Avrebbero picchiato a morte un clochard: chiesti 12 anni per due agenti Polfer

L'accusa è di omicidio preterintenzionale: i due poliziotti erano stati arrestati nell'aprile di tre anni fa. La vittima è un senzatetto italiano di 58 anni, uscito senza vita dal commissariato della Stazione Centrale

Chiesti 12 anni di reclusione per i due agenti della Polfer accusati di aver picchiato un senzatetto fino a ucciderlo. La richiesta è stata formulata dal pubblico ministero Isidoro Palma ai giudici della prima corte d'assise. A sorpresa, al termine della lunga requisitoria, il pm ha derubricato l'accusa principale da concorso in omicidio volontario aggravato a omicidio preterintenzionale. La vicenda al vaglio della corte risale al 6 settembre 2008. Quella sera, secondo quanto ricostruito dal pm, Giuseppe Turrisi, 58 anni, è stato accompagnato negli uffici del commissariato della stazione Centrale alle 20.05 «sul proprie gambe» e alle 20.40 è stato portato via in ambulanza, dove è morto senza nemmeno riuscire ad arrivare in ospedale «a causa della rottura della milza e di un versamento massiccio di sangue nell'addome, un litro e mezzo», ha detto Palma. Secondo il magistrato, «in quei 35 minuti Turrisi è rimasto in balia degli imputati», D. R. e E. D. A., che lo avrebbero picchiato per «motivi di astio», «per un battibecco, una provocazione del Turrisi che aveva risposto male ai poliziotti». I due giovani agenti, arrestati nell'aprile successivo all'esito dell'autopsia che ha accertato la natura traumatica della morte di Turrisi, si sono sempre difesi sostenendo di non aver mai aggredito il senzatetto. Hanno detto di averlo accompagnato perché ubriaco al commissariato dopo aver ricevuto una segnalazione da parte di alcuni viaggiatori su una discussione animata vicino a piazza IV Novembre. Poi hanno ammesso solo una breve colluttazione con il 58enne, perché avrebbe estratto un taglierino che poi è stato effettivamente sequestrato, ma che alla procura non risulta aver impugnato in quella occasione. Oggi il pm ha definito la versione degli imputati un'«alterazione della verità». Falsi sarebbero i rapporti stesi sull'intervento, sull'orario e sul coltello di Turrisi. L'accusa ha sottolineato che i filmati della telecamera comunale puntata sulla piazza quella sera mostrano un gruppo di persone accanto a delle bottiglie. Tra loro lo stesso Turrisi, noto per trascorrere le sue giornate alla stazione Centrale e le notti al dormitorio di viale Ortles. Sempre i filmati mostrano i due poliziotti avvicinarsi e indicare le bottiglie durante una discussione. Quindi uno dei due fa un cenno al senzatetto che si allontana con gli agenti. Tre minuti dopo il terzetto riappare nei filmati di un'altra telecamera puntata sull'ingresso del commissariato, mentre entra nell'edificio. La stessa telecamera 35 minuti dopo mostra Turrisi uscire dalla stessa porta su una barella.

Nella notazione di servizio gli agenti hanno poi scritto di aver chiamato il 118 perché il 58enne, dopo la colluttazione avrebbe lamentato dei dolori al cuore. Ma l'esame autoptico ha rilevato che aveva la milza spappolata.

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