Il piano anti-crisi di Ferragni: l’influencer cerca soci, ha bisogno di 5 milioni

L'influencer ha incaricato un pool esperto per risollevare le sorti economiche della sua società, ma la sfida sembra essere particolarmente complessa

 Il piano anti-crisi di Ferragni: l’influencer cerca soci, ha bisogno di 5 milioni
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Chiara Ferragni torna sulla scena con un obiettivo: trovare soci e fondi. Sta emergendo la richiesta di potenziare finanziariamente la Fenice srl, azienda proprietaria del marchio Chiara Ferragni Brand e responsabile delle licenze associate (dall'abbigliamento ai gioielli ai profumi). La società rappresenta il fulcro delle operazioni dell'influencer il cui successo deriva principalmente dall'entusiasmo dei suoi follower. Per far fronte alla questione, sono stati reclutati numerosi consulenti al fine di stabilizzare l'impero aziendale. Ecco di cosa ha bisogno Ferragni.

L’accaduto

Il pool assunto da Ferragni per far fronte al problema è particolarmente preparato. Recentemente, come riporta Il Messaggero, durante una videochiamata, tre esperti legali dello studio Gop (Luigi Maraghini Garrone, Emanuele Panattoni, Piero Fattori), rinomati nel campo del diritto societario in Italia, insieme all'avvocato Manfredi Vita, specializzato in Antitrust, il noto penalista italiano Giuseppe Iannaccone e Alessandro Marina, consulente di moda di lunga data a Milano, hanno condotto un'analisi approfondita e cercato una strategia.

Le scelte finanziare

Le decisioni economico-finanziarie sono strettamente legate agli sviluppi delle indagini della Procura della Repubblica di Milano poiché possono influenzare significativamente le dinamiche patrimoniali. Ricordiamo, inoltre, che la Fenice Srl fa da capo a Alchimia di Paolo Barletta e Lorenzo Castelli (39,9%), Sisterhood, interamente di proprietà della Ferragni (32,5%), Esuriens delle famiglie Morgese e Barindelli (13,7%), e Ni srl di Pasquale Morgese. Il quadro azionario non è cambiato. Infatti la trattativa tra Barletta e Castelli per cedere il 26% di Alchimia ad Avm Gestioni è fallita a causa della mancanza di fondi da parte dell'acquirente, che ha anche perso due milioni di caparra. Questo negoziato, basato su una valutazione della Fenice srl di 75 milioni, è avvenuto a giugno 2023, solo 10 mesi fa, prima che emergesse il caso della promozione dei pandori Balocco, che coinvolgeva anche il marchio di Ferragni.

La strategia

La strategia elaborata dai consulenti mira a ristabilire l'equilibrio economico-finanziario della Fenice srl, dove la caduta dei ricavi, stimata attualmente intorno al 40%, è accompagnata da costi operativi elevati, in particolare gli stipendi dei 30 dipendenti. La terapia è necessaria per evitare la liquidazione, poiché le previsioni dei consulenti indicano una perdita compresa tra 1 e 3 milioni nei prossimi tre anni, se non verranno messi in atto interventi straordinari. La raccolta di nuovo capitale proprio, stimata tra 5 e 6 milioni di euro, è fondamentale, ma complessa da ottenere attraverso il diritto di opzione dei soci attuali.

Che fare? A questo punto si ipotizza l'ingresso di nuovi investitori: la Ferragni potrebbe coinvolgere Francesco Trapani e il suo family office Vam Investment. Riuscirà l'influencer assieme al team di esperti a risollevare le sorti economiche della società?

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