Si avvicina a grandi passi la scadenza per il versamento del secondo acconto Irpef: entro il 30 novembre, infatti, andrà pagata la seconda o unica rata di acconto. Dovranno prestare attenzione a questa data i titolari di partita Iva, i pensionati e i lavoratori dipendenti, tenendo conto del fatto che, in conseguenza delle novità introdotte sul tema, vi è stato il passaggio da 5 a 4 aliquote.
Chi deve versarla
L'imposta sul reddito delle persone fisiche viene versata complessivamente con un acconto, in una o due rate, e un saldo: ogni anno si provvede a pagare il saldo relativo ai precedenti 12 mesi e l'acconto per l'anno in corso. Entro il 30 novembre sono tenuti a versare quanto dovuto tutti i soggetti passivi Irpef, che hanno scelto di pagare le imposte in saldo e acconto. La scadenza di fine mese, dopo la prima dello scorso giugno, prevede che i contribuenti corrispondano l'intero ammontare degli acconti, così come risultato in dichiarazione. In questa circostanza non è prevista la possibilità di suddividere la somma dovuta.
Le cifre
I contribuenti tenuti al versamento dell'Irpef dovranno effettuare il pagamento qualora l'imposta dichiarata nell'anno in corso, al netto di eventuali detrazioni, crediti d’imposta, eccedenze/ritenute, risulti essere superiore a 51,65 euro. L'acconto che deve essere versato è pari al 100% dell’imposta dichiarata oppure dell'imposta inferiore che il contribuente prevede di dover corrispondere per l'anno successivo. A seconda dell'importo, esso può essere suddiviso in una o due rate:
- il pagamento in un'unica soluzione entro il 30 novembre va effettuato per importi inferiori a 257,52 euro;
- qualora si superi tale cifra si può pagare la prima rata, pari al 40% del totale, insieme al saldo dell'anno precedente entro il 30 giugno (o il 50% entro il 20 luglio per soggetti Isa e forfettari). La seconda (pari al 60% o al restane 50% per soggetti Isa e forfettari) va saldata entro il 30 novembre e, come anticipato, è da versare integralmente.
Metodi di calcolo
Per calcolare quanto è dovuto si può procedere col metodo storico e con quello previsionale. Il primo, più diffuso, prevede il calcolo dell'acconto sulla base dell'imposta relativa all'anno precedente, indicata pertanto in dichiarazione. Tale metodo permette al contribuente, qualora vi siano redditi costanti o crescenti, di non dover versare l'imposta a saldo, ma è meno conveniente nel caso in cui i redditi risultimo decrescenti.
Il secondo è più conveniente in quest'ultimo caso. Il computo viene fatto sulla base del reddito che si prevede di raggiungere entro fine anno: il vantaggio è quello di andare a versare ciò che è realmente dovuto, qualore il reddito sia inferiore rispetto a quello dell’anno precedente. Bisogna stare comunque molto attenti nel prediligere suddetto metodo: se si dovesse versare meno di quanto dovuto, infatti, verrà applicata una sanzione pari al 30% dell'imposta totale.
Come pagare
Per versare l'Irpef che scade il prossimo 30 novembre si deve compilare il Modello F24, utilizzando il codice tributo 4034. Chi risiede in Italia dovrà effettuare le operazioni tramite modalità telematica, mentre i non residenti potranno scegliere tra il bonifico o i servizi messi a disposizione sul proprio portale dall'Agenzia delle entrate.
Nel caso in cui si vada oltre la scadenza prevista, l'unico modo per mettersi in regola è il ravvedimento operoso, strumento che consente di ridurre al minimo le conseguenti sanzioni (fissate in genere al 30% del totale). In questo caso il codice tributo da utilizzare sarà il 4001.
La sanzione viene calcolata sulla base del ritardo accumulato:- fino a 14 giorni è prevista una sanzione del 15% ridotta a 1/15 per giorno;
- tra 15 e 90 giorni si dovrà versare una sanzione del 15%;
- oltre i 90 giorni la sanzione sarà pari al 30% del totale;
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.