Lukoil chiude la cessione della raffineria Isab

Lukoil ha ceduto il complesso petrolchimico siciliano Isab alla cipriota G.O.I Energy, grazie al supporto di Trafigura

Lukoil chiude la cessione della raffineria Isab
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Lukoil ha chiuso un accordo per la cessione del complesso petrolchimico siciliano Isab vendendo alla cipriota G.O.I Energy, supportata da Trafigura.

La raffineria ISAB si trova a Priolo Gargallo, in Sicilia, ed è un complesso di due siti interconnessi, uniti da un sistema di pipeline e integrati in un unico complesso tecnologico, con una capacità di raffinazione di 16 milioni di tonnellate/anno di materia prima. Isab copre circa un quarto del fabbisogno di carburanti per autotrazione in Italia. Lukoil ha effettuato un primo investimento in Isab nel 2008, pagando 1,35 miliardi di euro per una quota del 49%, e poi nel 2013 la società ha portato la propria partecipazione al 100%. Da allora, l'azienda ha attivamente sviluppato e sostenuto l'attività investendo nell'efficienza energetica e nel miglioramento dei processi. In generale, Lukoil ha speso più di 6 miliardi di euro per l'acquisizione e l'ammodernamento degli asset italiani. Di conseguenza, il complesso, che non era stato redditizio per molto tempo, è stato in grado di trasformarsi in una fonte di profitto costante negli ultimi anni.

Come ha osservato Vadim Vorobyov, Ceo di Lukoil, l'azienda si è presentata in Italia con serietà: "Da quando è arrivata in Italia, Lukoil ha cercato di far parte della comunità locale e del Paese nel suo insieme anche sostenendo progetti benefici e nel sociale”. Nel corso dei 15 anni di presenza in Italia, Lukoil ha stanziato fondi per lo sviluppo di programmi sportivi, tra i quali quelli finalizzati a coinvolgere le famiglie più bisognose, ha contribuito a progetti per la prevenzione delle malattie attraverso la diagnosi preventiva, nonché per la lotta contro la pandemia di Covid-19, ha inoltre sostenuto iniziative educative, storiche e archeologiche e alcuni programmi a sostegno degli anziani. L’ammontare complessivo dei fondi stanziati dalla Società per iniziative benefiche e sociali ha raggiunto i 6,5 milioni di euro, secondo quanto dichiarato dall’azienda. Lukoil è anche stata un importante contribuente per le casse pubbliche italiane, nazionali e locali. L'ammontare delle imposte versate dalla Società al bilancio pubblico del nostro Paese, della regione Sicilia e dei comuni ammonta a circa 4,5 miliardi di euro, come si evince dai bilanci depositati negli anni.

Nel suo discorso di commiato ai lavoratori dello stabilimento, l'amministratore delegato di Lukoil, Vadim Vorobyov, ha anche osservato che la vendita di non è stata una decisione facile per l'azienda"“Abbiamo sempre considerato lo stabilimento una parte importante della famiglia LUKOIL, negli anni di lavoro congiunto siamo diventati non solo partner, ma buoni amici con i nostri colleghi italiani. Pertanto, abbiamo accuratamente selezionato un nuovo acquirente al fine di garantire la conservazione dei posti di lavoro e delle condizioni di lavoro per più di 1.000 dipendenti ISAB e diverse migliaia di altri dipendenti stagionali. Ci aspettiamo che il nuovo proprietario garantisca la continuità dei processi aziendali, della cultura sociale, della gestione e della cultura della sicurezza nello stabilimento e continui così la tradizione di sviluppo responsabile dell'impresa stabilita dal nostro gruppo", ha affermato Vorobyov.

Visti i risultati ottenuti finora nella gestione dell’impianto è scontato che le decine di fornitori e appaltatori italiani dell'impianto auspichino che i processi aziendali proseguano in continuità con quanto fatto finora da Lukoil. Versalis, Eni, Sonatrach, Erg Power, Air Liquide, Sasol e molte altre aziende italiane hanno sono solo alcuni dei soggetti che hanno stabilito negli anni partnership continuative con lo stabilimento di Priolo. Il nuovo proprietario ha promesso di preservare i posti di lavoro e le condizioni di lavoro sicure garantite finora nello stabilimento.

Questo accordo di cessione è di grande importanza anche per il Governo italiano, che temeva la chiusura di uno dei più grandi siti industriali dell'Europa occidentale, dopo che le banche si erano rifiutate di collaborare con Lukoil a causa del conflitto militare in corso tra Russia e Ucraina, nonché delle relative sanzioni connesse.

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