Obbligati a investire al tempo dell'intelligenza artificiale

Finanza, una parola che ha molte implicazioni e molte declinazioni. L’origine è lontana ma la finanza, così come ci viene tramandato, nasce come atto di fiducia

Obbligati a investire al tempo dell'intelligenza artificiale
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Finanza, una parola che ha molte implicazioni e molte declinazioni. L’origine è lontana ma la finanza, così come ci viene tramandato, nasce come atto di fiducia. È la scommessa sull’idea e sull’impresa di qualcun altro. È la partecipazione all’avventura economica di un innovatore che cerca capitali per realizzare il suo progetto. È il canale attraverso il quale il risparmio diventa la base per lo sviluppo delle iniziative economiche. L’acquisto di azioni non è chiaramente disinteressato, ma è condivisione del rischio. Questo aspetto nel corso degli anni è diventato meno cruciale, l’azzardo ha preso più campo, ma la fiducia resta il sentimento con cui bisogna fare i conti. A maggior ragione se cambia il paradigma, e l’avvento dell’Intelligenza Artificiale con il corredo di tecnologie rivoluzionarie che si porta dietro lo ha profondamente cambiato. Fino al punto di creare in ciascuno di noi quasi un senso di obbligo verso la tutela dei nostri risparmi di fronte agli sconvolgimenti geopolitici ed economici.

Ed è a Torino, sede del Centro Intelligenza Artificiale, che ieri ha preso avvio in uno dei saloni di Palazzo Barolo il nono evento delle celebrazioni per i 50 anni de Il Giornale. Al centro del dibattito lo slogan «Obbligati a investire al tempo dell’Intelligenza artificiale».

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