Angus e Laura stanno per sposarsi, nel Somerset. La cosa mette im movimento una quantità di amici provenienti da ogni contea vicina, compresi Charles, la sua coinquilina Rossella, Fiona e suo fratello Tom, i fidanzati Gareth e Matthew, e David, fratello di Charles. Quel che ne esce è una delle commedie britanniche di maggiore successo di sempre: trent'anni fa, nel 1994, Quattro matrimoni e un funerale fece saltare il box office e consegnò Hugh Grant ad una carriera da sex symbol.
Lui interpreta Charles, irredimibile scapolo che però, quando conosce la fascinosa americana Carrie al primo dei matrimoni, resta folgorato. Il film nasce dall'idea dello sceneggiatore Richard Curtis, infilata nella mente dopo aver partecipato all'atomica quantità di 65 matrimoni alla ancora tenera età di trentaquattro anni. La regia, invece, è di Mike Newell. Le indimenticabili gag all'altare di Rowan Atkinson (Mr Bean), i momenti ad alto contenuto di romanticismo tra Grant e Andie McDowell (come la sequenza sotto la pioggia) e la malinconica ironicità che percorre in sottofondo tutta la pellicola, con la hit Love is all around degli scozzesi Wet Wet Wet che si lavora il pubblico, la fanno diventare un lavoro senza pretese che si è illuminato in corsa.
Nella prima scena Hugh Grant e la sua coinquilina sono in clamoroso ritardo per recarsi al matrimonio. La sveglia trilla in camera, lui si stropiccia, si riavvia i capelli e poi realizza che devono correre sparati verso le nozze. Salgono così a bordo della macchina di Charles, ma non parte. Allora montano sulla fiammeggiante Mini Mayfair di lei, lanciata in una folle corsa verso la chiesa. La Mini verrà poi parcheggiata in sosta vietata e bloccata con una vistosa morsa gialla dalla polizia stradale.
Nel 1980 Mini decide di dare una solenne mano di vernice alla produzione. Escono di scena la Clubman berlina (la rimpiazza la Austin Metro) e la Mini Clubman Estate. Riorganizzazione totale. Il faro più luccicante di questa nuova era è la Mini Mayfair, quella che compare nel film. Spiccava sulla versione classica per la finezza degli interni, più pregiati, con poggiatesta anteriori e contagiri. Le carreggiate risultavano allargate rispetto al modello base, c'erano i freni anteriori a disco e venivano inseriti codolini di plastica nera sulle ruote.
La Austin Rover Mini Mayfair, questo il nome di battesimo completo, venne prodotta dal 1985 al 1989 con un motore benzina a quattro cilindri il linea e 998 cc.
Accelerava da zero a cento in 19,5 secondi e raggiungeva la velocità massima di 130 km/h. Chi volesse acquistare un esemplare sopravvissuto oggi, magari per tentare di calarsi per qualche istante nei panni di Hugh Grant, la troverebbe in giro al modico prezzo di 5mila euro. Una macchina per romantici veri.
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