continuato a mutare, aumentando le pendenze e richiedendo un maggiore sforzo al motore. In questi precisi casi, soprattutto con clima automatico e pieno carico, ho sentito la necessità di una spinta extra, assicurata dal propulsore solo premendo a fondo sul pedale dell’acceleratore, aumentando di conseguenza i consumi.

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Consumi e percorrenze

E giungiamo quindi al capitolo consumi, sempre molto caro all’automobilista italiano. Negli oltre 1.300 km (a tratta) percorsi in circa 15 ore e 45 minuti, il consumo medio registrato dalla strumentazione è stato di 8 litri su 100 km, ovvero 12,5 km al litro. C’è da dire che non abbiamo lesinato sul pedale del gas, procedendo sempre alla soglia del limite imposto dal codice per ogni tratto, effettuando sorpassi e richiedendo quasi sempre più della metà della potenza a disposizione. Il clima automatico sempre acceso a 21,5 gradi non ha aiutato particolarmente, così come i cinque passeggeri e relativi bagagli. Probabilmente, un equivalente modello coin propulsore diesel avrebbe raggiunto dei valori migliori, ma Renegade MHEV recupera con gli interessi nei tratti urbani e su strade provinciali, dove le medie tornano a salire intorno ai 15/16 km al litro sfruttando il veleggio e la spinta del motore elettrico.

Considerazioni finali

Jeep Renegade si riconferma una valida B-SUV razionale e capace di valorizzare al massimo lo spazio all’interno. Con l’ultimo aggiornamento di gamma guadagna anche diversi extra sul fronte digitalizzazione e connettività, per una migliore esperienza di utilizzo. È comoda, con tanto spazio in relazione alle dimensioni esterne e può offrire un equipaggiamento di tutto rispetto, alle volte anche superiore al segmento di appartenenza. Il nuovo ibrido funziona bene, soprattutto in città ma solo se non gli si tira il collo. In autostrada potrebbe risultare più fluido e scorrevole mentre sui tratti extraurbani si trova pienamente a suo agio. I prezzi partono ora da 29.800 euro per l’1.

6 Multijet da 130 CV in allestimento Longitude, mentre per l’ibrido si attacca da 33.100 euro. Una cifra ben più alta rispetto a diversi anni fa, ma complice soprattutto l’inflazione e una considerevole aggiunta di accessori prima non previsti.

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