Fornelli migliorati: la sfida di Eni su salute e sviluppo in Africa

Eni distribuirà fornelli migliorati a 10 milioni di persone in Africa subsahariana entro il 2027. Così l'azienda si impegna a tutelare la salute, l'ambiente, la produttività e l'economia nel continente

Fornelli migliorati: la sfida di Eni su salute e sviluppo in Africa

Migliorare l'accesso all'energia e garantire così una serie di benefici. Per la salute delle persone e per l'ambiente, innanzitutto. Ma anche per le economie locali dei Paesi africani. Nel solco di un progetto già avviato, Eni rilancia il suo impegno a diffondere sistemi di cottura migliorati nell'Africa subsahariana, promuovendo il passaggio a dispositivi moderni e sicuri. In occasione del recente Summit on Clean Cooking in Africa organizzato dall'Agenzia Internazionale per l'Energia (Aie) a Parigi, l'azienda ha reso pubblico l'obiettivo di garantire l'accesso al Clean Cooking a oltre 10 milioni di persone in tutta l’Africa subsahariana entro il 2027, con la prospettiva di raggiungere 20 milioni di persone e oltre entro il 2030, favorendo il passaggio da soluzioni migliorate a soluzioni avanzate.

"Uno degli obiettivi che ci poniamo nei Paesi africani è quello di incentivare la produzione di fornelli migliorati. Questo ovviamente oltre a creare opportunità di lavoro per le popolazioni riduce anche l'impronta carbonica perché produrli in un Paese e trasportarli in un altro aumenta l'impatto", ha spiegato il Direttore Generale Natural Resources di Eni, Guido Brusco, a margine del Summit, sottolineando che Eni nei prossimi anni stanzierà oltre 300 milioni di dollari per distribuire fornelli migliorati a più di 20 milioni di persone. L'operazione avrà chiaramente un impatto positivo su più fronti. "Tra i vari benefici del Clean Cooking, oltre a quello della salute e dell'uso efficiente dell'energia, c'è anche quello di contribuire a ridurre il tasso di deforestazione in Africa, che è una delle piaghe del continente negli ultimi decenni", ha evidenziato ancora Brusco.

Già dal 2018, Eni aveva lanciato un ampio programma denominato Clean Cooking Program, volto a favorire l’accesso a sistemi efficaci per la cottura dei cibi in Africa subsahariana, con l'obiettivo migliorare le condizioni di salute delle persone esposte e delle famiglie e di ridurre lo sfruttamento delle foreste. Il programma prevede la fornitura gratuita di fornelli migliorati, di cui hanno già beneficiato più di 500mila persone in Costa D’Avorio, Mozambico, Ruanda, Angola e Repubblica del Congo. Per quei Paesi, l'inizio di un vero e proprio cambiamento. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, circa 1 miliardo di persone in Africa cucina ancora i propri pasti con sistemi di cottura rudimentali, respirando il fumo nocivo rilasciato dalla combustione. La mancanza di accesso a sistemi di Clean Cooking ha rilevanti impatti dal punto di vista sanitario, sociale, economico e ambientale, e contribuisce a 3,7 milioni di morti premature ogni anno, specialmente a danno di donne e bambini.

Eni è impegnata a migliorare questa situazione, con una strategia virtuosa che guarda lontano e che interviene a più livelli. "La fornitura di fornelli migliorati è solo uno dei tasselli della politica che fa Eni sui territori africani, in particolare, e in cui noi puntiamo a migliorare l'accesso all'energia, all'acqua, alla salute e all'educazione. Sono interventi multidisciplinari, sono progetti integrati nei quali nessuna dimensione è prevalente", ha spiegato al riguardo il Direttore Generale Natural Resources dell'azienda. Nell'ambito del Summit di Parigi organizzato dall'Agenzia Internazionale per l'Energia, Eni ha anche aderito alla dichiarazione congiunta per rendere il 2024 un anno cruciale per l'accesso universale al Clean Cooking, al quale è stato riconosciuto un ruolo essenziale nel raggiungimento dell'Obiettivo 7 per lo Sviluppo sostenibile fissato dalle Nazioni Unite (ovvero, "assicurare a chiunque l'accesso a sistemi di energia alla portata di tutti, affidabili, sostenibili e moderni"). La dichiarazione è stata firmata e sottoscritta da governi, società private, organizzazioni internazionali, organizzazioni non governative e membri della società civile intervenuti ai lavori.

Eni Summit Parigi

Il modello Eni nasce dalla lunga esperienza dell'azienda nel continente africano e mira a contribuire a ridurre l’impatto delle attività di cucina sulla deforestazione e gli effetti negativi sulla salute delle persone. L'azienda garantisce così di continuare a promuovere in Africa l’accesso a sistemi di cottura più moderni, che possono apportare benefici in termini di salute, produttività, uguaglianza di genere, conservazione delle foreste, biodiversità e riduzione delle emissioni. Come già accennato, inoltre, Eni punta a favorire il passaggio da soluzioni migliorate, che garantiscono una riduzione di oltre il 60% della biomassa legnosa, a soluzioni avanzate, che si caratterizzano per il totale abbattimento dell’uso di biomassa legnosa non sostenibile. Grazie alla significativa e progressiva riduzione dell'utilizzo di biomasse, la distribuzione e promozione dei fornelli migliorati a titolo gratuito permette a Eni di generare crediti di carbonio che verranno utilizzati per compensare le emissioni residue previste nel Piano aziendale di Decarbonizzazione, con l’obiettivo di raggiungere le zero emissioni nette al 2050.

L'impatto positivo riguarda anche lo sviluppo dell'imprenditoria e dell'economia delle comunità. Eni sostiene infatti la produzione locale dei sistemi di cottura, valutando il potenziale dei produttori e contribuendo a rafforzare le loro competenze tecniche e imprenditoriali, attraverso un accesso facilitato alla tecnologia, ai capitali e al mercato.

La stessa distribuzione dei fornelli, infine, avviene tramite organizzazioni locali e internazionali già presenti sul territorio, che garantiscono la corretta interazione con le famiglie e la loro sensibilizzazione sui benefici dei sistemi di cottura puliti.

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