Una delle più grandi catene americane messa in imbarazzo da un dipendente furbetto. Nelle ultime ore è scoppiato il caso Macy’s, colosso dei grandi magazzini a stelle e strisce: un lavoratore ha infatti nascosto fino a 154 milioni di dollari di spese negli ultimi tre anni, costringendo l’azienda a ritardare la pubblicazione dei risultati fiscali del terzo trimestre del 2024, ora attesa l’11 dicembre.
La catena Usa, che possiede marchi del calibro di Bloomingdale’s e Bluemercury, ha trovato così tante irregolarità contabili interne da aprire un’indagine indipendente: dal quarto trimestre del 2021 al terzo trimestre del 2024 sono state annotate spese milionarie . Il dipendente in questione – ora licenziato – era il responsabile della contabilità delle spese di consegna dei piccoli pacchi e avrebbe consapevolmente effettuato voci di competenza contabili errate.
“In Macy's promuoviamo una cultura di condotta etica. Mentre lavoriamo diligentemente per completare l'indagine il prima possibile e garantire che questa questione venga gestita in modo appropriato, i nostri colleghi in tutta l'azienda sono concentrati nel servire i nostri clienti e nell'eseguire la nostra strategia per una stagione festiva di successo” la nota diramata dal presidente e ceo Tony Spring. Come riportato dal Guardian, non dovrebbero esserci altre persone coinvolte e per il momento non è ancora chiaro perché il dipendente furbetto abbia nascosto le spese in questione.
A prescindere dai problemi contabili in questione, negli ultimi tempi si è parlato a lungo del declino di Macy’s. In una recente intervista, il ceo Spring aveva evidenziato che gli americani non spendevano più come una volta: “Vediamo che c'è sicuramente una debolezza, una cautela, un ritardo nella conversione degli acquisti – le sue parole a CNBC - E le persone stanno rispondendo alle cose che vogliono, alle cose che hanno un prezzo elevato, alle novità, ma anche il consumatore benestante non sta spendendo come un anno fa”.
Discorso diverso per gli altri marchi di Macy’s, che hanno registrato un incremento di vendite. Le difficoltà hanno spinto i vertici ad annunciare la chiusura di 150 negozi nei prossimi tre anni, portando il totale a 350 attività, quasi la metà rispetto a prima della pandemia da Covid-19.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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