La finanza sostenibile può e deve entrare in campo a sostegno delle ambiziose strategie sviluppate a livello italiano ed europeo per l'efficienza energetica nel settore dell'edilizia.
Le filiere dell'edilizia e il mondo delle costruzioni, epicentro dei processi che alimentano il mercato immobiliare, hanno un rilevante impatto economico che va parallelamente alla loro impronta sull'ambiente: i dati italiani segnalano che gli edifici contribuiscono per il 36% alle emissioni di gas serra del nostro mercato, impattando per il 40% nei consumi di energia.
La rigenerazione dell'edilizia può e deve andare di pari passo con un profondo impegno della finanza a portare nei settori degli investimenti Esg per costruire un percorso verso i traguardi di sostenibilità dei mercati più avanzati. Lo ha dichiarato di recente a ilGiornale.it Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta SOA e lo ribadiscono oggi autorevoli studi.
"Negli ultimi trent'anni sono stati messi a punto numerosi sistemi per la valutazione delle prestazioni ambientali degli edifici", il cosiddetto Green Building Rating (Gbr), ha scritto in un saggio Giancarlo Paganin, docente al Dipartimento di Architettura e Studi Urbanistici del Politecnico di Milano. E nel corso del tempo "il contenuto degli strumenti di valutazione si è ampliato affiancando al pilastro ambientale della sostenibilità gli altri due pilastri e cioè gli aspetti economici e quelli sociali", come dimostrato da sfide come il social housing e la rigenerazione urbana. "La complessità del tema della sostenibilità impone alle figure tradizionalmente coinvolte nel progetto di architettura – progettisti, committenti, gestori dei processi autorizzativi, costruttori – nuove prospettive e inediti terreni di dialogo con stakeholder portatori di aspettative nuove", chiosa Paganin.
L'ibridazione tra finanza sostenibile e edilizia di frontiera può avere diversi aspetti interessanti. I progettisti e i committenti possono inserire nelle strategie di investimento Esg precise dinamiche finanziarie basate sulla necessità di costruire ritorni precisi in campo di efficienza energetica dei progetti per permettere ai fondi "sostenibili" di accedere al ricco mercato del real estate.
In tal senso, strumenti come la Tassonomia green dell'Unione Europea possono creare le condizioni per la mobilitazione di capitali a sostegno della transizione verso l’edilizia sostenibile. "Quest’attenzione al settore delle costruzioni, e la volontà di individuare strumenti di comunicazione Esg specifici, deriva anche dalla quantità di capitale destinato ai progetti di costruzione (in UE mediamente quasi il 50% degli investimenti fissi lordi di capitale sono destinati a edifici o infrastrutture)", sottolinea Paganin. La sfida di tali investimenti si può anche ibridare con la partita dell'edilizia popolare e a basso costo, che può nascere nei contesti di crisi abitative con un occhio alla sostenibilità ambientale.
Strettamente legati al tema del nesso finanza sostenibile-edilizia per l'efficienza energetica sono i crediti per gli incentivi che in Italia hanno conosciuto un boom nella fase di massima applicazione del Superbonus 110% e del Bonus Facciate e ora possono rientrare nei portafogli dei fondi Esg. Il centro studi di Silvi Costruzioni Edili, azienda romana del settore real estate, ha recentemente segnalato che nei cassetti fiscali di cittadini e imprese italiane ci sono, a gennaio 2023, oltre 100 miliardi di euro di crediti relativi ai bonus edilizi. Per la precisione, sul Superbonus 110% si arriva a un totale di 52 miliardi di euro, mentre 25 miliardi sono imputabili al Bonus Facciate.
Oltre la metà degli investimenti, 52 miliardi di euro, sono concentrati in cinque regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Lazio e Campania. Sfruttare questo gancio può portare la finanza di stampo sostenibile e i fondi Esg nel pieno del mercato dell'edilizia, anche se ovviamente si tratta di un primo passo di molti da compiere. "Gli interventi edilizi con i conseguenti risparmi energetici e tagli di emissioni non sono tuttavia sufficienti per raggiungere gli obiettivi europei di -55% emissioni a fine decennio. Per raggiungere questo livello, il tasso di ristrutturazione profonda dovrebbe aumentare del 50%, passando dall’attuale 0,9% all’1,4%" puntualizza tuttavia Silvia Silvi, General Manager della Silvi Costruzioni.
Una sfida economica, finanziaria e industriale in cui non potrà non venire messo a frutto il meglio delle potenzialità garantite dall'applicazione delle pratiche di finanza sostenibile all'edilizia. Pena il mancato raggiungimento di un target chiave per la decarbonizzazione europea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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