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Imprese, la pressione fiscale scende al 52,7%. Ecco dove si paga di più e dove di meno

Uno studio Cna ha misurato la pressione fiscale per le imprese di tutta Italia. A Bolzano la pressione fiscale minore, ad Agrigento quella più alta. La media nazionale si assesta al 52,7% e, secondo i dati, è calata del 7,5% in 12 mesi

Imprese, la pressione fiscale scende al 52,7%. Ecco dove si paga di più e dove di meno

L’osservatorio della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna) ha redatto il rapporto “Comune che vai fisco che trovi” classificando 114 capoluoghi di provincia secondo l’indice della pressione fiscale delle imprese, il Total tax rate (Ttr).

Emerge un quadro di disparità rispetto al Ttr medio nazionale del 52,7% tanto che le aziende delle aree più penalizzate necessitano di lavorare oltre un mese in più per compensare la pressione esercitata da imposte e tasse.

La pressione fiscale delle imprese

La pressione fiscale più bassa è stata rilevata a Bolzano ed è pari al 46,7%, sei punti percentuali in meno della media nazionale (52,7%). A seguire Trento (47,9%), laddove Imu e Tasi sono alte (ammontano in media a 1.662 euro) ma vengono compensate parzialmente dalle imposte locali deducibili.

Sul terzo gradino si trova Gorizia, con una pressione del 48,5% resa possibile dalla deducibilità dell’Imu dal reddito dell’impresa, cosa che si traduce in una riduzione dei tributi Irpef e Ivs (Invalidità, vecchiaia e superstiti, contribuzione previdenziale da pagare all’Inps o alla cassa di gestione separata).

In fondo alla graduatoria e quindi con la pressione fiscale più alta si trovano le imprese di Biella, Vercelli e Agrigento, con un carico che varia dal 56,9% al 58%.

Occorre giungere alla ventiquattresima posizione per trovare Milano, con una pressione del 51,3%. Roma, con un carico fiscale del 53,4%, è ottantatreesima.

Il tax free day

L’Osservatorio Cna registra una compressione del carico fiscale. Ciò significa che la pressione media nazionale del 52,7% è stata inferiore di 7,5 punti percentuali rispetto al 2021, grazie alla deducibilità dell’100% dell’Imu, la rimodulazione dell’Irpef e l’eliminazione dell’Irap.

I dati dimostrano che ci sono ancora differenze di rilievo tra provincia e provincia, per lo più dovute dalla Tari e dalle rendite catastali che non sono allineate ai valori commerciali.

Per dare una misura più comprensibile delle differenze è utile il tax free day, ossia il giorno dell’anno in cui le imprese cominciano a lavorare per il profitto e non più per sanare le rispettive posizioni nei confronti dell’erario. A Bolzano il tax free day è stato il 18 giugno del 2022, ad Agrigento si è celebrato il 30 luglio, ossia oltre un mese più tardi.

Nel 2021 il tax free day a livello medio è stato il 7 agosto, ciò dimostra che il fisco è diventato meno pressante con il passare del tempo ma, conclude la Cna, la pressione fiscale è ancora troppo alta.

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