Terreno alimentato da grandi pulsioni e intense passioni quello delle supercar. Queste auto nascono per toccare corde speciali e per colpire l'appassionato nel punto più sensibile: il cuore. Oggetti mitici, auto leggendarie che hanno permesso a questo settore di farsi strada, di farsi amare e crescere, grazie alla tecnica, alla sperimentazione e al design. Stilare una classifica di quali siano le migliori è complicato e, a tratti, soggettivo. Noi ci abbiamo provato, inserendo nella nostra graduatoria soltanto quei bolidi che hanno dai trent'anni in su. Dunque, facciamo un bel tuffo nel mondo delle più esclusive fuoriserie del passato, quelle che hanno stregato generazioni di appassionati che, tra modellini e poster, ognuno ha tentato di fare un po' sue.
10º posto: Ford GT40
Henry Ford II, dopo il rifiuto di Enzo Ferrari di cedere la propria azienda, brucia dalla voglia di dimostrare al Drake che può vincere in pista ogni domenica, anche senza le sue auto. La Ford GT40 nasce sotto questa spinta emotiva: dare una lezione al patron del Cavallino Rampante. Servirà l'apporto di tanti, dal manager Lee Iacocca ai piloti Ken Miles e Bruce McLaren, per mettere in piedi una macchina letale, che dominerà a Le Mans - e non solo - per tutta la seconda metà degli anni Sessanta. Nessun'altra americana sarà valida quanto lei.
9º posto: Lamborghini Miura
La Lamborghini Miura stravolge l’ideale delle auto sportive di tutto il mondo ed è colei per la quale viene coniato l’appellativo di supercar. Una vettura schiacciata come una sogliola al suolo, con il motore in posizione centrale, e con quei tanti tocchi stilistici inconfondibili, come i fari a scomparsa che assomigliano a seducenti occhi con lunghe ciglia, o le griglie del radiatore, che diventeranno fonte di ispirazione anche per altre vetture di Bertone. La Miura, comunque, resta una vettura leggendaria, in grado di far scoppiare il cuore di emozione quando si sente rombare il suo magnetico 12 cilindri.
8º posto: BMW M1
Merita un posto speciale in questa graduatoria, perché nella sua lunga e gloriosa storia, BMW non si è mai cimentata in vere e proprie supercar, eccezion fatta proprio per lei: la M1. Un'auto assolutamente epica, dallo stile italiano e dal temperamento focoso. Ha segnato un'epoca e la sua versione da gara ha scandito una decade nel Gruppo 5, imperversando prima dei GP di Formula 1. La stradale, invece, colpisce tutt'oggi per la sua silhouette affusolata e magnetica. Sotto al cofano, con il motore in posizione centrale, nascondeva una potenza di appena 277 CV ma, grazie al peso inferiore ai 1.300 kg, si toccavano i 262 km/h di velocità massima.
7º posto: Honda NSX
In Giappone sono meticolosi, precisi, non sbagliano mai un calcolo. In più, quando si mettono in testa di fare una cosa devono riuscirci a ogni costo. Non importa quanto sacrificio comporti, l'obiettivo va perseguito in qualunque maniera. A metà degli anni Ottanta alla Honda sono stanchi di veder spadroneggiare in lungo e in largo le automobili europee, specialmente nella ristretta cerchia delle supercar. Così, al Salone di Chicago del 1989 la Honda NSX lascia tutti di stucco. È sinuosa, armonica, elegante e cattiva. Così bassa e affusolata che sembra volersi mangiare l'asfalto. Non è soltanto affascinante, ma è un tripudio di tecnologia, di ricercatezza e di artigianalità. Il motore è un 3.0 V6 V-Tec da 270 CV, che permette di viaggiare a 270 km/h di velocità massima.
6º posto: Alfa Romeo 33 Stradale
Tanti l'hanno eletta icona di stile, per molti è addirittura l'auto più bella che sia mai stata creata. Quello che è oggettivo, invece, è che l'Alfa Romeo 33 Stradale è un gioiello unico, per tecnica e prestanza. Nata per le competizioni, i suoi 18 esemplari stradali valgono oggi una fortuna. Nel 1967 la supercar del Biscione era paragonabile a un diavolo imprendibile, per via della sua leggerezza (appena 700 kg di massa) combinata a un motore 2 litri V8 da 230 CV a quasi 9.000 giri. Le prestazioni ci raccontano che fosse in grado di spingersi oltre i 260 km/h di velocità massima e di scattare da ferma a 100 km/h in appena 5 secondi. Un vero pilastro dell'industria automobilistica, non solo italiana, ma mondiale.
5º posto Jaguar XJ220
Nata dall'idea di regalare al Regno Unito una supercar epica, la Jaguar XJ220 è un concentrato di tecnica e follia. Un'auto imprevedibile, pazza, ma altrettanto veloce e coinvolgente. La sua genesi è stata lunga e travagliata, ma quando è arrivata in scena ha messo - quasi - tutti d'accordo grazie al motore 3,5 litri V6 da 550 CV di potenza massima a 7000 giri. Sulla pista di Nardò riuscì a toccare i 350 km/h di velocità massima, mentre al Nurburgring detenne per tanto tempo il record sul giro per un'auto di serie. La XJ220 è un vero pilastro dell'universo supercar.
4ºposto Bugatti EB110
La Bugatti EB110 fa rumore, sia in modo letterale grazie al suo possente motore, sia perché riesce ad attirare l'attenzione di chi la osserva. La supercar made in Italy si presenta con delle caratteristiche uniche nel suo genere: quattro turbine a supporto di un propulsore 3,5 litri V12, con una distribuzione che vanta 5 valvole per cilindro. La versione GT si spinge fino a 560 CV a 8.000 giri, mentre la Super Sport tocca quota 610. Semplicemente folle. Le prestazioni sono incredibili: velocità massima di 351 km/h e accelerazione da 0-100 km/h in appena 3,5 secondi (dati riferiti alla Super Sport). Quando arriva in scena, non c'è nessun'altra che può osare così tanto. La bestia di Campogalliano è una dea devota alla rapidità più pura.
3º posto, McLaren F1
Nel suo caso è forse meglio parlare di hypercar, la prima nel suo genere. Quando ha visto la luce nei primissimi anni Novanta del secolo scorso, ha oscurato tutte le sue rivali che, di fatto, non esistevano. La McLaren F1 si è spinta oltre ogni limite immaginabile: tre posti, seduta di guida centrale e V12 BMW da 627 CV per una velocità massima di 372 km/h. Detiene ancora il record di auto dal motore aspirato più veloce di sempre. Ne sono state prodotte soltanto 106 unità, ma ognuna di esse rappresenta un pezzo di storia dell'auto.
2º posto, Porsche 959
La Porsche 959 è sembrata uscire direttamente dal futuro e la sua essenza, le sue peculiarità, hanno contribuito a tracciare un nuovo modo di costruire e interpretare il genere sportivo nella sua massima forma. Per far dimenticare in un colpo solo tutte le supercar fino a quel momento costruite, Porsche introduce sulla 959 una serie di novità ammalianti: il sistema di trazione integrale PSK (Porsche-Steuer Kupplung), quattro valvole per cilindro, raffreddamento ad acqua delle testate, pistoni forgiati in alluminio, bielle in titanio, DOHC, due turbocompressori sequenziali, lubrificazione a carter secco e una centralina Bosch Motronic con iniezione digitale di accensione. Il motore è il classico 6 cilindri boxer di 2850 cm³ di cilindrata in grado di erogare 450 CV. La velocità massima tocca la soglia dei 314 km/h, mentre l'accelerazione da 0-100 km/h si registra in 3,7 secondi. Numeri sconcertanti per il periodo (il 1986) e che permettono alla purosangue tedesca di essere l'auto di serie più veloce del pianeta.
1º posto tra le supercar, Ferrari F40
Nell’ultimo capitolo della sua vita, il Drake lancia il progetto Ferrari F40. Questo modello nasce per celebrare il quarantesimo anniversario dell'azienda e per la sua composizione vengono adottati materiali compositi e leggeri, difficilmente visti fino a quel momento su un’auto stradale: il kevlar per il telaio, le fibre di vetro per la carrozzeria, resine aeronautiche per i serbatoi e il plexiglas per i finestrini laterali. Sulla bilancia la fuoriserie del Cavallino Rampante riduce al minimo i chilogrammi, perché l’unico peso da sopportare deve essere quello del possente e maestoso motore V8 turbo da 478 CV.
Il risultato finale è un capolavoro: una supercar nuda e cruda, analogica e maestosa, in grado di toccare i 324 km/h di velocità massima nel 1987. Chi l’ha guidata afferma che nessuna è come lei, la più grande di tutti i tempi. C’è da crederci sulla parola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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