Nel mercato attuale la berlina media, coi suoi tre volumi classici, sta vivendo un declino inarrestabile. L'automobilista generico non è più alla ricerca delle rassicuranti doti fornite da queste vetture, preferendo l'appeal di altri veicoli (leggasi SUV). Questa crisi non nasce di certo oggi, ma è un fenomeno che viene da molto lontano. Certo, ci sono dei Marchi che hanno pagato lo scotto prima degli altri, che si sono fatti male con progetti che non sono stati capiti abbastanza e, che soprattutto, non hanno avuto il consenso del giudice supremo: il cliente. Scavando nella storia automobilistica italiana e piombando a poco più di vent'anni fa, ci scontriamo con le vicende della Lancia Lybra, un flop che ha messo la parola fine a una casata di lunga tradizione.
Una sfida in salita
Siamo alla fine degli anni Novanta, il Gruppo Fiat ha prodotto un'evoluzione del pianale Tipo 2, che sarà destinato a due berline diverse per carattere. All'Alfa Romeo 156 viene affidato il compito di portare in alto il vessillo della sportività, mentre alla Lancia Lybra quello del comfort e del lusso. Il compito più difficile è proprio quest'ultimo, perché il brand torinese vive una stagione di appannamento, a causa di una serie di modelli poco indovinati e per una concorrenza che ha alzato drasticamente l'asticella della qualità. Per vincere la sfida del mercato, la Lybra deve sfoderare delle armi fuori dal comune, a cominciare da un design che gridi al miracolo. Non sarà così. Nel 1999 l'erede della Dedra, arrivata in modo stanco e scarico alla fine del decennio, ha l'aspetto di un brutto anatraccolo che non riuscirà a trasformarsi in cigno. Le sue linee tondeggianti e delicate la fanno sembrare più piccola dell'aguzza Dedra, anche se di fatto non è così, e i richiami al passato le conferiscono un'aria barocca che non convince troppo un pubblico abituato a tratti più semplici. Insomma, nonostante le premesse la neonata berlina di Lancia ha da affrontare subito una strada in salita.
Anche Station Wagon
La Lybra debutta nel marzo del 1999 e lo sbarco nelle concessionarie arriva a settembre. Al fianco della sedan classica c'è anche una raffinata station wagon, che sembra più aggrazziata e riuscita della sua "sorella". Nel primo periodo le vendite sono buone, soprattutto nel mercato domestico, anche perché le dotazioni sono di tutto rispetto. L'abitacolo, come da tradizione Lancia, è un bel salotto rifinito con classe e dovizia, dove non mancano l'Alcantara e la pelle a impreziosire le sue rifiniture. Per cavalcare l'onda dell'entusiasmo, il Gruppo Fiat sceglie per la campagna promozionale una star del cinema internazionale, Harrison Ford, nei panni di un raffinato uomo d'affari. Nonostante il volto del più celebre "Indiana Jones", a un tratto la Lybra rallenta la sua corsa e specialmente all'estero non centra il bersaglio. I motivi sono molteplici, l'auto non viene pressoché mai aggiornata e resta uguale a sé stessa dal primo all'ultimo giorno di commercializzazione. Un grave errore che sancisce un flop inevitabile. Ovviamente non è l'unica motivazione, ma una delle tante.
Una lunga lista di motori
Al debutto nel 1999, il cliente "lancista" può ordinare la sua nuova Lybra attingendo da una lunga lista di motorizzazioni: dal 1.6 serie Torque al 1.8 a fasatura variabile al 2.0 cinque cilindri 20V, mentre a gasolio ci sono i 1.9 e 2.4 JTD a quattro e cinque cilindri con due valvole per cilindro. Dunque, le potenze vanno da 103 a 154 CV per i benzina e da 105 a 136 per il gasolio. Strano, però, che questo elenco non venga aggiornato con altri propulsori presenti in casa che, invece, vengono forniti sia all'Alfa 156 che alla 147, come ad esempio i diesel a 16V che permettono alle due vetture del Biscione di spopolare nel momento di massima diffusione della "nafta". Strane logiche di mercato.
La Lancia Lybra se ne va senza eredi
La lunga tradizione delle berline medie di Lancia si interrompe nel 2005, dopo sei anni di vivacchiamento della Lybra, che vende praticamente solo in Italia la maggior parte delle 165.000 unità prodotte prima a Rivalta e poi a Mirafiori.
La crisi dell'industria italiana e una programmazione deficitaria del marchio, sanciranno la riduzione all'osso della gamma dello storico e prestigioso Brand torinese, che attualmente conta soltanto sulla Ypsilon. La Lybra non avrà mai un'erede esplicita, perché la Delta III andrà a occupare un segmento differente, lasciando un vuoto difficilmente colmabile in tutti coloro che amano la creatura fondata da Vincenzo Lancia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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