Le grandi aziende italiane sono protagoniste della transizione energetica e, nel quadro dell'apparato a partecipazione pubblica, stanno promuovendo investimenti sostenibili a tutto campo per guidare l'Italia nella nuova rivoluzione green. La svolta è a tutto campo ed è naturale che a farsi carico di questa trasformazione sia il sistema dell'ex economia mista divenuto oggi a partecipazione pubblica e fondato su grandi società quotate.
La fase di notevole vivacità, confermata nel perimetro dello Stato anche dalle interessanti iniziative dell'Ispra e dell'Istituto per il credito sportivo sulla finanza sostenibile, ha la sua punta di lancia nei piani di investimento messi in campo dai big nazionali. Giusto nella giornata odierna è arrivata la mossa di Terna, controllata da Cdp Reti, partecipata dalla banca pubblica di Via Goito: il gruppo guidato da Stefano Donnarumma ha annunciato investimenti strutturali per oltre 21 miliardi di euro nei prossimi dieci anni, un aumento del 17% dall'ultimo piano. "La principale novità è la rete Hypergrid, che sfrutterà le tecnologie della trasmissione dell’energia in corrente continua per raggiungere gli obiettivi di transizione e sicurezza energetica", nota Avvenire. Inoltre, "Terna ha pianificato cinque nuove dorsali elettriche, funzionali all’integrazione di capacità rinnovabile, per un valore complessivo di circa 11 miliardi di euro. Si tratta di un’imponente operazione di ammodernamento di elettrodotti già esistenti sulle dorsali Tirrenica e Adriatica della penisola e verso le isole, che prevede nuovi collegamenti sottomarini a 500 kV", i primi che l'azienda gestirà.
La dorsale adriatica è tra le più strategiche per la transizione energetica nazionale, come ben dimostra il fatto che anche sul gas naturale, risorsa-ponte per la transizione, il governo Meloni tramite Snam stia lavorando al potenziamento delle reti di trasmissione con la nuova rete Sulmona-Foligno. Anche le isole giocano un ruolo cruciale. In Sicilia passano le future strategie per il passaggio dal petrolio ai biocarburanti, incentrate su Priolo e la sua raffineria, e possono partire i cavi elettrici sottomarini che hanno la prospettiva di unire l'Italia all'Africa. "Elettrificando" il proposto Piano Mattei. La Sardegna è oggi destinataria, invece, del Thyrrenian Link, ambizioso progetto di cavi per la trasmissione elettrica, e potrà essere un altro hub chiave per la transizione italiana.
Non solo Terna si muove attivamente. Operativa a tutto campo anche Enel. Il colosso energetico nazionale dell'elettrico si è di recente messa in squadra con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia (Psts) per inaugurare un centro di ricerca nell'ex centrale di Augusta e contribuire a svilupparla in un parco fotovoltaico.
Enel, già di per sé il primo investitore in rinnovabili in Italia, sta lavorando a mettere in campo entro il 2025 investimenti per formare e arruolare più di 2mila nuovi professionisti della transizione energetica, da inserire nel parco aziende del gruppo. E la controllata Enel X è a sua volta al lavoro per una filiera delle batterie al litio in Italia.
Insomma, le grandi manovre sono in corso. E oltre reti e centri di ricerca, scrive Industria Italiana, "per le comunità energetiche rinnovabili il Pnrr prevede un investimento di 2 miliardi e 200 milioni nei prossimi 4 anni. Ci aspettiamo almeno 15mila comunità energetiche associando famiglie, imprese, enti.
Per essere consumatori e produttori di energia una sfida che è parte integrante del Pnrr". Su cui le aziende italiane possono lanciarsi con attenzione e forza programmatica. Costruendo un futuro sostenibile e di sviluppo. Senza alcuna contraddizione tra questi due mondi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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