Gli anni '60 sono stati un decennio di irrefrenabili cambiamenti sociali, di duelli musicali combattuti tra band devote al rock'n'roll come Beatles e Rolling Stones, di lotte studentesche, di aspre tensioni per ottenere più diritti, di sanguinose guerre in Paesi all'apparenza lontani, di manifestazioni per la pace e di viaggi epocali. In quel periodo nasce la tendenza a saltare in macchina verso mete sconosciute, alla ricerca della libertà e della scoperta. Si macinano sempre più chilometri su destrieri metallaci a quattro ruote, ma c'è chi sceglie di farlo su van dal sapore trasgressivo e amichevole, mentre altri optano per potenti e confortevoli gran turismo. E nell'ultima categoria rientra la Volvo P1800, l'auto che nel 1966 sceglie di acquistare un brillante insegnante di scienze statunitense, Irv Gordon, che si fa sedurre dell'irresistibile fascino della 2+2 svedese, per intraprendere il suo personale giro del mondo. L'uomo dichiara subito le sue intenzioni: "Con lei voglio fare viaggi memorabili". La promessa viene mantenuta, perché dal giorno del suo acquisto ha percorso ben 5.245.000 chilometri. La sua rincorsa, tuttavia, si ferma nel 2018 quando il suo legittimo proprietario, classe 1941, lascia questa terra. Quindi, la più inconsueta delle Volvo ha conquistato con merito la palma di vettura con più percorrenza nella storia: per rendere l'idea il suo chilometraggio complessivo sarebbe sufficiente per fare il giro intorno al globo per ben centotrenta volte. Un numero impressionante.
L'esemplare di Irv Gordon
Il professore americano coronò il suo sogno il 30 giugno 1966, una volta compiuti i 25 anni di età, sborsando un corposo assegno nelle casse della società svedese: 4.150 dollari. All'epoca si trattava di una cifra fuori dal raggio di azione di moltissime persone, per fare un paragone si parla di un anno intero di retribuzione di un professionista. Enzo Ferrari ha sempre detto che dando una matita a un bambino, chiedendogli di disegnare una macchina, quello sicuramente l'avrebbe fatta rossa. Lo stesso colore della fuori serie di Gordon, che sceglie una tonalità sgargiante per la sua compagna di viaggio. Da quel momento il professore infilerà le chiavi nel blocchetto di accensione della sua Volvo ogni santo giorno, guidandola tanto d'estate quanto d'inverno, sia sotto al sol leone che sotto a una fitta coltre di neve. Di media riuscirà a frantumare circa 150.000 km all'anno. Quando il mondo si accorge dell'incredibile primato di strada percorsa da quel singolo esemplare, il tachimetro correrà sempre più all'impazzata aggiornando le sue cifre, soprattutto per raggiungere le mostre automobilistiche dove sarebbe stato l'osservato speciale. La maggior distanza mai coperta in un colpo solo dalla coupé di Volvo del 1966 è stata la tratta da New York a Vancouver (4.800 km in circa 45 ore di viaggio).
Una perla rara nella storia di Volvo
La storia di Volvo è contraddistinta da una fitta serie di vetture da famiglia, robuste e solide come una quercia secolare, ma di poche coupé e ancora meno di gran turismo. La P1800 è stata una mosca bianca, ma alla fine si è rivelata perfetta come quando la ciambella esce dal forno con un buco nel mezzo. Stilisticamente parliamo di un'automobile seducente e carismatica, pensata e messa su carta da Pietro Frua, uno dei più noti designer italiani, che per gli scandinavi ha tirato fuori dal cilindro un capolavoro di raffinatezza. Tecnicamente, invece, la P1800 è un modello ancora più inconsueto per la sua casa madre: schema 2+2 con motore anteriore longitudinale e trazione posteriore, quattro freni a disco e cambio manuale a quattro rapporti Borg-Warner con overdrive elettrico. Dopo di lei, non ce ne saranno più di modelli fatti così, almeno dalle parti di Göteborg. Questa coupé avrà un'impennata di popolarità a livello mondiale grazie alla serie televisiva "Il Santo", con Sir Roger Moore nei panni di di Simon Templar. La sua, però, era bianca.
Custodita come una reliquia
Dopo la morte del suo storico padrone, l'esistenza della speciale 1800S rossa da più di 5 milioni di chilometri non si è interrotta, anzi, prosegue indisturbata. Attualmente si trova tra le sicure e dotte mani di mister Nino Gambino, colui che l’ha curata in tutti questi anni in qualità di meccanico, e che adesso la custodisce come una reliquia, non coltivando nessuna intenzione di metterla in vendita. Dunque, astenersi offerte folli, la vecchia Volvo ha già tracciato il suo fato e scelto la sua nuova famiglia. D'altronde, si accende ancora al primo colpo, più che svedese ha la precisione di un cronografo svizzero, mentre il suo stato generale è ottimale. Pensare che nonostante i naturali acciacchi degli anni e, soprattutto, dei chilometri non ha mai necesittato di grandi interventi: il motore, gli assi, il cambio sono ancora quelli orginali. Anche lo stereo è quello dell'epoca. Chissà quante colonne sono uscite da quell'autoradio in quasi in sessant'anni di storia.
Lei ha visto mutare il mondo, passare dall'analogico al digitale, e mentre la gamma di Volvo si è completamente elettrizzata, lei osserva le sue discendenti come farebbe un dinosauro al cospetto di una nuova specie. Eppure sopravvive con buona salute, con le sue gomme gonfie e il motore ruggente. Diciamo pure che l'investimento è stato ampiamente ripagato, materiale da Guinness dei primati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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