Gioco di squadra con i big tech Usa per il cemento green

Focus sul calcestruzzo a basso contenuto di carbonio. Ora il futuro senza emissioni è più vicino

Gioco di squadra con i big tech Usa per il cemento green
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Mundys costruisce la sostenibilità, nel vero senso della parola. La svolta del Gruppo, leader globale nelle infrastrutture di trasporto e nei servizi di mobilità avanzati, per abbattere le emissioni indirette arriva infatti dal cemento green. Mundys, forte della propria esperienza internazionale e in collaborazione con il Center for Green Market Activation e Rmi, punta così a consolidare la domanda di calcestruzzo a basso contenuto di carbonio, promuovendone lo sviluppo. Il progetto vuole trasformare e rendere più sostenibile un settore industriale che genera valore sui territori, puntando su tecnologie innovative e sulla forza della domanda collettiva. Tra gli obiettivi principali dell'iniziativa spiccano, innanzitutto, la creazione di un quadro operativo trasparente per misurare e certificare i benefici ambientali trasferiti, nonché l'aggregazione della domanda di calcestruzzo a basse emissioni per favorire l'adozione su larga scala e la contrattazione di prezzi competitivi. I risultati attesi sono ambiziosi: accelerare l'adozione di tecnologie innovative, migliorare l'accesso a materiali sostenibili e dimostrare l'efficacia del modello collaborativo.

Nello specifico, insieme a realtà come Google, Salesforce, Amazon e Microsoft, Mundys ha aderito a un progetto innovativo che mira a costituire un meccanismo di «Book & Claim» per ridurre le emissioni globali di carbonio nel settore del cemento e del calcestruzzo. Si tratta di un sistema che separa le caratteristiche ambientali del prodotto dalla sua distribuzione fisica. Questo meccanismo permette alle aziende di acquistare calcestruzzo a basse emissioni di carbonio e di rivendicarne i benefici ambientali, evitando il «double counting» (conteggio doppio delle riduzioni di emissioni di gas serra) e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi climatici senza compromettere l'efficienza operativa. Entro il 2025, un'alleanza tra acquirenti definirà le specifiche necessità del mercato attraverso una Richiesta di Proposta (Rfp), stimolando così i produttori ad adottare tecnologie più sostenibili. Va altresì considerato che il cemento a basse emissioni è disponibile solo in alcune limitate zone geografiche, dunque trasportarlo altrove è oneroso e genera ulteriori emissioni. A oggi, l'unica soluzione per poterlo utilizzare su vasta scala è l'utilizzo di un sistema che separi la fornitura fisica del cemento dai relativi «attributi ambientali». In sostanza, in un ambito geografico dove è disponibile il cemento green, questo viene venduto sul mercato locale come cemento normale e utilizzato in loco. Invece, in aree geografiche che ne sono sprovviste, le aziende possono acquistarne gli «attributi ambientali» e di fatto utilizzare virtualmente il cemento green. Coinvolgendo aziende di settori strategici come infrastrutture, edilizia, sviluppo immobiliare, energia, trasporti e logistica, l'iniziativa punta a creare una domanda sufficiente per stimolare gli investimenti nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio.

Il sistema al quale Mundys fornisce il proprio supporto presenta analogie significative e un approccio simile con il modello virtuoso già applicato dal gruppo nello sviluppo del Saf (Sustainable Aviation Fuel), il carburante ecologico capace di ridurre le emissioni di CO2 fino all'80% rispetto al tradizionale jet fuel. L'impegno di Mundys nella promozione di questo combustibile si concretizza nell'obiettivo di coinvolgere almeno il 60% delle compagnie aeree operanti presso i propri aeroporti.

Lo stesso approccio ha guidato la capogruppo nella decisione di sviluppare il nuovo progetto incentrato su cemento e calcestruzzo green.

Questo non solo rafforza l'impegno ambientale dell'azienda, ma contribuisce anche al raggiungimento di alcuni obiettivi strategici previsti dal Framework di finanza sostenibile di Mundys e certificati da Sbti - che definisce traguardi misurabili e concreti per tutte le attività aziendali, tra cui una riduzione del 22% nell'intensità delle emissioni indirette, legate all'acquisto di materiali per la manutenzione stradale entro il 2030.

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